Approfondimenti Tennis US Open
Il tennis agli US Open: le carriere plasmate dal cemento
Dal 1978, l’US Open non è più un torneo su erba o su terra verde ma un evento su corte dura.
La sequenza delle superfici è stata:
- prima l’erba (fino al 1974)
- poi tre edizioni su Har‑Tru (la terra verde americana)
- quindi il passaggio ai campi in DecoTurf II nel 1978
- dal 2020 si è passati ai campi Laykold
Questi cambiamenti hanno influenzato la velocità della palla, l’altezza del rimbalzo, lo sforzo fisico e le strategie vincenti.
L’evoluzione delle superfici degli US Open ha plasmato in modo indelebile le carriere di alcuni dei più grandi campioni del tennis, costringendoli ad adattare i loro stili di gioco o esaltando le loro peculiarità.
INDICE DEI CONTENUTI
- Grandi tennisti e l’impatto del terreno degli US Open sulla loro carriera
- Jimmy Connors
- Chris Evert
- Pete Sampras
- Andre Agassi
- Roger Federer
- Rafael Nadal
- Serena Williams
- Jannik Sinner
- Tabella: campioni, superfici e stili di gioco
- La gestione delle superfici: tra scienza e percezione
Grandi tennisti e l’impatto del terreno degli US Open sulla loro carriera
Jimmy Connors: Lo statunitense James Scott Connors, anche soprannominato Jimbo, classe 1952.
Unico nella storia degli US Open ad aver conquistato il titolo su tutte e tre le superfici su cui il torneo è stato giocato: erba (1974), terra battuta verde Har-Tru (1976) e cemento DecoTurf (1978, 1982, 1983). Connors era un baseliner aggressivo, celebre per i suoi colpi piatti e profondi e un ritorno di servizio eccezionale. La sua capacità di adattarsi a ogni superficie, in particolare al nuovo cemento veloce del 1978, dimostra una versatilità straordinaria. Il suo successo senza precedenti evidenzia un’epoca in cui i migliori giocatori, pur avendo stili preferiti, possedevano ancora le abilità a tutto campo necessarie per eccellere su superfici molto diverse. Il suo gioco aggressivo da fondo campo, unito a un formidabile ritorno di servizio, era particolarmente adatto ai primi, più veloci, campi in cemento, permettendogli di dettare il gioco. Il suo trionfo sottolinea un periodo in cui l’adattabilità era un segno distintivo della grandezza, prima della moderna tendenza alla iperspecializzazione guidata da velocità dei campi sempre più omogenee.
Chris Evert: campionessa statunitense, classe 1954, oggi commentatrice televisiva.
Dominatrice indiscussa sulla terra battuta verde Har-Tru, Evert ha vinto tutti e tre gli US Open disputati su quella superficie (1975, 1976, 1977). Il suo stile di gioco, basato sulla pazienza, la consistenza da fondocampo e una meticolosa costruzione del punto, era ideale per le superfici più lente che favoriscono scambi prolungati. La sua straordinaria percentuale di vittorie in carriera (89.97%) e la sua reputazione di “atleta più forte mentalmente” le hanno permesso di adattarsi con successo anche al cemento, vincendo la prima edizione su DecoTurf nel 1978. Il suo successo duraturo, in particolare la sua transizione senza soluzione di continuità da Har-Tru a DecoTurf, suggerisce che, sebbene le caratteristiche della superficie influenzino le tattiche, attributi fondamentali come la forza mentale, la consistenza, la costruzione strategica del punto e le eccezionali capacità difensive possono consentire a un giocatore di prosperare indipendentemente dalla velocità specifica del campo. La sua carriera illustra come una profonda comprensione del gioco e una disciplina incrollabile possano superare le sfide specifiche della superficie, anche mentre il gioco subisce cambiamenti significativi.
Pete Sampras: anche lui statunitense, nato nel 1971, soprannominato Pistols o Pistol
L’epitome del serve-and-volley nell’era del DecoTurf. Con cinque titoli agli US Open (1990, 1993, 1995, 1996, 2002) , Sampras sfruttava al massimo la superficie in cemento con un servizio potentissimo e preciso, ampiamente considerato uno dei migliori di tutti i tempi, e una volée impeccabile. Il suo gioco aggressivo, volto a chiudere il punto rapidamente a rete, era massimamente efficace sui campi in cemento veloci degli US Open. La sua storica rivalità con Andre Agassi, un baseliner, è stata un classico scontro di stili che ha definito un’epoca. L’era di Sampras sul DecoTurf ha rappresentato l’apice del serve-and-volley sui campi in cemento. Il rimbalzo consistente e veloce della superficie forniva la piattaforma ideale per il suo servizio preciso e mascherato e per il suo gioco atletico a rete. La sua dominanza ha dimostrato che, anche mentre il gioco da fondo campo guadagnava terreno, un gioco d’attacco perfettamente eseguito, amplificato dalla superficie, poteva ancora essere la strategia vincente più potente, in particolare prima del rallentamento universale dei campi in cemento.
Andre Agassi: statunitense di origini armene nato nel 1970.
Il pioniere del gioco aggressivo da fondocampo sul cemento. Agassi, con i suoi due titoli agli US Open (1994, 1999), era famoso per il suo ritorno di servizio rivoluzionario e la capacità di prendere la palla in anticipo, togliendo tempo agli avversari. Il suo stile, caratterizzato da colpi piatti e potenti da entrambi i lati, era perfettamente adatto alla consistenza dei campi in cemento, permettendogli di dettare il punto dal fondo. Il successo di Agassi sui campi in cemento degli US Open, in particolare il suo rivoluzionario ritorno di servizio, ha rappresentato un cambiamento tattico fondamentale. La superficie dura, consistente e relativamente veloce ha fornito la tela perfetta per il suo gioco aggressivo da fondo campo, consentendogli di neutralizzare servizi potenti prendendo la palla in anticipo e trasformando immediatamente la difesa in attacco. Ciò ha dimostrato che il campo in cemento poteva premiare allo stesso modo l’aggressività implacabile da fondo campo e un ritorno superiore, gettando le basi per il moderno gioco di potenza da fondo campo che avrebbe dominato il 21° secolo.
Roger Federer: il campione svizzero, nato a Basilea nel 1981, e l’arte dell’adattamento continuo.
Federer, pur essendo un giocatore versatile e aggressivo, ha dovuto adattare il suo gioco al rallentamento percepito dei campi in cemento, cercando di chiudere il punto più rapidamente. Alcuni analisti suggeriscono che il rallentamento dei campi abbia in parte “danneggiato” il suo gioco classico, mentre altri ritengono che lo abbia aiutato a imporsi con un gioco che privilegiava la regolarità e la costruzione del punto. Federer stesso ha espresso la sua preferenza per i campi più veloci, dove il rimbalzo basso e la palla all’altezza del ginocchio esaltano l’efficacia del suo servizio e del suo dritto, rendendo il suo slice di rovescio più incisivo e meno soggetto a errori. La sua dominanza agli US Open è stata evidente con cinque titoli consecutivi dal 2004 al 2008. Tuttavia, la sua sconfitta nella finale del 2009 contro Juan Martin del Potro ha mostrato come anche il suo gioco potesse essere messo in difficoltà da avversari capaci di adattarsi.
Rafael Nadal conosciuto come il “Re della Terra Battuta” e soprannominato Rafa, è nato in Spagna nel 1986.
Ha compiuto una notevole evoluzione sul cemento, aumentando la velocità del servizio e giocando in modo più aggressivo e vicino alla linea di fondo, trasformando il suo gioco difensivo in uno più offensivo. Le sue vittorie agli US Open (2010, 2013, 2017, 2019) dimostrano la sua straordinaria capacità di adattamento. Nel 2010, in particolare, il suo servizio è stato descritto come “peak Rafa”, con un gioco aggressivo da fondocampo che gli ha permesso di dominare. Nonostante la sua preferenza naturale per la terra battuta, Nadal ha dimostrato che la sua forza mentale e la sua volontà di adattarsi gli hanno permesso di eccellere anche sulle superfici dure, spingendo i confini del suo gioco a tutto campo.
Serena Williams: statunitense classe 1981, dominatrice incontrastata dell’era del cemento.
Con sei titoli agli US Open (1999, 2002, 2008, 2012, 2013, 2014) , Serena ha sfruttato al massimo la superficie in cemento con il suo servizio potente, i suoi colpi da fondocampo devastanti e la sua atleticità. La sua capacità di generare potenza e angoli su una superficie dal rimbalzo consistente l’ha resa una forza inarrestabile, definendo un’era di tennis femminile aggressivo e fisico. L’era di dominio di Serena Williams sui campi in cemento degli US Open testimonia come la natura consistente e prevedibile della superficie amplifichi la potenza pura e il gioco aggressivo. Il suo successo, costruito su un servizio formidabile e colpi da fondo campo schiaccianti, non solo ha ridefinito il tennis femminile, ma ha anche mostrato come l’ambiente del campo in cemento premia specificamente l’atletismo e il gioco aggressivo da fondo campo, spingendo al limite i confini fisici e tecnici dello sport per le donne.
Jannik Sinner: giovane campione italiano, classe 2001, dominatore del cemento moderno
Jannik Sinner, vincitore degli US Open 2024, è ampiamente considerato il tennista attualmente più forte al mondo sui campi in cemento. Il suo stile di gioco è quello di un baseliner aggressivo, capace di colpire la palla con incredibile potenza e di assorbire la pressione degli avversari. Sinner è un atleta estremamente efficace nei movimenti, sfruttando le sue lunghe leve per colpire la palla in modo aggressivo, pur evitando rischi inutili e costruendo i punti con intelligenza.
Il dritto di Sinner è una vera arma, che può essere appiattito per mettere sotto pressione gli avversari. È particolarmente efficace nel colpire forte in diagonale quando è in difesa, trasformando una posizione difensiva in una offensiva e cogliendo di sorpresa l’avversario con risposte più deboli. Tuttavia, è il suo rovescio a distinguersi: è il colpo con più topspin nel circuito ATP, facendo sì che la palla si alzi e sbilanci l’avversario. Sinner usa molto il polso, mantenendo i polsi e le mani molto sciolti per imprimere spin alla palla con facilità.
Il rapporto di Sinner con i campi in cemento è eccezionale. Le sue traiettorie piatte sono particolarmente efficaci sui campi veloci, dove la sua potenza pura diventa difficile da contrastare. Anche qui il suo servizio è notevole, con margini cruciali nei match equilibrati. Nonostante ciò, Sinner ha bisogno di scambi prolungati per trovare il suo ritmo, e i giocatori con un servizio molto potente possono talvolta metterlo in difficoltà.
Agli US Open, Sinner ha dimostrato la sua capacità di adattamento e la sua mentalità vincente. Nel 2024, ha conquistato il titolo maschile, diventando il primo italiano a raggiungere la finale degli US Open. Durante la finale contro Taylor Fritz, Sinner ha mostrato una straordinaria capacità di colpire la palla, difendendo i colpi più potenti di Fritz e rispondendo con maggiore forza, precisione e pesantezza. Ha anche dimostrato intelligenza tattica, come quando ha aggiustato la sua posizione di risposta, arretrando nel terzo set per contrastare il servizio più efficace di Fritz. Da questa posizione più profonda, Sinner è riuscito a progredire nel punto, sferrando dritti sempre più potenti. La sua difesa, sebbene sottovalutata, è stata fondamentale, commettendo meno errori di Fritz (21 contro 34).
Le sue precedenti partecipazioni agli US Open includono i quarti di finale nel 2022 e 2023, e il quarto turno nel 2021. La sua sconfitta nei quarti di finale del 2022 contro Carlos Alcaraz è stata definita da molti come una delle migliori partite di tennis degli ultimi tempi. Sinner ha espresso il suo affetto per il torneo, definendolo “davvero speciale” e non vedendo l’ora di tornare ogni anno. Ha anche mostrato maturità accettando il sostegno del pubblico per i giocatori americani, traendo forza dalla sua squadra e dai tifosi italiani che lo seguono da casa.
Campioni, superfici e stili di gioco
Le modifiche di gioco di questi campioni sottolineano che il moderno campo in cemento, nonostante la percepita omogeneizzazione della velocità, richiede ancora una continua evoluzione da parte dei giocatori. Le leggere variazioni nel rimbalzo (ad esempio, AO vs. USO ) e la costante ricerca della “precisione del ritmo” significano che i giocatori devono costantemente affinare le loro strategie offensive e difensive, le loro tattiche di servizio e risposta, e la loro preparazione fisica. Ciò assicura che solo i giocatori più versatili e adattabili possano avere successo in modo consistente durante la stagione su cemento, spingendo i confini del gioco a tutto campo.
| Giocatore | Anni di successo agli US Open | Superfici su cui ha vinto/eccelso | Stile di gioco predominante | Note sull’adattamento/impatto della superficie |
| Jimmy Connors | 1974, 1976, 1978, 1982, 1983 | Erba, Har-Tru (terra verde), DecoTurf (cemento) | Baseliner aggressivo, colpi piatti, ritorno eccezionale. | Unico vincitore su tutte e tre le superfici degli US Open; il suo gioco offensivo fu favorito dal passaggio al cemento veloce del 1978. |
| Chris Evert | 1975, 1976, 1977, 1978, 1980, 1982 | Har-Tru (terra verde), DecoTurf (cemento) | Baseliner consistente, pazienza, costruzione del punto. | Dominatrice assoluta su Har-Tru; adattamento riuscito al cemento, vincendo la prima edizione su DecoTurf nel 1978. |
| Pete Sampras | 1990, 1993, 1995, 1996, 2002 | DecoTurf (cemento) | Serve-and-volley, servizio potente e preciso, volée impeccabile. | Simbolo del serve-and-volley nell’era del cemento veloce; il suo gioco era massimamente efficace sulla superficie. |
| Andre Agassi | 1994, 1999 | DecoTurf (cemento) | Baseliner aggressivo, ritorno di servizio rivoluzionario, prende la palla in anticipo. | Il suo stile ha prosperato sulla consistenza del cemento, togliendo tempo agli avversari e contribuendo all’ascesa del gioco da fondocampo. |
| Rafael Nadal | 2010, 2013, 2017, 2019 | DecoTurf (cemento) | Baseliner con topspin pesante, gioco difensivo evoluto in offensivo. | Notabile adattamento del suo gioco da terra battuta al cemento, aumentando potenza e aggressività. |
| Roger Federer | 2004-2008 (5 titoli consecutivi) | DecoTurf (cemento) | All-court player, serve potente, dritto dominante, gioco aggressivo. | Ha dovuto adattarsi al rallentamento percepito dei campi in cemento, cercando soluzioni più immediate. |
| Serena Williams | 1999, 2002, 2008, 2012, 2013, 2014 | DecoTurf (cemento) | Potenza estrema, servizio dominante, colpi da fondocampo devastanti, atletismo. | Dominio incontrastato sull’hard court, sfruttando al massimo la superficie per il suo gioco fisico e aggressivo. |
| Jannik Sinner | 2024 | Laykold (cemento) | Baseliner aggressivo, colpi potenti da entrambi i lati, rovescio con topspin, movimento efficace, intelligenza tattica. | Campione in carica, considerato il più forte sul cemento; adatta la posizione di risposta e sfrutta la potenza su campi veloci. |
La gestione delle superfici: tra scienza e percezione.
Agli US Open il raggiungimento di una superficie universalmente “equa” o “ottimale” rimane un obiettivo sfuggente. Nonostante i progressi tecnologici e la calibrazione precisa (come la “precisione del ritmo” di Laykold entro 0.5 punti ), le percezioni dei giocatori, influenzate dallo stile personale, dal clima e persino dall’atmosfera unica e ad alta energia di New York , fanno sì che la velocità del campo rimanga un elemento dinamico e soggettivo. Il dialogo continuo con i giocatori costringe gli organizzatori dei tornei a bilanciare costantemente l’integrità competitiva, il benessere degli atleti e il desiderio di un prodotto divertente, rendendo la gestione della superficie “tanto un’arte quanto una scienza”.
