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Tennis

L’analisi di Bottazzi: “Sinner fa molta più fatica rispetto a prima, quindi le strade davanti sono due”

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Jannik Sinner
Sinner / Lapresse

Luca Bottazzi è intervenuto come ospite speciale nel corso dell’ultima puntata di Tennis Mania, trasmissione condotta da Dario Puppo e visibile sul canale Youtube di OA Sport. Il nativo di Milano classe 1963 è stato invitato recentemente alla Hall of Fame di Newport, uno dei luoghi più iconici del tennis internazionale, per ricevere un nuovo riconoscimento come uno dei più autorevoli ed apprezzati narratori di questo sport. L’ex giocatore azzurro, oltre a raccontare la sua visita alla Hall of Fame, si è soffermato anche sull’attualità fornendo il suo punto di vista sulla rivalità tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz.

Andare a rete con maggiore frequenza, oltre a renderti più imprevedibile, ti dà la possibilità di durare molto di più, altrimenti l’unico altro modo è servire meglio, con maggior percentuale ed efficacia, e Sinner è alto 1.93. Quindi parliamo di un numero 2 al mondo alto 1.93 che spesso fa delle partite dove la percentuale di prime in campo latita. O sale di lì (col servizio), o sale di là (con le discese a rete), perché lui ha un’intensità pazzesca e butta l’avversario per terra come un peso massimo sul ring, ma ultimamente a mio parere fa girare molto di più la palla, scambia molto di più, frena molto di più e corre troppo contro tutti. Fa molta più fatica rispetto a prima, quando sbagliava qualcosa in più ma quando partiva la palla l’altro finiva per terra. Se freni, allora devi servire oppure devi andare più avanti“, dichiara Bottazzi.

È vero che nella finale degli US Open è scesa in campo la sua controfigura, ma è anche vero che a Wimbledon c’è stata la controfigura di Alcaraz, perché se sul 4-2 del primo set Sinner non si addormenta allora finisce tre set a zero. La grande partita è stata quella di Parigi. Poi non è vero che tutte le volte che scendono in campo vuol dire Parigi, quello è solo marketing. Su tre finali Slam una è stata leggendaria, in una non c’era Alcaraz ed in una non c’era Sinner“, prosegue lo scrittore italiano.

Sulle prospettive di Sinner dopo l’esplosione dell’ultimo biennio: “Tanti campioni del passato hanno avuto almeno una stagione di assestamento dopo aver vinto i primi Slam, anche perché vincevano da giovanissimi. L’unico che ha vinto il primo major a Wimbledon e poi è stato dominante è Federer, anche perché conquistò quel titolo a 21-22 anni, non da Under 20. Alcaraz è diventato n.1 del mondo giovanissimo, poi ha avuto una o due stagioni di assestamento in cui perdeva anche da Van de Zandschulp, oggi non ci perde più perché è maturato. Sinner è diventato n.1 al mondo l’anno scorso, ha fatto 5 finali Slam di fila, quindi è esploso, e mi aspetto che possa avere adesso un momento di assestamento. Non possiamo pretendere che faccia sempre finale Slam da qui ai prossimi dieci anni. Poi probabilmente farà un altro scatto in più e sarà ancor più forte di quello che è oggi, perché il giocatore diventa più esperto e gestisce meglio tutto l’arsenale che ha. È tutto normale e abbastanza fisiologico“.

Sul dualismo Sinner-Alcaraz: “Se non viene fuori qualcuno da dietro questi due domineranno il tennis, perché ci sono due fuoriclasse come loro più Djokovic che io metto però tra parentesi considerando l’età. Sono gli altri che mancano e che non sono all’altezza, perché se in finale a Pechino ci va Tien e dalla sua parte del tabellone ci sono Medvedev e Zverev, ma dove sono gli altri? Sinner e Alcaraz non hanno concorrenza, per il loro rango. Guardiamo la finale degli US Open: un Sinner a due cilindri è stato l’unico a portare via un set ad Alcaraz in tutto il torneo. Se Sinner sta bene e non ci sono guai, anche al 70% va in finale e poi magari perde da Alcaraz, tanta è la differenza tra loro due e gli altri. Quindi bene per il movimento del tennis italiano e per tante cose che vengono legate alla spinta di questo grande campione. Questo movimento però dovrà dare un occhio anche all’aspetto sostanziale, per non fare la fine della Svezia che dopo Borg ed Edberg oggi non hanno più nessuno“.

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