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Sochi 2014

FantaSochi, Aldo Lattuile: “Italia, investire sui giovani è fondamentale! Sogno Roma 2024”

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Con la sua Spirito Olimpico, Aldo Lattuile si è classificato terzo al FantaSochi organizzato da Olimpiazzurra (qui la classifica completa) durante le Olimpiadi Invernali. Ecco cosa ha dichiarato al nostro portale.

 

Come nasce la tua passione per lo sport?

Nasce da giovane anzitutto come voglia e necessità di praticare attività sportiva che, grazie ai diversi insegnanti di educazione fisica avuti, non si è fermata esclusivamente al “pallone” delle partite di calcio ma ha avuto la possibilità di praticare esperienze in diversi sport individuali e di squadra. Come appassionato e tifoso degli sport olimpici, la folgorazione avvenne un giorno d’estate del 1980 quando, accendendo la televisione vidi tre ragazzi grondanti sudore che “marciavano” verso il traguardo olimpico. Il fatto che uno dei tre fosse italiano istintivamente calamitò la mia attenzione ed iniziai a seguire la gara, con chiaramente i tempi e le difficoltà che i palinsesti Rai di allora consentivano; ancora non esistevano neanche le tv private ed il “mosaico olimpico” di SKY era pura e semplice fantascienza. Comunque sia quando ad un certo punto le telecamere inquadrarono – complici le squalifiche di Bautista e Solomin – solo la maglia azzurra di Maurizio Damilano, lo sconcerto e la sorpresa iniziale lasciarono spazio alla gioia ed all’eccitazione – grazie anche alla coinvolgente voce di Paolo Rosi – per concludersi al traguardo con il cuore gonfio di orgoglio tricolore. Da allora ogni quattro anni – diventati due con lo slittamento dei giochi invernali – l’appuntamento olimpico è divenuto irrinunciabile“.

 

Qual è stata la ‘follia’ più grande che hai compiuto per lo sport?

Mi piace rammentare due episodi, uno da tifoso ed uno da praticante. Nel 1983 accanto allo scudetto del calcio, Roma vinse anche quello della pallacanestro e l’anno successivo, con alcuni amici di scuola seguimmo al palasport tutte le partite in casa della Coppa Campioni del Banco Roma di Wright e Gilardi. La sera in cui la squadra si qualificò per la finale, uscendo dall’impianto, ci si guardò negli occhi e quasi con timore pronunciammo la parola “Ginevra”. Considerate che a quei tempi non esisteva l’alta velocità ferroviaria o i voli low cost e per dei ragazzetti minorenni anche semplicemente andare un sabato al Motor Show di Bologna assomigliava ad una mezza avventura. Comunque sia partimmo e, complice anche un secondo tempo da leggenda che culminò con la vittoria della squadra italiana, questo per me rimane il ricordo di una piacevole pazzia giovanile fatta per seguire lo sport. Qualcosa di simile avvenne da sportivo attivo qualche anno dopo: a livello amatoriale ho praticato diversi sport e tra questi, per alcuni anni anche il tiro con l’arco. A livello di club si concordava il calendario delle gare a cui partecipare, organizzando congiuntamente anche le trasferte. Un sabato mattina, durante gli allenamenti, insieme ad altri due amici per gioco lanciammo l’idea di partecipare ad una gara a Firenze non programmata; presto fatto e da li a poco tutti e tre partimmo in auto per la Toscana dove arrivammo il pomeriggio appena in tempo per iscriverci. Tra gara, attesa dei risultati (uno dei miei amici vinse anche un trofeo) e premiazioni, quando risalimmo in macchina per tornare e casa si era fatta notte fonda, ma per fortuna il giorno dopo avevamo la domenica per riposarci. Altra pazzia in nome dello sport!

 

Come hai scoperto Olimpiazzurra e cosa rappresenta per te?

Nel momento in cui è nato l’interesse per gli sport cosiddetti minori, seguirli per 15 giorni ogni quattro anni non era comunque soddisfacente, anche perché spesso durante le Olimpiadi ci si trovava di fronte a nomi e situazioni esclusivamente da addetti ai lavori e dei quali si ignorava praticamente tutto. Nomi come Pollio, Federico Euro Roman, Oberburger, Ferrazzi e tanti altri ancora venivano alla ribalta solo in quei giorni; è vero che questo significava vivere piacevoli sorprese ma è altrettanto vero che per chi voleva seguire durante l’anno questi atleti, non esisteva nessuna possibilità. Ogni tanto, magari in occasione di qualche mondiale si poteva trovare qualche trafiletto nelle ultime pagine dei quotidiani sportivi, ma nulla di più: pensate che anche per seguire i campionati di calcio stranieri o il basket NBA per i quali oggi basta aprire in tempo reale una pagina del televideo, era necessario acquistare a distanza di settimane delle riviste specializzate (tipo Guerin Sportivo). L’avvento di Internet è stato sconvolgente e, grazie anche ai siti delle singole federazioni sportive, si è potuto disporre di notizie quasi sempre puntuali e complete. Siti sportivi specializzati inoltre consentono commenti ed approfondimenti che le singole federazioni a volte non possono o vogliono pubblicare. A tal fine ho seguito per qualche anno il sito Blogosfere e quando questo ha cessato di inserire in rete notizie sportive, ha consigliato un appena nato Olimpiazzurra che da allora per me è divenuto un riferimento quasi quotidiano”.

 

Come giudichi il rendimento dell’Italia a Sochi 2014?

È chiaro che emotivamente lo zero sotto la casella degli ori ha un impatto negativo notevole, specialmente perché questo fa terminare l’Italia nel medagliere finale dietro a molte nazioni alle quali sportivamente non abbiamo nulla da invidiare. Però, considerando le premesse e gli atleti con cui ci siamo recati a Sochi, quello che l’Italia ha ottenuto è più o meno quello che a priori ci si poteva aspettare; nel complesso quindi la valutazione è sufficiente. Nello sport, come nella vita, si raccoglie ciò che si semina e per molte discipline, molto poco si è seminato. Il nuovo corso del Coni targato Malagò, per il quale al centro dell’ente pone l’atleta e la diffusione dell’attività sportiva giovanile, darà certamente in futuro ottimi risultati; d’altra parte, come si può constatare ad esempio per il biathlon o la combinata nordica rifondati già in passato, quando si investe sui tecnici e sui giovani, ottenere dei frutti positivi è solo questione di tempo. L’Italia ha poi purtroppo sempre la nota dolente della carenza di impianti sportivi che, specialmente per gli sport invernali, costituisce un notevole handicap nei confronti di molti altri paesi. Questo spiega ad esempio il vuoto totale in alcune discipline ed allo stesso tempo fa pensare alle notevoli potenzialità di altre che, se validamente supportate potrebbero dare risultati eccezionali; ad esempio i giovani dello slittino in tutte e tre le specialità hanno davanti un quadriennio ricco di successi pur se costretti per allenarsi e provare i materiali, a vagare per l’Europa“.

 

Cosa ti aspetti in vista di Rio 2016?

Fare previsioni a due anni e mezzo dai giochi è se non impossibile, quantomeno azzardato. Penso comunque che le potenzialità per migliorare Londra 2012 – anche in funzione della nuova politica sportiva sopra richiamata – ci siano tutte. Il nuovo corso federale e/o tecnico di sport quali atletica, canottaggio, ciclismo, vela, accanto alle solite certezze del tiro, pugilato e scherma, senza voler dimenticare tutte le altre discipline, potranno portare ottimi risultati. C’è purtroppo da considerare che, in un medagliere come quello italiano dove generalmente un terzo degli allori vengono dalla scherma, avrà molta influenza la decisione “politica” sulla possibilità di assegnare medaglie anche alle squadre di fioretto femminile e sciabola maschile. Avremo comunque sicuramente tempo e modo per approfondire e riparlare di Rio 2016. Con un altro piccolo pensiero ad un altro sogno “italiano”: Roma 2024. Ringrazio infine per l’opportunità concessami ed esprimo vive e sincere congratulazioni per il positivo servizio che proponete“.

 

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