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Evoluzione delle strategie nel ciclismo professionistico

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Come la tecnologia ha stravolto il modo di correre

Le strategie nel ciclismo hanno subito una profonda trasformazione nel corso degli anni, passando da un’impostazione individualistica a una visione collettiva e tecnologicamente avanzata.

Dall’immagine romantica del corridore solitario che affronta montagne e intemperie con puro eroismo, siamo passati a un ciclismo moderno dove la strategia, la tecnologia e il lavoro di squadra dominano ogni aspetto della competizione.

Ma come si sono evolute realmente le strategie nel ciclismo? Quali strumenti hanno cambiato il volto di questo sport?

Dall’individualismo all’intelligenza collettiva

Tornando alle origini del ciclismo professionistico, scopriamo un mondo crudo, eroico e profondamente solitario. Erano i primi del Novecento (almeno per quanto riguarda le corse a tappe – il primo Tour de France si è svolto nel 1903 n.d.r.) e i corridori affrontavano tappe che oggi sembrerebbero quasi disumane: oltre 300 chilometri su strade sterrate, senza assistenza tecnica, senza cambi di bicicletta, senza auricolari né auto al seguito. I pionieri del pedale caricavano tubolari a tracolla, attrezzi di riparazione nel telaio mostrando un coraggio fuori dal comune. Dovevano arrangiarsi con ciò che trovavano lungo la strada—una fontana, una trattoria, a volte nemmeno quello. Ogni foratura diventava una battaglia, ogni salita una prova di sopravvivenza. Era una corsa contro gli altri, certo, ma soprattutto contro se stessi.

In questo contesto, il concetto stesso di strategia era ridotto al minimo. Vinceva chi resisteva. La gestione dello sforzo, l’alimentazione, persino la scelta del momento giusto per accelerare o dosare le energie, erano tutte decisioni prese d’istinto, senza alcun supporto esterno.

Con il passare degli anni, però, il ciclismo ha iniziato lentamente a cambiare pelle. L’approccio si è fatto via via più collettivo.

Il concetto di squadra ha assunto un ruolo sempre più centrale, trasformando la corsa da duello personale a prova di intelligenza condivisa.

Sono comparse figure fondamentali come i gregari—custodi silenziosi dei capitani—insieme ai velocisti, agli scalatori e ai cronoman. Ogni atleta con un compito preciso, disegnato su misura per la strategia globale.

Ma non solo: questi ruoli sono andati via via specializzandosi. Il gregario da pianura, quello da salita, lo specialista delle fughe, il finalizzatore nelle tappe intermedie. Un mosaico di funzioni che, se ben orchestrato, può cambiare le sorti di una corsa intera. E al centro di questa orchestra si è imposta una figura chiave: il direttore sportivo.

Un tempo confinato alla lavagna e alla vigilia della corsa, oggi il DS è una presenza costante e quasi invisibile, che parla ai suoi corridori in tempo reale attraverso gli auricolari. Suggerisce quando attaccare, quando coprirsi dal vento, quando proteggere il capitano o spezzare un’azione rivale.

La tecnologia: un alleato (quasi) invisibile

E come non citare il possente impatto della tecnologia nell’evoluzione delle strategie nel ciclismo?

Il ciclismo moderno, di fatto, è diventato un laboratorio a cielo aperto.

La tecnologia ha rivoluzionato ogni aspetto, dalla preparazione atletica alla strategia in gara.

Ecco, semplificando un po’ se ci è concesso, alcune delle innovazioni che hanno cambiato le regole del gioco:

  • Misuratori di potenza: permettono di dosare lo sforzo in base alla soglia individuale (FTP), rendendo ogni salita, ogni attacco, una scelta razionale.
  • Radio di squadra: strumenti di comunicazione che hanno sostituito l’intuito con l’analisi istantanea.
  • GPS e telemetria: dati in tempo reale su posizione, velocità e condizioni del gruppo. I DS possono anticipare ventagli, gestire le fughe o lanciare un attacco.
  • Software di analisi e IA: strumenti come TrainingPeaks e VeloViewer, ma anche algoritmi predittivi basati sull’intelligenza artificiale, aiutano a simulare scenari e ottimizzare la performance.
  • Materiali all’avanguardia: biciclette in carbonio, freni a disco, body aerodinamici. L’equipaggiamento tecnico è diventato una componente strategica.
  • Nutrizione scientifica: si passa dal “mangiare quando hai fame” a piani precisi di carboloading, integrazione e idratazione.
  • Allenamenti in quota e simulazione ambientale: preparazioni sempre più mirate grazie a dati fisiologici raccolti durante le fasi di training.

L’analisi in tempo reale: il nuovo motore della tattica

L’analisi dei dati ha ridisegnato le dinamiche di gara. Le fughe non sono più improvvisate, ma pianificate nei minimi dettagli: si analizzano altimetrie, vento, posizione degli avversari e punti deboli da sfruttare. Le squadre top (come Jumbo-Visma o UAE Team Emirates) sfruttano IA e machine learning per prevedere il comportamento degli altri team e decidere il momento ideale per l’attacco.

Un caso emblematico? L’attacco di Chris Froome al Colle delle Finestre nel 2018. Un’azione solitaria di 80 km resa possibile da una preparazione meticolosa, strategia nutrizionale perfetta e analisi dettagliata della tappa.

Il nuovo ciclismo: meno istinto, più intelligenza

Se da un lato questo approccio ha portato a una maggiore efficienza, dall’altro ha modificato la narrazione dello sport stesso. Il ciclismo moderno è meno romantico, ma molto più preciso. I margini di errore si riducono, la casualità lascia spazio alla programmazione.

Oggi il corridore è un atleta-ingegnere: conosce i suoi watt, la sua soglia lattacida, sa esattamente quanta energia consumare in ogni segmento. La squadra è un cervello collettivo che decide, monitora, corregge.

E domani? Verso un ciclismo sempre più smart

Guardando al futuro, possiamo aspettarci un’evoluzione ancora più spinta: bici con sensori integrati, IA predittive sempre più sofisticate, strategie influenzate da simulazioni 3D in tempo reale e persino supporto da droni per la visione dall’alto.

Il ciclismo non è più solo forza e resistenza: è strategia pura, scienza applicata, collaborazione. Una disciplina in cui la mente ha raggiunto, e forse rischia addirittura di contendere il primato ai muscoli.

 

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