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Ciclismo

Tour de France 2014: Ji Cheng, profilo di una “maglia nera”

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In questi giorni abbiamo giustamente celebrato la straordinaria vittoria di Vincenzo Nibali alla Grande Boucle, che ha incoronato il siciliano con la maglia gialla di Parigi. Abbiamo però deciso di rendere un tributo anche all’ultimo di questo Tour, nel ricordo dell’ormai defunta ma sempre suggestiva maglia nera.

Nato ad Harbin, nella Repubblica Popolare Cinese, il 15 Luglio 1987, Ji Cheng è entrato a suo modo nella storia di questo Tour de France 2014. Passato professionista nel 2007 con la Skil-Shimano, questo pioniere del ciclismo cinese si fece conoscere dal grande pubblico in occasione della Milano-Sanremo 2012, quando con la maglia della Argos-Shimano fu protagonista di una lunga fuga, prima di essere ripreso e staccato dal gruppo, chiudendo al 140° posto.

Successivamente, sempre nel 2012, fece la sua prima esperienza in un grande giro alla Vuelta a España, diventando il primo cinese in grado di concludere una corsa a tappe di tre settimane. Nel 2013, aggiunse al suo “palmarès” il Giro d’Italia, divenendo il primo rappresentante del suo Paese a prendere il via alla Corsa Rosa, ma fu costretto al ritiro dopo aver completato le prime cinque tappe.

Quest’anno, Ji Cheng ha voluto completare il trittico dei Grandi Giri con quello più prestigioso, il Tour de France. Con la maglia bianconera della nuova Giant-Shimano, è diventato il primo cinese ad allinearsi in una Grande Boucle, e nonostante le grandi difficoltà, è diventato anche il primo a raggiungere l’Arco di Trionfo. Ultimo in classifica generale ad oltre sei ore di distacco da Vincenzo Nibali, Ji Cheng è arrivato nella tappa conclusiva con un giro di ritardo a causa delle forti contusioni subite al gomito ed al ginocchio sinistri. Un sacrificio che comunque lo ha proiettato nuovamente nella storia del ciclismo del suo Paese, al termine di una partecipazione tutt’altro che velleitaria, visto che il suo lavoro è stato spesso importante per riprendere le fughe e permettere al suo compagno Marcel Kittel di sprigionare tutta la sua potenza sui rettilinei finali. E magari un giorno ce ne ricorderemo, quando i cinesi sapranno “invadere” anche questo sport.

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Immagine: Ji Cheng (Facebook)

giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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