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Gallina vecchia fa buon brodo, Di Centa l’ultimo esempio: tutta la tradizione italiana

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41 anni e non sentirli. Nemmeno dopo gli oltre vent’anni di attività agonistica, le innumerevoli Coppe del Mondo disputate, le gioie e i dolori. L’appagamento e Giorgio Di Centa, di fatto, non si sono ancora incontrati e rinvieranno l’appuntamento almeno per un altro anno, perché il cuore, la grinta e il desiderio di stupire ancora non si possono placare. Vanno semplicemente seguiti, senza timori reverenziali. E il friulano, incurante di chi storcerà il naso alla notizia del suo mancato ritiro, si rimetterà nuovamente in discussione, nonostante non abbia più nulla da dimostrare.

La decisione di proseguire anche dopo Sochi, probabilmente, è maturata anche in base alle evidenti ottime prestazioni delle ultime stagioni, in cui Di Centa è risultato essere spesso e volentieri il miglior azzurro, per un movimento che tante (troppe) volte è ricorso al talento dell’oro olimpico di Torino 2006 per salvare la pelle (ma questo è un altro discorso…). Una carriera particolare, con un percorso quasi anomalo, in costante crescita e senza calare con il passare degli anni. Uno dei tanti esempi, nel panorama sportivo italiano, di come ‘invecchiare’ sia tutt’altro che sinonimo di ‘regredire’.

Tante le discipline interessate da questo ‘fenomeno’, tra cui inevitabilmente quella che maggiori soddisfazioni ha offerto nei decenni all’Italia, ça va sans dire la scherma. E l’accostamento con la schermitrice più forte di sempre, a questo punto, diventa fin troppo facile. Lapalissiano, certo, ma inevitabile. Perché Valentina Vezzali ha continuato a dominare i palcoscenici mondiali del fioretto anche ad età ‘avanzata’, con l’oro iridato di Catania 2011 giunto a 37 anni. Ma la vera impresa, probabilmente, la jesina l’ha firmata a Londra un anno dopo, con una rimonta passata alla storia contro la Nam per il bronzo, con quattro stoccate infilate in una dozzina di secondi (da 8-12 a 12-12). Meno leggenda, ma non meno fuoriclasse, Giovanna Trillini, tre volte campionessa mondiale ma meravigliosamente di bronzo a 36 e 37 anni, a Torino 2006 e San Pietroburgo 2007, senza dimenticare il contributo sempre prezioso nelle prove a squadre nei suoi ultimi anni di carriera. La Seconda Guerra Mondiale, invece, non fermò Edoardo Mangiarotti, che tra Melbourne 1956 e Roma 1960 (a 37 e 41 anni) si mise al collo ben cinque medaglie olimpiche

Non mancano, naturalmente, anche personaggi che hanno fatto la storia del calcio italiano, a partire da Dino Zoff, saracinesca dell’Italia campione del mondo in Spagna nel 1982 a 40 anni e colonna portante della Juventus di quel periodo. Indelebile, per i tifosi milanisti, il ricordo di Paolo Maldini, trascinatore del suo ultimo Milan targato Carlo Ancelotti e vincitore, da capitano, della Champions League a 39 anni. Maldini detiene, inoltre, il record del gol più veloce segnato in una Finale di Champions (51″20), con la rete realizzata a 37 anni nell’atto conclusivo del 2005 contro il Liverpool. Chi, invece, sta attualmente contribuendo al sensazionale campionato della Roma è Francesco Totti, per una seconda giovinezza iniziata però con il ritorno di Zeman sulla panchina dei giallorossi, il cui lavoro ha contribuito in maniera fondamentale alla ritrovata freschezza atletica e fisica del Pupone, classe ’76 ma ancora un fattore determinante così come Andrea Pirlo (soprattutto nelle ultime settimane) e Antonio Di Natale, imprescindibili per Juventus ed Udinese. Last, but not the least, Alessandro Del Piero, bandiera juventina che, seppur meno utilizzato rispetto ai sopraccitati, ha saputo rendersi ugualmente decisivo nei suoi ultimi anni in bianconero. L’alter ego al femminile dei più celebri uomini, invece, è senza dubbio Patrizia Panico, implacabile bomber della Torres con cui ha collezionato 35 reti in 29 presenze nell’ultima stagione. E i 38 anni sembrano soltanto un dettaglio di poco conto.

Restando nell’ambito degli sport di squadra, due pilastri della Nazionale di pallavolo come Luigi Mastrangelo e Samuele Papi si sono guadagnati l’ennesima soddisfazione di una carriera florida di successi con il bronzo olimpico di Londra, rispettivamente a 37 e 38 anni. Ancor più decisivo rispetto ai due di cui sopra Andrea Gardini, uno dei centri più forti della storia in grado di cucirsi il tricolore sul petto a 37 anni con Modena, nel 2002. Lunghissima anche la carriera di Dino Meneghin, considerato uno dei cestisti più forti d’Europa e capace di mantenere degli standard di gioco piuttosto elevati anche quando era già stato imboccato il viale del tramonto. Nella pallanuoto, tra i portieri più forti del mondo non può che essere citato Stefano Tempesti (35 anni), mentre tra le donne si è distinta soprattutto nella sua Orizzonte Catania Martina Miceli. Passando dalla palla tonda a quella ovale, è impossibile non regalare spazio alla magia e alla concretezza, anche sul finire della carriera, di Diego Dominguez.

Dalle leggende incastonate in una squadra, torniamo alle leggende che risplendono di luce propria. Quelle che, per certi aspetti, hanno un fascino apparentemente maggiore rispetto ai componenti di un team. A Sochi, Armin Zöggeler è entrato nel mito dello sport italiano più di quanto non ci fosse già, con la sesta medaglia olimpica consecutiva agguantata a 40 anni esatti. Numeri da capogiro i suoi, un vero e proprio simbolo di caparbietà ed resistenza alle intemperie, forse non equiparabile, però, ad una delle sportive più longeve della storia, Josefa Idem. Una carriera lunga otto Olimpiadi la sua, da Los Angeles a Londra, dove sfiorò una clamorosa medaglia all’età di 48 anni, conquistando comunque uno strepitoso quinto posto. Quattro anni prima, la canoista si era aggiudicata la medaglia d’argento a Pechino, nient’altro che il bis del secondo posto incamerato anche ad Atene (sempre sui 500 metri) a 40 anni. Una donna d’acciaio, la cui carriera sarebbe potuta cominciare anche a Sydney 2000, quando a 36 anni, invece, conquistò l’unico alloro olimpico. In mezzo, ragionando sul periodo oltre i trentacinque anni, anche nove medaglie mondiali e otto medaglie europee. Bionica come poche nella storia dello sport.

Di Centa, con tutta probabilità, avrà tratto ispirazione anche dalle gesta di un campione come Maurilio De Zolt, invece, hanno costruito il proprio palmares, in pratica, interamente oltre ad età avanzata. Le sue nove medaglie, tra Olimpiadi e Mondiali, sono arrivate tutte oltre i 35 anni, in cui spiccano il leggendario oro in staffetta a 44 anni di Lillehammer e gli argenti di Calgary 1988 e Alberville 1992 nelle 50km. Un altro esempio vicino al carabiniere di Tolmezzo è evidentemente Pietro Piller Cottrer, splendido 36enne d’argento a Vancouver 2010. Non ha conosciuto la parola ‘calo’, nella sua fulgida carriera, Alessandra Sensini, indomabile velista che ha vissuto una stagione magica nel 2008, a 38 anni, con l’argento olimpico di Pechino e l’oro mondiale di Auckland nella categoria RS:X. E, per festeggiare i 40 anni, la toscana non si è fatta mancare un altro argento iridato, a Kerterminde. Ha impressionato e fatto sognare l’Italia solo un anno fa, invece, una commovente Valeria Straneo, a 37 anni capace di prendersi le sue rivincite sui problemi di salute del passato con una maratona da favola (e d’argento) ai Mondiali 2013.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

 

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