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Atletica, Europei 2014 – Dopato e mai squalificato, Mullera finisce sul podio europeo

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Nella finale dei 3000 m siepi di ieri sera, ai Campionati Europei di Zurigo, è successo davvero di tutto. Dominatore della prova, il francese Mahiedine Mekhissi-Benabbad ha esultato troppo presto, togliendosi la maglia negli ultimi cento metri e tagliando il traguardo a torso nudo. Un gesto che, contrario al regolamento, ha risvegliato il senso etico della delegazione spagnola, la quale aveva piazzato Ángel Mullera e Sebastián Martos al quarto ed al quinto posto, restando così a bocca asciutta. Gli spagnoli si sono detti “indignati dalla prepotenza di Mekhissi“, ed hanno visto il loro ricorso accolto dalla giuria, che ha squalificato il francese assegnando l’oro al suo connazionale Yoann Kowal, l’argento al polacco Krystian Zalewski ed il bronzo proprio a Mullera.

Certamente il comportamento di Mekhissi, come gli è già successo altre volte, è stato tutt’altro che esemplare, ma appare alquanto curioso che a fare i moralisti del caso siano proprio gli spagnoli, che vanno a piazzare sul podio un atleta coinvolto più volte in scandali doping ma mai squalificato.

Nel 2012, alla vigilia delle Olimpiadi, il quotidiano spagnolo AS pubblicò un reportage nel quale spiegava di aver scoperto le pratiche dopanti utilizzate proprio da Mullera. Il siepista avrebbe fatto ricorso in quell’occasione ad un dettagliato piano di somministrazione di sostanze vietate per ottenere i tempi necessari alla qualificazione olimpica. A quel tempo furono pubblicate addirittura alcune intercettazioni tra Mullera ed il suo preparatore, che gli consigliava di utilizzare ormoni della crescita, EPO ed altre sostanze dopanti già utilizzate dagli spagnoli della canoa.

In seguito a questo scandalo, la Spagna si vide in un primo momento costretta ad escludere Mullera dalla delegazione olimpica, ripescando proprio Martos. L’atleta fece allora ricorso, e la federazione iberica riabilitò il siepista poiché non era mai risultato positivo ad un controllo. Lo spagnolo si difese parlando di un complotto ai suoi danni dovuto al suo essere favorevole all’indipendentismo catalano.

Si arriva così al Settembre 2013, quando l’Agenzia Spagnola Antidoping (AEPSAD) rese nota la positività di diversi atleti fra i quali figurava proprio Mullera. In questo caso il risultato non negativo riguardava un corticoide riscontrato in un campione prelevato durante i campionati nazionali. Ancora una volta, però, Mullera riuscì a trovare la scusa per uscirne, scagliandosi contro le “cazzate” (cit.) dell’AEPSAD: l’atleta affermò di essere asmatico e di averlo dichiarato per tempo, fatto che lo autorizzava ad assumere il Pulmicort, contente budesonide, la sostanza incriminata.

Coinvolto in ogni tipo di scandalo doping ma mai squalificato, Mullera ha così raggiunto un podio europeo grazie all’ingenuità di Mekhissi ed allo slancio di moralismo di quella stessa federazione che non ha mai preso provvedimenti contro di lui. Da un punto di vista sportivo, poi, appare poco comprensibile una squalifica nei confronti di un atleta che ha dominato la concorrenza, e che anzi ha addirittura perso tempo nell’effettuare il gesto incriminato. Una pesante sanzione pecuniaria avrebbe messo in riga il francese ed allo stesso tempo preservato i valori sportivi emersi sulla pista.

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Immagine: lavanguardia

giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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