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Sci di fondo

ESCLUSIVA | Francesco De Fabiani: “Punto ai vertici, soddisfatto di Sochi”

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E’ uno dei talenti più promettenti nel panorama dello sci di fondo italiano, nonché una delle più grandi speranze per la rinascita dell’intero movimento. Reduce dall’esordio olimpico, a Sochi Francesco De Fabiani ha probabilmente compiuto soltanto il primo passo di una carriera che, se rispetterà le attese, si prospetta brillante. Olimpiazzurra lo ha intervistato.

La prima volta non si scorda mai: come hai vissuto le emozioni olimpiche, dalla cerimonia d’apertura alle gare?
È stato tutto molto bello, dalla cerimonia d’apertura a quella di chiusura e l’emozione di fare la mia prima 50 chilometri, con così tanto pubblico a tutti passaggi dello stadio che sono poi stati ben dieci. A Sochi è andato tutto bene, tra le altre cose ho osservato un po’ come vivono i i campioni del fondo ma anche del biathlon. 

Passiamo alle gare, sicuramente interpretate con il piglio giusto: a freddo, aspiravi ad arrivare più in alto o sei soddisfatto dei risultati?
Le gare sono andate bene, anche perché il mio primo obiettivo delle Olimpiadi era fare esperienza per il futuro, proprio per questo non mi sono posto dei grandi obiettivi. Uno tra tutti era migliorare la mia prestazione di Lenzerheide (al Tour de Ski, 50esimo nella mass start di 15km, ndr) e quindi entrare una volta magari nei 40, invece è andata molto meglio anche per il fatto che potevano correre solo in quattro per Nazione. Comunque un 25esimo nella 50, un 22esimo nello skiathlon e il 30esimo nell’individuale non sono niente male come debutto alle Olimpiadi. E per questo sono molto soddisfatto.

Nella 15km sei stato il migliore del quartetto azzurro. Hai sperato per un momento di far parte della staffetta?
Si è vero, nella 15 sono stato il migliore italiano (solo di 10 secondi). Credo però che fare la staffetta sarebbe stata una responsabilità troppo grande per me che mi trovavo, quasi ventunenne, alla mia prima Olimpiade ed alla quinta gara di Coppa del Mondo, quindi sono contento così.

Hai affrontato la tua prima 50km in carriera proprio a Sochi, tra l’altro con un atteggiamento encomiabile. Ti vedi competitivo in futuro anche su questa distanza?
La mia prima 50 è andata bene perché mi sentivo in forma e la neve era veloce; sono riuscito a stare nel gruppo fino all’ultimo chilometro, che tra l’altro era tutto in salita. Mi è piaciuta come gara e sicuramente con più ore di allenamento sulle spalle si può migliorare.

Passando invece all’attuale situazione del fondo italiano, cosa pensi si sia sbagliato nella gestione dell’ultimo quadriennio olimpico? Le lacune sono state gravi…
Su quest’ultimo quadriennio olimpico io non posso esprimermi perché sono stato Junior fino a quest’anno che son passato di categoria. E’ stato tutto un po’ nuovo, quindi non posso dire cosa sia giusto o sbagliato. Sicuramente il fatto che mi abbiano portato a fare queste gare in quanto giovane è estremamente positivo.

Da dove bisogna ripartire per far tornare competitivo tutto il movimento?
Per far tornare competitivo tutto il movimento bisogna sicuramente puntare sui giovani, non caricandoli però di troppe responsabilità. Quello che voglio dire è che i risultati, con l’impegno e l’allenamento, arriveranno, ma non saranno immediati.

Obiettivi per il finale di stagione? Ti rivedremo in Coppa del Mondo?
Nel finale di stagione mi ristabilirò in Coppa Europa, perché tra Lahti e Oslo ci sono 2 sprint e un’altra 50km e in ogni caso a Falun non potrò andare, non essendo nei primi 50 di Coppa del Mondo.

Dove ti vedi a Pyeongchang 2018?
Pyeongchang 2018 sarà per me un’Olimpiade totalmente diversa da quella appena passata. Lì avrò sicuramente molte più responsabilità e spero di fare bene. Il mio obiettivo per i prossimi anni è quello di avvicinarmi pian piano alle posizioni di vertice a livello mondiale, non sarà facile ma ci proverò.

Sogno nel cassetto?
Il mio sogno nel cassetto era quello di partecipare alle Olimpiadi e l’ho realizzato quest’anno, quindi ora vorrei lottare per una medaglia nelle prossime; sarà dura ma non si può mai dire.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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