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ESCLUSIVA – Biathlon, intervista alla medagliata Karin Oberhofer

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Karin Oberhofer è certamente stata la biathleta azzurra più positiva ai Giochi Olimpici di Sochi: la 28enne di Velturno in stagione ha dovuto fare i conti con la sfortuna, prima per un guasto alla carabina, poi con le cadute, infine con la febbre che l’ha costretta a saltare l’ultima tappa di Coppa del Mondo di Anterselva. Non ha mai mollato l’azzurra, rimboccandosi le maniche nel ritiro pre-olimpico di Zoldo Alto e arrivando in Russia al meglio della condizione. Il podio sfiorato nella sprint, l’ottavo posto dell’inseguimento e i piazzamenti ottenuti nell’individuale e nella mass start sono la conferma di aver trovato un’atleta da considerare nel gotha del circuito. Il suo punto di forza è la solidità, sia al poligono, sia mentale nella gestione della gara. Le prestazioni delle staffette poi sono la ciliegina sulla torta per questa ragazza, che più di tutte merita il bronzo conquistato nella staffetta mista di giovedì. L’ascesa di Karin nelle ultime due stagioni riflette la crescita complessiva del nostro movimento. Andiamo ad analizzare dal suo punto di vista la prestazione nell’appuntamento olimpico in un’intervista esclusiva prima della realizzata prima della partenza per la tappa di Pokljuka:

Con il quarto posto nella sprint di Sochi hai raggiunto il miglior piazzamento di un’atleta italiana, migliorando il quinto posto della tua compagna Michela Ponza, quinta a Torino nel pursuit del 2006. C’è più rammarico per aver sfiorato la medaglia o la consapevolezza di aver centrato un risultato storico?

“E’ veramente un peccato perchè alle Olimpiadi contano solo le medaglie, ma sono comunque contenta per il mio quarto posto dopo una stagione difficile”.

Il tuo piazzamento nelle quindici in tutti e quattro i format è la conferma che sei una delle atlete più complete. Possiamo dire che fai parte delle big del movimento femminile?

“Non so se sono considerata con le migliori, ma sono anni che mi alleno concentrata e questi Giochi sono stati il frutto del lavoro svolto”.

Dopo la sfortuna che ha caratterizzato la tua stagione ti aspettavi di cogliere dei risultati così importanti?

“No, non me lo sarei mai aspettato. Nonostante tutto, sono riuscita a rimanere concentrata sull’ obiettivo delle Olimpiadi e la fortuna ha girato al momento giusto”.

Nella 15 km ci hai tenuto col fiato sospeso fino all’ultima serie, centrando un buon piazzamento nonostante i due bersagli mancati. Ora i riflettori saranno sempre più puntati su di te, come vivi questa situazione?

“Cerco di continuare sulla stessa strada e fare il mio lavoro”.

Qual è stata, secondo te, l’arma in più della nazionale italiana in questi Giochi Olimpici?

“Sicuramente il fatto che siamo un gruppo unito”.

Passiamo alle staffette, con lo splendido bronzo della mista. Tutto ha funzionato alla perfezione. Raccontaci come hai vissuto questo podio: prima, durante e nel dopo gara?

“Durante la gara ho cercato di contribuire al meglio e di pensare il meno possibile. Quando è stato il turno dei ragazzi ho pregato e speravo che si comportassero come negli allenamenti e in gara hanno dimostrato il loro valore.”

Dopo il bronzo a Nove Mesto, la staffetta femminile è giunta sesta a Sochi. Cosa è mancato per eguagliare il risultato? Forse c’era un po’ di pressione in più, nonostante il bronzo della mista?

“Ma non penso, come sempre le staffette si vincono insieme e si perdono insieme”. 

Migliaia di appassionati vi hanno festeggiato a Mantana al vostro rientro, ti aspettavi un calore di questo tipo?

“E’ stato incredibile, una festa inaspettata e bellissima”.

A 28 anni quella olimpica può essere la svolta della tua carriera: quali sono i tuoi obiettivi per la fine di questa stagione e per quelle a venire?

“Vorrei finire bene al meglio la stagione olimpica e per il futuro mi auguro di mantenere il livello che ho raggiunto in questi Giochi Olimpici”.

Foto: Serge Schwan FISI

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