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Biathlon, Michela Ponza in esclusiva: “In qualche gara potremo dire la nostra”

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Abbiamo avuto l’onore di incontrare, in quel di Milano, una delle atlete che ha fatto la storia del biathlon per la nostra nazione. Con 7 podi in Coppa del Mondo in carriera, si presenterà al via della sua quindicesima stagione con la nazionale femminile con il sorriso e la determinazione di chi vuole fare ancora bene. Stiamo parlando ovviamente di Michela Ponza. Lo scorso anno, in una stagione condizionata da ripetuti malesseri, ha guidato la nostra staffetta alla medaglia di bronzo nel mondiale di Nove Mesto. La veterana bolzanina, classe 1979, da anni tra le migliori tiratrici del circuito, ci racconta le sue sensazioni e la condizione della squadra per quella che sarà la stagione olimpica.

Prima di tutto la tua salute. Sei guarita completamente dai malanni che hanno condizionato la stagione scorsa?

“Ma sì, diciamo che ci siamo allenate molto quest’estate. Ho patito un po’ i carichi di lavoro, mi sono ripresa a settembre, adesso arrivano i primi malanni di stagione, come il raffreddore, ma l’estate tutto sommato, è andata abbastanza bene”.

Manca un mese e mezzo a Oestersund. Come ti senti?

“Non ancora pronta, c’è ancora del lavoro da fare. Andremo a sciare nel tunnel di Oberhof e poi andremo in Scandinavia, quindi vediamo di fare bene gli ultimi allenamenti”.

La nazionale femminile vede cinque ragazze molto competitive. Quali tra le tue compagne vedi in crescita rispetto allo scorso anno?

“Tutte direi, in un settore o in un altro, sono molto forti, quindi penso che potremo essere le outsider nelle varie gare. Ovviamente non siamo le ragazze su cui puntare per la classifica generale, però potremo dire la nostra in qualche gara”.

Quest’anno l’obiettivo è puntato su Sochi, cosa dobbiamo aspettarci dalla nazionale femminile italiana?

“Sarebbe meglio non aspettarsi niente per non alimentare preoccupazioni. Cercheremo di dare il massimo, il nostro obiettivo è quello di sciare il più velocemente possibile e colpire il maggior numero di bersagli, poi quello che verrà, verrà…”.

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