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ESCLUSIVA | La corsa di Michele Campagnaro: “Finora grandi soddisfazioni, sogno il Mondiale. Il mio futuro…”

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In una stagione oltremodo travagliata per Benetton Treviso e Nazionale, ha rappresentato una delle poche luci nelle tenebre calate sull’Italia del rugby. Ma non solo. Perché Michele Campagnaro non si è accontentato di rivelarsi alle platee internazionali, è anche diventato un titolare inamovibile tra i Leoni e in maglia azzurra. E il cielo, sopra il talento classe 1993, promette ancora molto. Olimpiazzurra lo ha intervistato.

Partiamo dalla stagione nel Benetton Treviso: a livello personale è stata senza dubbio la stagione della svolta, mentre la squadra sta disputando una stagione inaspettatamente negativa
E’ stata una stagione un po’ strana. C’erano tante aspettative dall’anno scorso e sicuramente degli obiettivi elevati, però noi in primis e tante altre cose hanno fatto sì che facessimo tutto il contrario di quello che doveva essere. Manca ancora qualche partita e dovremo mettercela tutta per far meglio“.

Da dove derivano principalmente le difficoltà incontrate?
Quelli che scendono in campo siam noi, quindi i primi a cui far riferimento è appunto la squadra, però ci sono anche discorsi riguardo quello che sta intorno alla squadra che, quest’anno, a livello generale è stato un po’ messo in dubbio. In primis i dubbi sulla prossima stagione e i problemi che ci sono stati con l’allenatore. Non è stato facile“.

Riguardo Franco Smith, ha influito di più sapere ad inizio stagione che sarebbe andato via a giugno oppure il cambio in corsa?
Secondo me non doveva essere comunicato, ad inizio stagione, che lui sarebbe andato via. Doveva semplicemente fare la stagione come lo scorso anno. Forse quello ha un po’ influenzato. Non è stato tanto felice il fatto che sia andato via. Sono cambiate un po’ di cose, non in peggio sicuramente, ma non è stata la cosa migliore”.

Che idea vi siete fatti voi giocatori di tutta la questione legata alla partecipazione al Pro12?
Non so se sia ancora in dubbio o meno, ma comunque non c’è ancora la certezza. Ci son tante cose che non ci vengono dette e che presumiamo noi. Penso sia un discorso strettamente legato tra club e Federazione, sono problemi che riguardano loro e che devono risolvere tra di loro. Poi noi dobbiamo pensare a scendere in campo e basta“.

Contro Munster, nonostante le difficoltà, avete dimostrato di essere ancora in piedi. Vedi la giusta determinazione nel gruppo?
Ci rimangono poche partite e con tanti, forse, non si giocherà più insieme, quindi penso siano anche occasioni per far vedere quanto valiamo. Dobbiamo viverla meglio questa parte e metterci la giusta determinazione“.

Forse più del Benetton Treviso, chi sta attraversando un periodo difficile è Francesco Minto. Il presidente Gavazzi ha detto che la sua carriera potrebbe essere a rischio. Come sta reagendo a questa situazione? Pensi che lo rivedremo in campo?
Penso di sì, lo spero con tutto me stesso. Penso sia stato un problema di amministrazione, anche perché ovviamente il problema fisico c’è e ci sarà sempre. Se presa nella giusta maniera, poteva essere gestita meglio la situazione sia per Francesco sia per tutto il casino che c’è intorno. Farà un po’ di visite, dovrà passare per questioni burocratiche ma dovrebbe tornare“.

Passiamo alla Nazionale e al Sei Nazioni appena trascorso. Ti è bastata una partita per farti conoscere da tutta Europa. Cosa si prova ad ammutolire uno stadio come il Millennium Stadium con due mete, una più bella dell’altra?
Sono sensazioni che realizzi pian piano, lì per lì è una grande emozione. In quel momento non ci pensi tanto, pensi più alla partita e a quello che devi fare. E’ una bella soddisfazione“.

Quella contro il Galles è stata, però, anche l’unica grande prestazione dell’Italia nel torneo. Dalla buona partita disputata contro la Francia in poi, il calo è stato netto. Nello spogliatoio che spiegazioni vi siete dati?
Ci sono state molte parole come non dovevano esserci. C’è stata tanta amarezza, delusione per un torneo che sicuramente una partita dopo l’altra è andato sempre peggio. Bisogna guardarsi in faccia e dirsi le cose come stanno, per ripartire e lavorare intensamente“.

Che tipo di allenatore è Brunel lontano da microfoni e telecamere?
Tranquillo, una persona pacata. Normale direi“.

Cinque gare del Sei Nazioni, cinque volte da titolare e sempre per 80 minuti. Avrai certamente imparato tanto da un torneo così duro ed impegnativo.
Ho avuto la fortuna di farle tutte e ringrazio chi mi sta dando fiducia. Ho imparato moltissime cose e ho imparato soprattutto che siamo molto indietro rispetto alle altre Nazioni, quindi dobbiamo continuare ad allenarci duramente per cercare un giorno di essere al loro livello ed esser più competitivi“.

Dall’incontro giocato all’Aviva Stadium contro O’Driscoll cosa hai potuto imparare? Gli hai carpito qualche segreto?
Vedendolo così penso sia un’altra cosa rispetto a vederlo in televisione. Ho capito quanto sia un campione per riuscire a gestire una squadra nel suo ruolo e fare quello che fa. E’ sempre spettacolare. Purtroppo avercelo contro non è mai bello (ride, ndr)”.

Sei un giocatore essenzialmente completo, ma su quali aspetti vuoi premere in particolare per migliorare ancora?
Sicuramente sulla difesa. Anche se mi piace molto di più l’attacco penso che, a questi livelli, la difesa deve essere curata in ogni dettaglio e perfetta. Non trascurerò l’attacco perché adoro attaccare e giocare a rugby palla in mano“.

Tu, Esposito, Allan e Sarto. Al Sei Nazioni avete giocato per la prima volta tutti insieme e non è andata per niente male. Vista l’età, siete indubbiamente le grandi speranze per il futuro della Nazionale. Avvertite la pressione?
Pressione non penso, siamo giovani, viviamo i momenti con molta più spensieratezza di altri giocatori. Bisogna essere consapevoli di doversi impegnare, che niente è dovuto e che è solo il primo passo verso qualcosa di importante“.

Man of the Match all’esordio nel Pro12, meta alla prima da titolare in azzurro e due mete all’esordio nel Sei Nazioni. Come inizio di carriera non c’è male. Ambizioni per il futuro?
Sicuramente sono molto contento di quello che ho avuto. Ambizioni? Il sogno è di vivere il Mondiale, qualcosa di unico. Sarebbe una grande e bella soddisfazione“.

Come detto anche da te prima, dal Benetton partiranno inevitabilmente tanti giocatori. Il tuo futuro sarà ancora a Treviso? Le sirene inglesi e francesi non mancano…
Sinceramente non lo so ancora, è tutto in dubbio, quindi preferisco vivere tranquillamente questi momenti e prendere quello che viene. Davvero non lo so“.

Immagino che qualche contatto con alcune società ci sia già stato
Sì, qualche interessamento c’è stato ma niente di concreto. Vedremo“.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Foto: Fotosporit/FIR

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