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Golf, Masters Augusta 2019: Francesco Molinari, caccia aperta al sogno della Green Jacket e la sfida a Tiger Woods. L’incidenza delle partenze anticipate

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Sono soltanto quattro gli uomini che hanno vinto l’Open Championship e, di seguito, il Masters nella successiva primavera. Non sono nomi qualsiasi: Arnold Palmer, Seve Ballesteros, Tom Watson e Tiger Woods appartengono alla leggenda del golf, con l’ultimo di essi che ne è già parte anche se ancora in attività (e oltretutto in cerca del quindicesimo Major).

Francesco Molinari, con i galloni di leader e con la forma straordinaria che sta mostrando da diversi mesi, potrebbe unirsi a questa schiera di uomini che racchiudono non meno di 34 Major. Quello che sta facendo impressione del torinese è il modo con cui sta mettendo in riga tutti i suoi avversari: raramente è il migliore di giornata, ma è sempre lì, nella parte alta, con una grande costanza e una fiducia che, da quasi un anno, non accenna a scendere. E quando s’accende, lo fa per davvero. Basta vedere le buche dalla 12 alla 15 del terzo giro: quattro birdie, dei quali uno arriva da una buca in uno sfiorata. Se all’Open Championship Molinari era partito di rincorsa per vincere il suo primo Major in carriera, stavolta è lui l’uomo che deve difendere la propria posizione.

A inseguirlo ci sono due uomini totalmente diversi nell’eco mediatica che generano e anche nel gioco: Tiger Woods e Tony Finau. L’uno sta facendo sognare mezza America del golf e tutti i suoi tifosi, ancora tantissimi in giro per il mondo, perché sta accarezzando l’idea di un nuovo trionfo in un Major che soltanto fino a due anni fa sembrava un miraggio. L’altro, invece, ha trovato il miglior periodo della propria carriera tra i 28 e i 29 anni, completando il cerchio delle top ten nei quattro Major e dimostrando di valere molto di più dell’unico torneo vinto sul PGA Tour, che non gli può rendere giustizia in alcun modo.

Non bisogna, naturalmente, dimenticare gli altri: Brooks Koepka, che alla sensazione di vincere dei Major è abituato, visto che ne ha portati a casa tre, Webb Simpson, che riuscì a far suoi gli US Open nel 2012, Ian Poulter, che potrebbe realmente trovare il suo miglior risultato ad Augusta, e sarebbe un premio meritato per i suoi recenti buoni risultati in Europa e negli States. Non è inverosimile pensare che la lotta per la vittoria sia ristretta a questi sei nomi, anche se più d’uno è pronto a rinvenire da dietro.

C’è un elemento da non sottovalutare: lo sconvolgimento del programma del quarto giro. Nessuno può predire gli effetti di uno spostamento delle partenze alle 13:30 (ora italiana), con i migliori che partiranno dalle 15 in avanti (in particolare, Molinari, Woods e Finau alle 15:20). Un simile provvedimento, messo in atto per evitare un rischio di temporali che, comunque, resta persistente nell’area di Augusta, non può non avere effetto su alcuni giocatori. L’elemento in più, quindi, diventa quello della freddezza e della capacità di gestire la nuova situazione venutasi a creare. In poche parole, Patrick Reed cederà la Green Jacket soltanto a un uomo capace di mantenere una concentrazione e una predisposizione mentale eccezionali. Il tutto si aggiunge a un altro fattore: la particolarità delle condizioni meteo ha reso i green insolitamente morbidi, il che fornisce una spiegazione per un numero molto alto rispetto all’usuale di score bassi.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: Valerio Origo

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