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Rugby, Mondiali 2019: la Nuova Zelanda ai raggi X. Gli All Blacks fanno paura, l’Italia dovrà fronteggiare un tornado

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L’allarme meteo dice che sabato prossimo ci sarà un rischio tifone a Fukuoka, dove giocheranno Irlanda e Samoa. Ma se si parla di rischio, a Toyota poche ore prima sull’Italia si abbatterà sicuramente un tornado, quello tutto nero della Nuova Zelanda. Gli azzurri di Conor O’Shea saluteranno la fase a gironi dei Mondiali (e verosimilmente il torneo) affrontando i bicampioni del mondo che, dopo la facile vittoria contro la Namibia domenica, probabilmente torneranno a schierare molti dei loro giocatori più forti a Toyota.

L’impresa per gli azzurri, oltretutto in emergenza dopo gli infortuni di Ferrari e Riccioni e le squalifiche di Lovotti e Quaglio, è forse oltre il limite del possibile. Troppo forti gli All Blacks, soprattutto se Steve Hansen deciderà di non lasciare a riposo le proprie stelle, ma di dare loro minuti di gioco in vista dei quarti di finale, che inizieranno una settimana dopo. E nella formazione neozelandese è difficile trovare dei punti deboli, anche se con la Namibia hanno dimostrato che, se non concentrati al 100%, possono commettere banali errori anche loro.

Infinite le armi a disposizione della Nuova Zelanda, a partire da uno dei pacchetti di mischia più esperti e di qualità a livello mondiale. Da Dan Coles in prima linea a Sam Whitelock in seconda, passando per giocatori come Ardie Savea o Kieran Read in terza, il pack tutto nero domina le mischie chiuse, da cui riparte spesso velocemente in prima fase, ma anche le touche e, soprattutto, ha una terza linea che nei punti d’incontro è devastante, con mani veloci e un gioco sempre al limite del fuorigioco. Riuscire a rallentarli in questa fase e, ancor più importante, riuscire a muovere l’ovale dai punti d’incontro e non venir fermati dagli All Blacks, è la prima sfida che gli azzurri dovranno provare a vincere per cercare di restare in partita.

E se la mischia è forte, non da meno è la linea arretrata. Partendo dalla mediana, dove Steve Hansen probabilmente rimetterà in cabina di regia Richie Mo’unga e Aaron Smith, con l’unico dubbio che riguarda Beauden Barrett, acciaccato, e che presumibilmente verrà tenuto a riposo dal tecnico neozelandese. Tante le scelte a centri o nel triangolo allargato, con giocatori come Sonny Bill Williams, Anton Lienert-Brown, Sevu Reece o Ben Smith che possono colpire ogni volta che prendono palla. Qui servirà una difesa come quella vista nel primo tempo con il Sudafrica, attenta, precisa, che non si permette buchi in prima fase, mentre servirà un cambio di marcia all’ala, con mete, come la prima segnata da Cheslin Kolbe, che non possono venir realizzate così semplicemente.

In definitiva, però, è veramente difficile trovare un punto debole in questa Nuova Zelanda o illudersi che l’Italia possa trovare la partita della vita e ribaltare ogni pronostico. Purtroppo, nel momento in cui ci sono stati i sorteggi, e all’Italia sono capitate nel girone Sudafrica e All Blacks, si sapeva che l’avventura giapponese sarebbe stata una missione impossibile.

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