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Speed skating | Italia, tutto su Pyeongchang 2018

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Le Olimpiadi di Sochi 2014 non hanno riservato grandi soddisfazioni allo speed skating italiano. E’ bene sottolineare sin da subito, tuttavia, come i Giochi invernali russi abbiano rappresentato una tappa intermedia verso l’obiettivo vero e proprio, ovvero Pyeongchang 2018.

Dopo i fasti di Torino 2006 e l’addio all’attività abbastanza precoce da parte di Enrico Fabris, l’Italia si è ritrovata a fare i conti con un vuoto generazionale. Come accede sovente in molte discipline nostrane, ci si è cullati sugli allori del presente, disinteressandosi o quasi delle possibili nubi che avrebbe potuto riservare il futuro. E che puntualmente sono arrivate.

Da qualche stagione, tuttavia, è in atto un progetto serio promosso dai tecnici Stefano Donagrandi e Giorgio Baroni, i quali, pur tra le ormai ataviche difficoltà organizzative del Bel Paese (mancanza di impianti coperti, necessità di lunghe trasferte all’estero per gli allenamenti, numero esiguo di praticanti, etc.), hanno dato vita ad una squadra giovane e di prospettiva.

In campo maschile gli elementi più interessanti sono Mirko Nenzi ed Andrea Giovannini. Il primo si presentava a Sochi da outsider di lusso dopo il primo podio in Coppa del Mondo conquistato ad Astana nei 1000 metri ed il sesto posto nella rassegna iridata 2013. Purtroppo il veneto ha pagato a caro prezzo la tensione del primo appuntamento olimpico, non riuscendo ad esprimere appieno il proprio potenziale, se non nei 1500, ovvero la distanza per lui più ostica. I margini di miglioramento, soprattutto per quanto riguarda l’ampiezza del gesto tecnico, restano ampi e Nenzi ha tutto per diventare uno dei big dei 1000 metri e non solo.
Giovannini, invece, è il polivalente del gruppo, in grado di ben figurare nelle distanze più lunghe, ma anche nei 1500 metri. Insomma, un vero e proprio all-rounder, come in passato era stato proprio Enrico Fabris. Il 17mo posto nei 5000 a Sochi costituisce una base interessante da cui partire per un ragazzo che ha vinto tutto a livello giovanile.

In campo femminile le potenzialità di Francesca Lollobrigida restano tutt’ora inesplorate, lei che solo da due stagioni ha cominciato a fare sul serio con lo speed skating dopo aver vinto tutto nel pattinaggio a rotelle. Proprio un maggiore interscambio tra le due discipline dovrà rappresentare la base per allargare il numero di praticanti e, come dimostrato dall’Olanda, accrescere il rendimento complessivo. Interessanti anche Giulia Lollobrigida, sorella minore di Francesca, Paola Simionato, Yvonne Daldossi, Francesca Bettrone e le due ‘baby’ Gloria Malfatti e Gloria Ioriatti, entrambe impegnate anche nello short track (e anche qui l’Olanda ci ‘insegna’ che è possibile coniugare al meglio questi due sport differenti).

Una vera e propria svolta per l’Italia, inoltre, potrebbe giungere dalla mass start, competizione che potrebbe essere inserita nel programma olimpico tra 4 anni (le possibilità che ciò accada sono piuttosto elevate). In questa disciplina atleti come Francesca Lollobrigida (già seconda in una prova di Coppa del Mondo lo scorso anno) e lo stesso Nenzi possiedono le carte in regola per eccellere, essendo quella che più si avvicina al pattinaggio a rotelle.

Insomma, non è tutto nero come si potrebbe pensare dopo le Olimpiadi di Sochi, anzi. Nel prossimo quadriennio ci aspettiamo gradualmente un’Italia sempre più protagonista sui palcoscenici mondiali.

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federico.militello@olimpiazzurra.com

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