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Italia-Inghilterra: contro i maestri, impresa sfiorata

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Stadio Olimpico, sabato 11 febbraio. Italia e Inghilterra sono al 50′, nella 2^ giornata del Sei Nazioni, partita d’esordio di Jacques Brunel tra le mura amiche. Una spolverata di neve ricopre il manto erboso dell’Olimpico, rendendo ulteriormente affascinante un’atmosfera resa già magica dal XV in maglia azzurra. L’anno scorso fu la Francia la vittima illustre, quest’anno il pesce grosso potrebbe essere rappresentato da coloro che il rugby l’hanno inventato, i sudditi di Sua Maestà. A mezz’ora dalla fine, i padroni di casa conducono 15-6 e di segni di cedimento neanche l’ombra, tant’è che l’ottima difesa azzurra recupera un’altro ovale al poco consistente attacco inglese. La palla arriva a Masi, pronto a liberare la propria metà campo.

Fino a quel momento, l’Italia aveva disputato una gara straordinaria, per intensità e cattiveria in tutte le fasi del gioco. Straordinario anche l’impatto sul match, se si pensa che i Leoni si rendono pericolosi solo dopo il 20′, trascinati dai penalty del giovane talento Owen Farrell. A 3′ dall’intervallo è 0-6 Inghilterra, con gli ospiti che probabilmente sono già con la testa al thè caldo che gli attende negli spogliatoi. L’Italia si risveglia dal torpore dell’ultimo quarto d’ora e risponde con la stessa moneta degli avversari, vale a dire i giovani.
Tommy Benvenuti, 22 anni, è l’uomo più brillante tra gli azzurri in campo, come dimostrano i due intelligenti grubber che, al 37′, mandano in bambola la difesa inglese, favorendo l’intervento del pari età di Benvenuti, Giovanbattista Venditti, che raccoglie e schiaccia la sua prima meta in maglia azzurra. Tuttavia, l’Inghilterra sembra non preoccuparsi più di tanto dell’improvviso risveglio azzurro e ricomincia a gigioneggiare in mezzo al campo. Chi non gigioneggia è Alessandro Zanni, che con un placcaggio dei suoi rade al suolo Foden; è il 40′, l’impatto fa scivolare via l’ovale dalle mani dell’estremo inglese, Benvenuti ringrazia e si invola in try zone, per la marcatura del 12-6 dopo la trasformazione di Burton. Italia in vantaggio, Olimpico in delirio. Le basi per una nuova impresa sembrano essere state gettate.

L’Inghilterra è nervosa, l’inizio del secondo tempo è contraddistinto da numerosi falli e Burton porta l’Italia oltre il break con un piazzato. A mezz’ora dalla fine, i padroni di casa conducono 15-6 e di segni di cedimento neanche l’ombra, tant’è che l’ottima difesa azzurra recupera un’altro ovale al poco consistente attacco inglese. La palla arriva a Masi, pronto a liberare la propria metà campo.
Andrea Masi, l’eroe di Italia-Francia del marzo di un anno fa, quando una sua meta diede il via all’incredibile rimonta sui galletti. La storia spesso ha insegnato come si possa passare dalle stelle alle stalle per un nulla, per frazioni di secondo. Se Masi avesse impiegato una frazione di secondo in meno per calciare l’ovale, probabilmente Hodgson non lo avrebbe intercettato e non avrebbe marcato una meta fondamentale per l’Inghilterra. Fondamentale, sì, perché dopo la marcatura pesante dell’apertura inglese comincia una nuova partita, interpretata da grande squadra dai Leoni, mentre l’Italia sembra sciogliersi con il passare del tempo, come la neve che ricopre il manto dell’Olimpico. Farrell è un cecchino e al 55′ arriva il controsorpasso degli ospiti, che allungano ancora con il giovane centro per il penalty del 15-19. Tra le fila azzurre, intanto, è entrato Tobie Botes per Kris Burton, per uno degli esperimenti peggiori di Brunel. L’italo-sudafricano, schierato mediano d’apertura, sostituisce l’italo-australiano anche dalla piazzola. Il risultato è uno 0/2 pesantissimo quanto l’errore di Masi al piede, perché il destino degli azzurri, ormai stanchi e in avanti solo con il cuore, poteva pendere soltanto da quei due penalty buttati all’aria.
Il finale, alla fine, rispecchierà i valori sulla carta, nonostante il campo avesse espresso tutt’altro verdetto. Ne era conscio anche Sergio Parisse nel post-partita: “Non ci sono stati superiori, anzi. Dispiace aver perso contro un’Inghilterra mai così povera come oggi…”.
In effetti, della superiorità degli inglesi non ci fu traccia e, a distanza di dieci mesi da quel match, è impossibile non covare rimpianti per degli errori che, se evitati, avrebbero riscritto la storia dell’Italrugby.

Foto: tiziano.caviglia.name

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

 

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