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Ginnastica, Mondiali 2015 – Italia, i motivi del successo: tra obiettivi, programmi e Olimpiadi

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L’Italia della ginnastica artistica femminile ha chiuso ieri sera la sua avventura con la squadra ai Mondiali 2015 di ginnastica artistica: quinto posto in qualifica con annessa qualificazione alle Olimpiadi 2016, settimo posto in finale con una formazione differente.

Proviamo ad analizzare i motivi di questo eccellente successo che chiude al meglio un triennio di ottima fattura in cui gli obiettivi ai Mondiali sono sempre stati raggiunti (medaglia con Vanessa Ferrari nel 2013, quinto posto con la squadra nel 2014, qualificazione olimpica nel 2015). Ricordando che Erika Fasana avrà la possibilità di monetizzare nelle finale di specialità al corpo libero mentre Carlotta Ferlito e Tea Ugrin gareggeranno nell’all-around.

 

  • OBIETTIVO RAGGIUNTO. Quando ci si prefigge qualcosa da tre anni e lo si raggiunge ampiamente, in scioltezza durante la gara e ben impressionando. La qualificazione diretta alle Olimpiadi era alla portata dell’Italia già dopo Londra 2012 ma un conto è fare valutazioni sulla carta, un altro è poi concretizzare le proprie potenzialità nel momento cruciale. Nella vita gli obiettivi vanno sempre raggiunti e quando non lo si fa bisogna poi analizzare i motivi del mancato successo.
  • INCEROTTATE. Nonostante i noti problemi tra il tendine d’Achille di Ferrari, le tibie di Fasana, il piede di Rizzelli, l’infortunio di Rocca è stata raggiunta la missione. Spesso i problemi fisici non sono dovuti alla sfortuna in ambito sportivo ma questa Italia è riuscita a far fronte alle mille difficoltà e a cogliere un risultato di assoluto prestigio.
  • PROGRAMMAZIONE. Risultati del genere non arrivano improvvisati e per caso. Alla base c’è una schedulazione chiara di piani lavoro, allenamenti, collegiali, gare, difficoltà minime da possedere, preparazione tecnica e atletica, gestione.
  • GRUPPO. Che è poi quello che permette di brillare ad alti livelli a meno che tu non abbia una qualità di talenti assoluti che teoricamente potrebbero anche evitare di guardarsi e fare gare parallele. L’Italia trova forza nella sua qualità media, nella capacità di compensarsi, di rimediare agli errori (fortunatamente pochi a Glasgow). La nostra formazione è solida, intercambiabile.
  • PROFONDITÀ DEL MOVIMENTO. È vero che ai Mondiali vengono convocate 6+1 atlete ma è altrettanto vero che, affinché le ginnaste selezionate siano di una certa levatura, è necessaria la concorrenza interna, imprescindibile sprone a migliorarsi. Lavorare su un gruppo ampio di ragazze permette di aumentare il livello generale, di avere sempre una scelta valida, di porre rimedio a situazioni di difficoltà.

 

Naturalmente alla base anche della buona materia prima e della qualità tecnica delle singole interpreti che vanno in pedana. Può esserci alle spalle tutto quello che si vuole ma la prestazione la fa chi scende in campo (nel bene e nel male) e ci mette sempre la faccia.

 

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