Approfondimenti Tennis US Open
Impatto delle superfici sugli atleti e sugli stili di gioco agli US Open
INDICE DEI CONTENUTI
- Dal serve & volley al gioco da fondocampo
- Impatto sulle condizioni fisiche dei giocatori
- Tabella impatto delle superfici sugli stili di gioco
- L’impatto del cemento sul futuro del tennis
Dal serve & volley al gioco da fondocampo: un cambiamento radicale
L’evoluzione delle superfici degli US Open ha giocato un ruolo cruciale nel ridefinire gli stili di gioco nel tennis professionistico. Storicamente, le superfici più veloci come l’erba di Wimbledon e i primi campi in cemento degli US Open favorivano in modo significativo i giocatori che adottavano la tattica del serve-and-volley. Il rimbalzo basso e veloce della palla su queste superfici rendeva estremamente difficile per i baseliner rispondere efficacemente ai servizi potenti e agli approcci a rete, accorciando drasticamente gli scambi. Giocatori come Pete Sampras erano considerati maestri indiscussi di questo stile, sfruttando al massimo le caratteristiche del campo.
Tuttavia, a partire dai primi anni 2000, si è assistito a un cambiamento radicale. La International Tennis Federation (ITF) ha deliberatamente rallentato la velocità dei campi, inclusi quelli in cemento e erba, e ha introdotto palle più “morbide” (più grandi e lente in volo). L’obiettivo dichiarato era quello di incoraggiare scambi più lunghi, considerati più eccitanti per il pubblico e, di conseguenza, più redditizi per le emittenti televisive. Questo, combinato con l’evoluzione delle racchette (che sono diventate più potenti e tolleranti) e delle corde (che permettevano di generare più spin), ha conferito un enorme vantaggio ai giocatori da fondocampo. I campi più lenti e con un rimbalzo più alto hanno concesso ai baseliner più tempo per reagire, preparare i colpi e costruire il punto, trasformando il gioco in una battaglia di resistenza e precisione da fondo campo.
La conseguenza più evidente di queste modifiche è stata la quasi “morte” del serve-and-volley nel tennis moderno, con la stragrande maggioranza dei professionisti che ora adottano uno stile predominante da fondocampo. Questo cambiamento ha portato a una convergenza degli stili di gioco e a una sorta di “globalizzazione” del tennis. I campi in terra battuta, che per loro natura favoriscono i baseliner, sono stati il terreno di crescita per “l’88% dei primi 10 giocatori al mondo”. È interessante notare come anche la USTA stia ora incoraggiando i suoi giocatori più promettenti ad allenarsi principalmente su campi in terra battuta. Il rallentamento dei campi in cemento ha fatto sì che questi giochino in modo più simile alla terra battuta in termini di durata degli scambi. Questo ha reso il gioco “molto più ‘all-surface’ ora” , riducendo la necessità di una specializzazione estrema per superficie. Se da un lato ciò può creare scambi più lunghi e fisicamente impegnativi, potenzialmente più avvincenti per gli spettatori, dall’altro rischia di omogeneizzare gli stili di gioco a livello globale. I vantaggi di set di abilità diversi, come il serve-and-volley, sono diminuiti, il che potrebbe limitare la varietà tattica e influenzare le strategie di sviluppo dei giocatori nelle diverse regioni del mondo.
Impatto sulle condizioni fisiche dei giocatori
I campi in cemento, pur offrendo vantaggi in termini di consistenza e bassa manutenzione, sono generalmente considerati i più gravosi per il corpo dei giocatori. La loro rigidità e l’elevata frizione tra scarpa e superficie aumentano significativamente il rischio di infortuni da impatto, in particolare a carico degli arti inferiori: ginocchia, caviglie, schiena e piedi. Le superfici che permettono lo scivolamento, come la terra battuta, riducono notevolmente lo stress articolare, offrendo un’alternativa più “morbida”.
Le prospettive dei giocatori su questo tema sono spesso schiette. Rafael Nadal, noto per la sua fisicità e il suo immenso successo sulla terra battuta, ha criticato apertamente i campi in cemento, affermando che sono “molto negativi per il corpo” e che, sebbene il tennis sia un business, la scelta di queste superfici è “sbagliata”. Anche l’ex tennista statunitense Andy Roddick ha collegato il rallentamento dei campi a un maggiore “usura” e “logorio” per i giocatori, suggerendo che le superfici più lente e gli scambi più lunghi aumentano lo stress fisico.
Impatto delle superfici sugli stili di gioco
| Tipo di superficie | Velocità del rimbalzo | Stili di gioco favoriti | Vantaggi/svantaggi per i giocatori | Rischi di infortunio |
| Har-Tru (Terra Verde) | Lento, alto (più veloce della terra rossa europea) | Baseliner, gioco tattico, costruzione del punto, pazienza, resistenza. | Permette scivolate, riduce stress articolare, più fresco, si asciuga rapidamente. Rimuove vantaggio del servizio potente. | Basso (meno infortuni agli arti inferiori, ma possibili da scivolate eccessive). |
| Cemento (DecoTurf/Laykold) | Veloce (tradizionalmente), consistente, rimbalzo uniforme. | Gioco aggressivo da fondocampo, servizio potente, ritorno aggressivo, “first-strike tennis”. | Consistenza del rimbalzo, favorisce colpi piatti e potenti. Richiede rapidità di reazione. | Alto (maggiore stress su ginocchia, caviglie, schiena a causa della rigidità e frizione). |
| Erba (Contesto) | Molto veloce, basso, spesso irregolare. | Serve-and-volley, gioco d’attacco, servizio come arma principale. | Rallies brevi, premia il servizio e la volée. Richiede riflessi rapidi. | Moderato (rischio di scivolate e cadute, infortuni muscolari). |
L’impatto del cemento sul futuro del tennis
La scelta dell’ adozione dei campi in cemento, in particolare agli US Open, unita al deliberato rallentamento dei campi per prolungare gli scambi a fini di intrattenimento, impone un immenso stress fisico sugli atleti. Il tennis d’élite richiede “velocità, potenza e agilità, unite a una capacità di resistenza unica per sostenere sforzi ad alta intensità e colpi abili per periodi prolungati”. Le preoccupazioni espresse dai giocatori sottolineano una crescente tensione tra le esigenze commerciali del tennis professionistico e il benessere a lungo termine delle sue stelle, un’importante considerazione etica per il futuro dello sport.
