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Rugby

Italrugby: il cielo è decisamente più blu

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Dal Sei Nazioni 2013 al Sei Nazioni 2014 con lo stesso piglio, con lo stesso coraggio e con la stessa consapevolezza. Quasi come se i test match di giugno e di novembre non si fossero mai giocati, come se l’Italia di Jacques Brunel non avesse mai visto interrompersi il proprio percorso di crescita. Eppure, la finestra autunnale faceva temere il peggio per l’esordio nel torneo più antico del mondo a casa dei bi-campioni in carica; al Millennium Stadium del Galles, però, l’Italrugby ha lasciato tutti a bocca aperta, aprendo un nuovo capitolo dopo le difficoltà di novembre. Ma cosa è cambiato in due mesi per la Banda Brunel?

Atteggiamento

Novembre: l’Italia aveva perso la sua caratteristica grinta e la cattiveria agonistica era preoccupantemente scemata rispetto al Sei Nazioni 2013. Due peculiarità fondamentali per giocare a rugby ad un livello così alto, con gli avversari sempre pronti ad azzannare la preda su ogni minima distrazione o calo di concentrazione. Debolezze italiche di cui hanno approfittato, in serie, Australia, Fiji ed Argentina, con i risultati e le critiche che ne sono conseguite.
Galles-Italia: sin dalla prima azione azzurra dopo 1′ di gioco, si era notato un approccio diverso alla gara, un’intensità decisamente elevata e uno spirito finalmente combattivo e guerriero come non lo si vedeva da un anno a questa parte. Un inizio brillante, però, ‘rovinato’ dall’infortunio di Esposito qualche istante più tardi e in molti avranno pensato (come dare torto) di essere soltanto nella fase embrionale di una vera e propria imbarcata. La Banda Brunel, invece, si è rimboccata le maniche ed ha mostrato i denti ai campioni in carica, sorpresi dalla carica agonistica degli ospiti e dal coraggio con cui sono stati presi letteralmente per le corna per tutta la partita.

La fase difensiva

Novembre: da sempre punto di forza della Nazionale, la fase di contenimento si era scoperta clamorosamente impreparata nei test autunnali, venendo bucata con grande regolarità soprattutto da Australia e Fiji. I motivi erano da ricercare anche nella maggiore libertà che Brunel aveva voluto concedere alla fase offensiva, senza tener conto però di una coperta eccessivamente corta, che ha di conseguenza sguarnito il reparto arretrato. Una difesa di burro come la non si vedeva da tanto tempo.
Galles-Italia: non si finisce mai di imparare dagli errori e Brunel ne è consapevole. Al Millennium Stadium, la difesa è tornata ad essere la base del gioco azzurro, il perno su cui deve ruotare inevitabilmente l’Italrugby per sfoderare prestazioni come quella di sabato. Contro la fenomenale linea di trequarti gallese, l’Italia si è fatta sorprendere di fatto in una sola occasione (la meta di Williams con il break di Roberts), contenendo in maniera eccelsa tutti i tentativi di assalto da parte di North&co. anche in situazioni di gioco rotto, mostrando ottima velocità nel riposizionamento.

1 vs. 1 in difesa

Novembre: 84% di placcaggi ben portati contro l’Australia, una percentuale tutt’altro che soddisfacente a sottolineare come non fosse solo la componente collettiva a non funzionare, ma anche gli individualismi in alcuni casi. 100 i placcaggi fatti, contro i 19 mancati, di cui tanti di fondamentale importanza.
Galles-Italia: il rapporto tra placcaggi fatti e mancati sale di poco (88%), ma i placcaggi effettuati sono ben 121, mentre quelli mancati 17. C’è da dire, però, che gran parte dei tackle azzurri si sono dimostrati di grande efficacia nel far salire anche la difesa o nello stoppare le iniziative gallesi; anche i placcaggi mancati, inoltre, non hanno avuto un’eccessiva influenza grazie anche alla reattività di tutta la squadra.

La mischia

Novembre: i fari erano puntati sull’impatto delle nuove regole sulla mischia azzurra, autrice di un autentico flop durante la finestra autunnale, dove è risultata essere impreparata ed in ritardo rispetto al resto del mondo ovale. Contro l’Australia gli allarmi sono scattati in maniera preoccupante, ma (eccezion fatta il match contro le Fiji) al cospetto del forte pack dell’Argentina la situazione è mutata ben poco, con 4 mischie su 7 perse su propria introduzione, che non ha fatto altro che contribuire alle difficoltà azzurre, privata di fatto della sua arma migliore.
Galles-Italia: contro una delle mischie più efficaci del globo e di fronte ad uno dei piloni destri più forti in assoluto, Adam Jones, la Banda Brunel ha mostrato concreti segni di risveglio, stabilizzando forse definitivamente il proprio pack e limitando la conquista gallese anche in questa fase. Non sono mancati, però, i problemi sulla nostra introduzione e le statistiche non mentono (57% di mischie vinte), ma le impressioni destate in particolar modo da Michele Rizzo non possono passare inosservate. Ci sarà ancora da lavorare e da rifinire, ma il processo appare quasi in fase di ultimazione.

La fase offensiva

Novembre: è ancora sotto gli occhi di tutti la fatica dell’Italia nel segnare a delle Fiji ridotte addirittura in 11 uomini in campo, che più di qualunque altra cosa spiega quale sia il reale livello della Nazionale quando c’è da affondare il colpo ed allargare il gioco. La costruzione era lenta e laboriosa e il più delle volte ha portato al più classico degli ‘in avanti’ da parte della Banda Brunel, una chiara dimostrazione di come mancasse (e manchi) l’attitudine a giocare in modo più fantasioso e coinvolgente.
Galles-Italia: i soli 5 placcaggi mancati dai padroni di casa danno l’idea dei pochi pericoli creati dagli azzurri con la palla in mano e a difesa schierata, ma nascondono i progressi effettuati nello smistamento dell’ovale e nella precisione dei passaggi, di qualità evidentemente superiore rispetto alle ultime apparizioni. Il punto forte, se si parla di attaccare la linea, resta la Premiata Ditta Zanni-Parisse, ma con la crescita di Allan e della ‘linea 90’ del reparto arretrato la qualità potrebbe migliorare sensibilmente. Come dimostrato dalla prima meta di Campagnaro, inoltre, le ripartenze potrebbero diventare ben presto una caratteristica interessante dell’Italrugby.

Il capitano

Novembre: alle tante difficoltà descritte in precedenza, si era aggiunta anche una condizione fisica ed atletica tutt’altro che brillante di Sergio Parisse, la cui qualità e magnificenza risultano essere fondamentali per l’economia del gioco azzurro. Venute a mancare anche quest’ultime – seppur in parte – insieme ad una leadership a tratti latitante, l’Italia ha smarrito se possibile ulteriormente il filo del discorso.
Galles-Italia: nelle ultime uscite del Top14 lo si era potuto ammirare nuovamente ad alti livelli, nonostante il carico di responsabilità non indifferente anche allo Stade Français. A Cardiff, poi, sia la Nazionale che il suo capitano sono ritornate prepotentemente a ruggire e della prestazione di qualità e sostanza di Parisse ne hanno naturalmente beneficiato tutti.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

2 Commenti

1 Commento

  1. Luca46

    3 Febbraio 2014 at 21:03

    Tutte cose vere ma se il cielo sarà veramente piu’ blu lo vedremo a fine torneo. Una rondine non fa primavera. Francamente spero di vedere un gran 6 nazioni ma sto cauto, non voglio rimanere deluso e farmi illusioni prima del tempo. Ora diamo continuità.

    • Al

      4 Febbraio 2014 at 12:00

      Sottoscrivo. Anche nella pur ottima partita contro il Galles abbiamo regalato 10 punti (la meta iniziale e il palo di Allan), a questi livelli puoi giocare benissimo ma se regali, perdi. Rispetto all’articolo, è vero che i placcaggi non sembrano migliorati molto rispetto a novembre, ma il Galles ha un attacco migliore dell’Australia, classica squadra con reparti equilibrati, quindi l’88% di sabato vale molto più dell’84 di novembre. Sulla fase offensiva, non ricordo più quale allenatore, mi sembra Mallett, diceva che ai nostri trequarti manca “pace”, il ritmo. Nel gioco alla mano siamo migliorati, ma se facciamo poco male al Galles, ce la faremo con difese più forti come Francia, Inghilterra, i mastini scozzesi? Per questo io mi giocherei maggiormente la forza d’urto di Barbieri, magari nei secondi tempi. Comunque le mie critiche vanno intese come complimenti a una nazionale che è ormai allo stesso livello degli altri e può puntare almeno a tre vittorie.

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