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Sci Alpino

Sci alpino: la discesa delle Tofane per il riscatto azzurro

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Tratti veloci e ripidi, tratti piani e lenti: l’Olympia delle Tofane è una delle grandi classiche dello sci alpino femminile e alterna sapientemente tratti che esaltano le caratteristiche delle atlete più diverse. Non mancano le curve e non manca nemmeno il sole, che qui accompagna la discesa in ogni suo metro, senza zone d’ombra, caso pressoché unico nel Circo Bianco.

Si parte con le Tofane che ti guardano nella loro eterna saggezza; curve veloci e tecniche, poi il velocissimo schuss e il salto del Duca d’Aosta, dove si vola per quasi 40 metri; destra-sinistra, sinistra-destra ed ecco la Grande Curva, dove se sbagli il tempo vieni scaricato all’esterno, basso, bassisissimo, perdendo un’eternità in termini cronometrici; la S dello Scarpadon e i piani di Rumerlo portano al tratto finale dove regnano velocità e scorrevolezza, pur con massima attenzione per quelle ondulazioni che, se affrontate male, possono far perdere una gara.

L’Olympia era il regno, tra anni Novanta e anni Duemila, di Renate Götschl e Isolde Kostner, cinque vittorie per l’austriaca e tre per la gardenese; l’Olympia ha regalato la gioia più bella a Daniela Merighetti, che da queste parti, nel doppio weekend di gare (si recuperano infatti anche quelle di Garmisch-Partenkirchen), cercherà di strappare il pass per l’avventura olimpica; l’Olympia è la discesa dove le azzurre devono riprendere il filo col quale avevano chiuso il 2013, un filo fatto di sicurezza e risultati, di prestazioni senza paura ed efficaci, che sono un po’ mancate in questo inizio del nuovo anno. 

foto Reuters/Alessandro Garofalo

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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