Approfondimenti Tennis Wimbledon
La storia incredibile di Wimbledon e la profezia smentita di Spencer Gore
Da campo di croquet a tempio del Tennis
Immaginate un campo verde, un po’ polveroso, dove signori e signore in abiti vittoriani si dilettano con mazze e palline. No, non stiamo parlando di cricket, ma del croquet. Ed è proprio da qui, da un semplice club dedicato a questo passatempo borghese, che ha preso il via una delle leggende sportive più affascinanti e durature del mondo: il torneo di Wimbledon.
La storia di Wimbledon è la narrazione di un percorso incredibile, fatto di polvere e sudore, di intuizioni geniali e di una profezia clamorosamente smentita dal tempo.
Al centro di tutto, un nome: Spencer Gore, il primo campione, che con una frase rimasta negli annali, dimostrò quanto a volte anche i più acuti osservatori possano sbagliare.
Preparatevi a un viaggio affascinante nelle origini di Wimbledon, il tempio sacro del tennis.
Wimbledon prima del tennis: un club per gentiluomini
Prima che il Centre Court diventasse il palcoscenico di epiche battaglie tennistiche, il luogo che oggi conosciamo come Wimbledon era un tranquillo ritrovo per l’élite londinese, dedita a uno sport che, all’epoca, godeva di grande popolarità: il croquet.
Il ruolo del croquet nel Lawn Tennis Club
Tutto ebbe inizio nel 1868, con la fondazione dell’All England Croquet Club, situato a Worple Road, a sud-ovest di Londra. Era un luogo di svago e socializzazione, dove i gentiluomini e le dame dell’alta società si ritrovavano per partite all’aperto, tra conversazioni leggere e tè pomeridiani. Il croquet era uno sport che si adattava perfettamente al decoro vittoriano, richiedendo precisione e strategia, ma senza l’eccessiva foga fisica di altre discipline. I campi erano curatissimi, l’atmosfera raffinata.
Perché si passò al tennis?
Ma come si è passati dal croquet al tennis? La risposta è un mix di necessità e lungimiranza. Verso la metà degli anni ’70 dell’Ottocento, il “lawn tennis” (tennis su prato), una versione più dinamica del tennis tradizionale, stava guadagnando rapidamente terreno. Era uno sport più veloce, più eccitante, e prometteva di attirare un pubblico più vasto. Il club, che nel frattempo aveva aggiunto “Lawn Tennis” al suo nome, diventando l’All England Croquet and Lawn Tennis Club, si trovò di fronte a un problema pratico: la necessità di riparare un costoso rullo per i campi da croquet.
Da questa esigenza, nacque un’idea brillante: organizzare un torneo di tennis per raccogliere i fondi necessari. Un’intuizione che si rivelò profetica, anche se il suo primo vincitore non ne fu affatto convinto.
1877: la prima edizione e la profezia
Il 9 luglio 1877, la storia del tennis cambiò per sempre. Fu il giorno in cui prese il via la prima edizione del “Lawn Tennis Championship”, quello che oggi conosciamo semplicemente come Wimbledon.
Spencer Gore e la frase “il tennis non avrà futuro”
Tra i 22 partecipanti, tutti uomini, c’era un giovane e promettente giocatore di racquets (uno sport simile allo squash), tale Spencer Gore. Fu lui a trionfare in quella storica prima edizione, sconfiggendo in finale William Marshall. Gore era un atleta versatile, ma non un grande estimatore del tennis. La sua celebre frase, “Il lawn tennis non avrà mai un futuro”, pronunciata dopo la vittoria, è diventata un aneddoto leggendario, simbolo di quanto a volte sia difficile prevedere il successo di una novità. Gore, abituato alla velocità e alla complessità del racquets, trovava il tennis troppo semplice e ripetitivo, convinto che non avrebbe mai potuto appassionare le masse.
La storia di Wimbledon gli avrebbe dato clamorosamente torto.
Il torneo iniziale con 22 partecipanti
Il torneo del 1877 fu un evento modesto, ma significativo. I 22 partecipanti si sfidarono su campi non ancora perfettamente adattati, con regole in via di definizione. L’organizzazione era curata dal segretario del club, Henry Jones, che fu anche l’arbitro della finale. Il montepremi per il vincitore era una coppa d’argento e 12 ghinee. Nonostante le dimensioni ridotte, l’evento rappresentò il seme da cui sarebbe germogliata una delle competizioni sportive più importanti del pianeta.
L’inaspettato successo di pubblico
Contrariamente alle aspettative di Gore, il torneo riscosse un inaspettato successo di pubblico. Circa 200 persone assistettero alla finale, pagando uno scellino per l’ingresso. Un numero considerevole per l’epoca, che dimostrava un crescente interesse per il nuovo sport. L’atmosfera era curiosa e vivace, e l’entusiasmo dei presenti fu un chiaro segnale che il tennis, lungi dall’essere una moda passeggera, aveva il potenziale per diventare un fenomeno di massa.
La crescita di un mito sportivo
Dalle sue umili origini come evento di beneficenza, Wimbledon ha intrapreso un’evoluzione straordinaria, trasformandosi da torneo sperimentale a Grand Slam più ambito e prestigioso. Un percorso scandito da tappe significative, che ne hanno plasmato l’identità unica.
Da evento sperimentale a slam più ambito
Negli anni successivi alla prima edizione, il torneo crebbe rapidamente in popolarità e prestigio. Già nel 1884, furono introdotti i tornei femminili e di doppio maschile, ampliando la partecipazione e l’attrattiva dell’evento. La fama di Wimbledon si diffuse ben oltre i confini britannici, attirando i migliori giocatori da tutto il mondo. Il suo status di “tempio del tennis” si consolidò grazie alla sua capacità di mantenere un equilibrio perfetto tra tradizione e innovazione, tra l’eleganza del passato e le esigenze del tennis moderno.
Le tappe della trasformazione: tribune, tetto, sponsor
L’evoluzione di Wimbledon è stata segnata da diverse tappe fondamentali. Inizialmente, le tribune erano semplici strutture in legno, ma con l’aumento del pubblico, si rese necessario costruire impianti più grandi e moderni.
Nel 1922, il torneo si trasferì nella sua sede attuale, presso Church Road, con la costruzione del celebre Centre Court, che divenne presto il campo-simbolo del torneo.
Negli anni, l’infrastruttura si è arricchita: dal 2009, il Centre Court è dotato di un tetto retrattile, che permette di giocare anche in caso di pioggia od oscurità, garantendo la continuità dello spettacolo. Più recentemente, nel 2019, anche il Campo 1 ha ricevuto il suo tetto.
Sebbene Wimbledon sia noto per la sua avversione agli sponsor visibili sui campi, il torneo ha saputo trovare un equilibrio economico, mantenendo la sua indipendenza e il suo fascino. Questa capacità di adattarsi senza snaturarsi è un elemento chiave della sua storia.
Wimbledon oggi: tra storia e futuro
Oggi, Wimbledon è molto più di un semplice torneo di tennis. È un’istituzione, un simbolo di eccellenza sportiva e di tradizione britannica, che continua a incantare milioni di appassionati in tutto il mondo.
Tradizione, tecnologia e impatto globale
Il fascino di Wimbledon risiede proprio nella sua capacità di coniugare una tradizione secolare con le più moderne tecnologie. Le fragole con panna (il dessert ufficiale), il rigoroso dress code bianco, l’assenza di sponsor sui campi, la corsa ai biglietti e la coda per entrare e la presenza della famiglia reale sono elementi che richiamano un’epoca passata, creando un’atmosfera unica. Allo stesso tempo, il torneo ha abbracciato innovazioni come la tecnologia Hawk-Eye per le chiamate dubbie e l’attenzione alla sostenibilità energetica, dimostrando di essere all’avanguardia.
Il suo nel mondo dello sport globale è immenso: ogni anno, milioni di persone seguono le gesta dei campioni sull’erba più famosa del mondo, rendendo Wimbledon un evento di risonanza planetaria.
Spencer Gore si sbagliava: ecco perché
E così, la profezia di Spencer Gore è stata clamorosamente smentita.
Il tennis, lungi dal non avere futuro, è diventato uno degli sport più seguiti e amati al mondo, e Wimbledon ne è il cuore pulsante. Gore, con la sua visione limitata al contesto del racquets, non poteva certo immaginare l’evoluzione che il tennis avrebbe avuto, né l’enorme successo che il suo torneo inaugurale avrebbe generato.
La sua frase, oggi, risuona come un monito divertente: mai sottovalutare il potenziale di una novità, specialmente quando è sostenuta da passione, tradizione e una sana dose di lungimiranza.
La storia di Wimbledon è la prova vivente che i sogni, anche quelli più improbabili, possono diventare realtà, e che l’erba di Church Road continuerà a essere calcata da leggende per molti, molti anni a venire.
