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ESCLUSIVA Matteo Piras: “Volere è potere!”

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Eccoci alla seconda intervista con alcuni degli atleti di punta che rappresenteranno l’Italia ai Campionati Europei junior di judo in quel di Sarajevo (Bosnia-Erzegovina), dal 20 al 22 settembre prossimi. Quest’oggi vi proponiamo l’intervista a Matteo Piras, 19 anni, piemontese, che quest’anno ha vinto due ori in European Cup junior. La sua categoria è la -66 kg, nel cui ranking europeo è classificato terzo.

Clicca qui per leggere l’intervista a Maria Centracchio

Per cominciare ti chiediamo di fare una breve presentazione di te stesso, per farti conoscere meglio anche da chi non segue il judo.

Ciao a tutti, sono Matteo. Innanzitutto voglio partire dicendo che una persona deve essere un campione dentro e fuori dalla materassina, come un calciatore lo deve essere dentro e fuori dal campo o un nuotatore deve esserlo dentro e fuori dalla vasca… con questo voglio spiegarvi che un campione non è solo colui che vince o che ottiene risultati migliori di altri, ma è colui che viene riconosciuto come tale!! Ho detto questo per descrivervi un po’ come la penso io sul fatto dell’essere sportivi, e secondo me una dote che ho, perché gli altri me la riconoscono, è l’umiltà! Ecco, questa è una dote che al campione non può mancare, perché, come mi dicevano sempre da piccolo, “l’atleta che vince l’oro alle olimpiadi potrà sempre imparare dalla cinturina gialla della Palestrina dietro alla scuola”. Io sono anche un ragazzo molto testardo e caparbio!!  Quando voglio raggiungere una cosa sputo sangue e anima per raggiungerla. Tutto questo ovviamente sotto il profilo sportivo…

A che età hai iniziato a praticare judo?

Ho iniziato a 3 anni, poi a 4 anni ho detto a mamma che non mi piaceva più e lei mi ha detto “va bene, proviamo altro”. In 6 mesi ho fatto ogni tipo di sport senza trovarne uno adatto, poi un giorno vedendo mio fratello che preparava il bordone per andare a fare allenamento ho detto a mamma: “mamma, vorrei fare allenamento”… e avevo 4 anni! Lei mi ha detto “ok, va bene, però se sali non scendi più”, ed io ho detto che andava bene… e da quel giorno mi hanno dovuto portare via a forza dal tatami!

Parlando degli Europei di Sarajevo, quale sarà il tuo obiettivo?

Ovviamente io punterò al massimo risultato… l’oro! Però sono molto scaramantico, quindi non voglio dire nulla. Un incontro alla volta, prima il peso però!

Per voi judoka il peso è ovviamente molto importante: come vivi tu questa situazione? E come fai per mantenere il tuo peso?

Io il peso non lo patisco molto però ovviamente è sempre stressante doversi controllare! Per mantenere il peso, io seguo una dieta molto ferrea, che mi concede di mangiare le quantità che voglio, ma devo mangiare in modo corretto e appunto rigido. Però fare il peso molte volte mi serve per concentrarmi per la gara, è come se fosse l’incontro per entrare in pool!

Al di là del judo, cosa fai nella vita? Studi?

Ho finito le superiori ed ora mi vorrei iscrivere all’università, ma sono indeciso su quale facoltà scegliere.

E’ difficile trovare il tempo per conciliare studio e sport?

C’è un detto che dice “volere è potere”!

C’è qualche judoka, italiano o straniero, al quale ti ispiri o che ti piace particolarmente?

Particolarmente no, però che ammiro si. C’è un atleta molto forte, che si chiama González ed è cubano. Ha vinto ora gli ultimi mondiali nella categoria -90 kg in finale con un georgiano che è molto forte (Varlam Liparteliani, ndr). Dopo il mondiale è venuto fuori che a questo ragazzo cubano di 23 anni sono stati offerti 20.000 dollari da alcuni esponenti della nazionale georgiana prima della finale per arrivare secondo. Lui ha dichiarato di aver rifiutato, e infatti ha vinto! Ecco, io non lo ammiro solo perché ha rifiutato, ma anche perché ho pensato alla fatica che questo ragazzo ha fatto per dire di no. A Cuba non si vive troppo bene e 20.000 dollari sono davvero tanti da rifiutare per un ragazzo che ne guadagna 800 al mese.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

Penso quello di tutti coloro che hanno ambizioni: la medaglia d’oro alle Olimpiadi.

Vorresti lasciare un messaggio finale per i lettori di OlimpiAzzurra?

Lo sport è vita, emozioni, delusioni, gioie. Lo sport forma l’uomo, l’essere umano che un giorno sarà padre o madre, che un giorno dovrà crescere dei figli. Lo sport è vita.

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giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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