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Ciclismo

Giro d’Italia 2014: Pirazzi, e chi altrimenti?

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Il green team colpisce ancora: dopo Marco Canola ed Enrico Battaglin, la Bardiani-CSF aggiunge un’altra perla ad un Giro d’Italia 2014 che si sta rivelando veramente eccellente per la formazione della famiglia Reverberi, e lo fa con un atleta il quale, per certi versi, era un simbolo del ciclismo già prima di questa vittoria, ovvero Stefano Pirazzi.
Alla quinta stagione da professionista, il ventisettenne della Ciociaria è riuscito finalmente a sbloccarsi…ovviamente con uno scatto. Già, perché Pirazzi è questo ed entusiasma per questo: uno scatto, un attacco, in ogni momento e su ogni terreno, talvolta persino al limite della lucidità e della razionalità. Perché piace Pirazzi? Per questo! Perché se una corsa sembra spegnersi, lui la infiamma alzandosi sui pedali e salutando la compagnia, sia che manchi un chilometro all’arrivo, sia che ne manchino cento: così facendo, un anno fa, conquistò la maglia azzurra di miglior scalatore al Giro, così facendo, oggi, si è aggiudicato il primo successo della carriera.
Se in passato la sua anarchia tattica lo aveva forse privato di qualche altra gioia, pur infiammando i cuori dei tifosi, oggi ha invece dimostrato una grande lucidità: via ai 1300 metri dal traguardo, quasi di soppiatto (in gergo si parla di “fagianata”), sfruttando un collettivo attimo di disattenzione che gli ha permesso di effettuare un contropiede perfetto. Via ai 60 km/h, forse anche qualcosa in più, per un traguardo che stavolta non poteva sfuggire: e poi è solo gioia, lacrime e gesto dell’ombrello, polemico e liberatorio, simbolo di una giornata difficile da dimenticare.

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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