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Ciclismo

Le rosee prospettive del pedale rosa

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Nel panorama del ciclismo azzurro, le donne rivestono il ruolo di eterna garanzia di medaglie: le loro imprese, troppo spesso, passano sottotraccia, eppure, nelle ultime sei edizioni dei Mondiali, le nostre ragazze hanno portato a casa-solo nella categoria élite-qualcosa come otto medaglie. L’ultima della lista è Elisa Longo Borghini, splendida medaglia di bronzo nella prova di sabato al termine di una gara disputata con intelligenza e furbizia tattica da parte di tutte le azzurre.

In effetti, questo aspetto è particolarmente significativo: sia la piemontese, sia Rossella Ratto, sesta sul traguardo, hanno corso davvero con una lucidità invidiabile, rispettando appieno i compiti assegnati loro dal ct Salvoldi. Niente male per due ragazze che, insieme, fanno meno di 40 anni, affiancate oltretutto da un gruppetto di giovani, da Francesca Cauz a Dalia Muccioli, dalla campionessa d’Italia Giada Borgato ad Elena Cecchini, che stanno garantendo un ricambio di altissima qualità al pedale rosa. Intendiamoci, Giorgia Bronzini, Noemi Cantele e Tatiana Guderzo (senza dimenticarsi di Monia Baccaille, ora ferma per maternità) non sono certo da “rottamare”, anzi: il loro contributo può essere ancora molto grande, però è assolutamente piacevole vedere questo gruppo di ragazze poco più che ventenni già pronte ad affiancarle e a cogliere le occasioni offerte dal destino. In più, sono quasi tutte atlete complete, in grado di difendersi su percorsi medio-duri ma anche di dire la loro in sprint ristretti: sicuramente importante, in tal senso, l’apporto dato dalla pista, che le nostre ragazze utilizzano con maggiore frequenza-come si vedrà anche in questi giorni, agli Assoluti di Montichiari-rispetto ai maschi. C’è da migliorare qualcosa nelle prove a cronometro, ma comunque la Vos non può dormire sonni tranquilli, perché le azzurre scalpitano e hanno le potenzialità per fare davvero bene già nell’immediato.

Inoltre, alle spalle delle ventenni della categoria élite stanno crescendo altre ragazze ancora più giovani e decisamente interessanti. La nazionale juniores si è ben comportata nella prova iridata di categoria, con Asja Paladin, Alice Arzuffi e Ilaria Sanguineti sempre davanti nelle prime fasi di gara, prima di lasciare spazio ad Anna Maria Zita Stricker: la venostana classe 1994 ha conquistato il bronzo, da aggiungere all’argento continentale vinto in estate. Certo, il passaggio dalle categorie giovanili a quella dei professionisti riserva sempre sorprese, eppure siamo convinti che la bolzanina e le altre diciottenni potranno presto aggiungersi alla già folta schiera di azzurre giovani e vincenti anche ai massimi livelli.

foto tratta da bicibg.it

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

2 Commenti

2 Comments

  1. Marco Regazzoni

    25 Settembre 2012 at 18:45

    Assolutamente sì. Infatti molte delle nostre punte di diamante saranno al via degli imminenti campionati nazionali su pista, cosa che nel maschile non avviene.

  2. seveweb

    25 Settembre 2012 at 12:08

    Che dire… i discorsi fatti in questi giorni sull’importanza della pista vengono confermati dalla situazione del pedale italiano femminile decisamente più competitivo rispetto a quello maschile.

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