Atletica
Atletica, Europei 2014 – Italia, troppi infortuni: Trost, Greco, Giorgi e non solo! Si arriva male…
Doveva essere l’appuntamento del biennio, il clou in cui raccogliere i primi frutti del nuovo mandato e della nuova rotta. Difficilmente così sarà. L’Italia non si presenta certamente nel migliore dei modi a Zurigo, dove martedì scatteranno gli Europei di atletica leggera.
Alessia Trost e Daniele Greco, la new age su cui si puntava molto, sono praticamente fuori dai giochi. Gli infortuni hanno minato i più bei prospetti della disciplina, privandoli della possibilità di attaccare fino in fondo delle medaglie che altrimenti sarebbero state quasi certe.
Fa specie come nel nostro Paese si sia sempre alle prese con lesioni, fastidi muscolari, ginocchia saltate, infiammazioni e quant’altro. Qualcosa che non funziona c’è, ed è innegabile. Quando lo si (vorrà) scoprire, allora le cose andranno sicuramente meglio.
La saltatrice in alto, capace di valicare la fatidica asticella dei due metri solo 18 mesi fa, è andata ko nella stagione al coperto. Poi un difficile rientro, la fatica a ritrovare la ritmica di salto, un buon 1.90 agli Assoluti ma poi un ritorno a quota 1.84 su cui si è arenata nell’ultimo periodo.
Il pugliese, Campione Europei indoor di salto triplo, è alle prese con peritendinite e consueti problemi fisici. Ha stretto i denti, ci proverà al Letzigrund ma difficilmente riuscirà a tirare fuori il ragno dal buco: in queste condizioni sarà quasi improbabile lottare per le medaglie come tutti si aspettavano.
Ma non finisce qui. Eleonora Giorgi, favolosa quinta in Coppa del Mondo dove ha realizzato anche il nuovo Record italiano, non si presenterà nel migliore dei modi. Anche per la brianzola gravi acciacchi, il 7 luglio ha temuto addirittura di dover rinunciare alla spedizione, poi il recupero: sarà presente al via della 20km di marcia, con le speranze di lottare con le russe per una medaglia. Ha già però chiarito, nell’intervista pubblicata ieri dalla Gazzetta dello Sport, che le servirà una gara tattica, chiusa per i primi 15km; altrimenti, se il ritmo sarà indiavolato fin dall’inizio, dovrà verosimilmente chiamarsi fuori dalla lotta.
Valeria Straneo (ma qui usciamo dal discorso giovani, non ce ne voglia) ha avuto un piccolo infortunio in piena primavera. La vicecampionessa del Mondo, però, sembra averlo smaltito perfettamente e parte tra le favorite nella Maratona.
Si poteva lavorare anche meglio sulle 4x100m, ma il progetto lanciato non sembra aver prodotto nulla di particolarmente rilevante.
In fondo, come giovani davvero promettenti, porteremo solo l’esplosione di Federica Del Buono e le astiste Roberta Bruni e Sonia Malavisi.
Insomma, col procedere dei mesi le carte da medaglie si sono incredibilmente assottigliate. Senza fantasticare troppo, non si esce da questo lotto: Libania Grenot, Fabrizio Donato, Valeria Straneo, Eleonora Giorgi, Giorgio Rubino, Antonella Palmisano, Anna Incerti, la 4×400 femminile, Andrea Lalli, Daniele Meucci, Giuseppe Gibilisco. E abbiamo elencato proprio tutte le possibilità, anche con molto ottimismo. Salvo clamorose (e gradite) sorprese, sono solo undici le chance che l’Italia può giocarsi, tra l’altro in sole otto gare (di cui ben quattro su strada)…
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Gabriele Dente
10 Agosto 2014 at 14:04
Io non vivo il mondo dell’atletica leggera dall’interno, sono solo appassionato e tifoso. Non ha neanche una grande competenza. Ma vedo che i migliori atleti e le migliori nazioni del mondo sono veri professionisti. Come i calciatori, i cestisti e i ciclisti, per esempio. Mi sembra che noi in Italia siamo distanti anni luce dal professionismo nell’atletica. Non basta certo dare 1500 euro agli atleti dei corpi militari per farne dei professionisti. Occorre tutto un apparato che va dai tecnici, ai preparatori atletici, agli atleti, ecc. L’atleta professionista sceglie il tecnico, il preparatore e il medico. Questi lo seguono con assiduità, assicurandosi costantemente che le cose vadano nel migliore dei modi. Da noi tutto ciò non avviene. In sintesi direi che l’atletica è uno sport in cui la mancanza di un apparato professionistico impedisce all’Italia di emergere. La stessa cosa si può dire anche per altri sport, secondo me, e probabilmente è una delle principali ragioni per cui molti campioni nelle categorie giovanili si perdono nella categoria senior.
alebi
10 Agosto 2014 at 09:41
Come già si discuteva con un altro utente, il vero problema di tutte le gestioni che si sono susseguite è proprio l’incapacità di evitare (in primis) e poi affrontare gli infortuni. C’è qualcosa che puntualmente si sbaglia nella preparazione atletica dei ragazzi (forse un’eccessivo lavoro di potenziamento piuttosto che qualitativo?). E nonostante proclami, parole e buone intenzioni, nei fatti concreti non si fa mai nulla (e la scandalosa gestione di Greco è solo l’ultima dimostrazione). Se si amplia il discorso all’ultima stagione e mezzo, a partire dagli Euro indoor, si vede come la maggioranza dei nostri atleti che abbiano fatto degli exploit siano poi stati vittime di infortuni molto gravi, di quelli che ti condizionano più di una stagione. Tumi e la Borsi ce li dimentichiamo? Dal Molin non riesce a reggere più di una gara. La stessa Bruni stava facendo faville e poi non si è potuta presentare in forma nemmeno per gli Euro junior e forse solo adesso sta recuperando la forma. Torniamo ancora più indietro… Licciardello non dice nulla? Per ultimo l’infortunio alla Salis, nemmeno in gara bensì in allenamento… Indizio che fa propendere proprio ad un errore sistematico nella preparazione. Dell’infortunio della Giorgi non sapevo nulla, addirittura lei stessa sta mettendo le mani avanti… Per quella che doveva essere un’ottima chance di medaglia è proprio un brutto colpo. Ora accendiamo dei ceri per la Grenot, perchè a vedere come si evolve la situazione, mi sa che dobbiamo richiedere l’aiuto divino 🙂