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Scherma: fiorettisti super, bentornato Paolo Pizzo!

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Il fioretto maschile che si conferma una garanzia, la spada che riabbraccia il suo campione Paolo Pizzo, la sciabola femminile che fa un leggero passo indietro rispetto alle ultime brillanti esibizioni: questo è in estrema sintesi il consuntivo dell’ultimo week-end di scherma in chiave azzurra.

A Venezia, dove era in programma il Grand Prix Fie di fioretto maschile, ha trionfato un Andrea Cassarà in forma smagliante: il bresciano, con la sola eccezione di Baldini (ottimo terzo) in semifinale che lo ha fatto un po’ penare, ha letteralmente asfaltato gli avversari fin dal tabellone dei 64, dove ha annichilito il greco Konthocristopulos con un netto 15-4, prima di riservare lo stesso trattamento al compagno di nazionale Tobia Biondo (15-5), al bielorusso Byk (15-7) e al russo Sedov (15-5), fino a quel momento giustiziere di Aspromonte nei 32 e Avola nei 16. Più impegnativa la semifinale contro Baldini, vinta in rimonta con il punteggio di 15-12, prima di chiudere i conti con l’americano Meinhardt con il 15-8 della finale: a fermare l’Andrea livornese è stata un filo di stanchezza, come del resto lo stesso Baldini ha ammesso ai taccuini di Olimpiazzurra. Infatti gli assalti del Baldo sono parsi sempre tirati e sofferti, ma alla fine la sua classe immensa lo ha premiato, prima che appunto la stanchezza si facesse sentire contro il compagno di squadra. Mentre il cammino degli altri componenti la spedizione Olimpica si sono fermati come detto al cospetto del russo Sedov. Fuori ai 64 il giovane Nista e Martino Minuto, mentre Biondo e Foconi sono stati fermati rispettivamente nei 32 da Cassarà e nei 16 da Baldini. Ancora una volta quindi il CT Cipressa può dirsi soddisfatto della prova dei suoi ragazzi: Cassarà ha dato l’ennesima dimostrazione che se riesce a essere libero di testa non ha rivali al mondo in pedana.

A Tallinn c’era invece grande attesa per il rientro alle gare di Paolo Pizzo: il campione Catanese, al suo ritorno in pedana dopo sette mesi di inattività per infortunio, non è andato oltre il tabellone dei 32, ma nei due assalti tirati ha dimostrato di essere tornato il guerriero che tutti conosciamo. Sta tornando sui suoi livelli anche Matteo Tagliariol: non inganni la sconfitta con Lorenzo Bruttini nel tabellone dei 64, anche Matteo ha bisogno di tempo per tornare competitivo in quella giungla che è la spada maschile, dove a ogni competizione sono iscritti più di duecento atleti e dove è pressochè impossibile fare un pronostico sul vincitore di giornata, che per la cronaca a Tallin è stato lo svizzero Heinzer, al secondo sigillo stagionale dopo quello di Legnano, mentre nessun azzurro è andato oltre il tabellone dei 32. Nella prova a squadre l’Italia si ferma al quinto posto: fatale la sconfitta contro l’Ungheria, prima di regolare i quartetti russo e cinese e fermarsi appunto in quinta piazza.

Per ciò che riguarda la sciabola femminile, è stata per una volta la gara da cui sono arrivate le note dolenti, ma solo perchè nessuna delle nostre atlete è salita sul podio: Irene Vecchi è uscita al primo assalto per mano della Voronina, con la migliore delle nostre che è stata questa volta Rossella Gregorio, sconfitta dalla Kim ai quarti di finale. Quanto detto però non inganni, perché la gara delle azzurre non è affatto da etichettare come disastrosa, anzi: le ragazze han perso tutte contro avversarie quotate e poi terminate a podio, inoltre Martina Petraglia è andata a un passo dall’eliminare nientemeno che Olga Kharlan (vittoriosa all’ultima stoccata), poi vincitrice della prova al termine della finale contro Mariel Zagunis. A completare il podio la coreana Kim, Campionessa Olimpica, giustiziera di Ilaria Bianco prima e Rossella Grogorio poi, e la ritrovata Vougiouka, che ha eliminato nel turno delle 16 la nostra Loreta Gulotta, a sua volta capace di eliminare Gioia Marzocca al turno precedente. Sconfitta nelle 32 anche per Lucrezia Sinigaglia, caduta per mano della francese Berder.

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