Tennis
Coppa Davis 2025, l’Italia può provare a vincere anche senza Sinner? Il tabellone potrebbe dare una mano
Quale Italia in Coppa Davis senza Jannik Sinner? Al momento la squadra è questa: Lorenzo Musetti, Matteo Berrettini, Flavio Cobolli, Simone Bolelli e Andrea Vavassori. Si possono però fare tre cambi fino alle (quasi) immediate vicinanze del via in quel di Bologna. Filippo Volandri potrà usarli o meno, e se del domani non c’è certezza, ce n’è invece sul fatto che l’Italia rimane estremamente competitiva.
Lo dice il fatto che esiste un chiaro movimento in grande spolvero: a restare fuori ci sono giocatori come Darderi o Sonego, che sono nei 50 (e il secondo è in pieno ottimo finale di stagione). Di fatto, Volandri ha tante opzioni a sua disposizione, in qualunque modo la si possa guardare. In più, anche il tabellone è mediamente amico degli azzurri.
Ai quarti c’è l’Austria, che al di là di tutto non è e non dovrebbe essere un problema, anche perché c’è un solo giocatore nei 100, Filip Misolic (che pure ha fatto vedere buone cose quest’anno, ma resta sempre lontano dai big). E anche Jurij Rodionov, il numero 2, non parrebbe in grado di dar fastidio a nessuno degli azzurri. Ci vorrebbe il capitano, Jurgen Melzer, ma nella versione ringiovanita di 15 anni, quella che arrivava in semifinale al Roland Garros con annesso scalpo di Djokovic.
L’eventuale semifinale è più probabile sia con la Francia, e in questa fattispecie Paul-Henri Mathieu ha deciso di aspettare per usare il quinto nome da schierare. Di base sono Ugo Humbert e Arthur Rinderknech le due punte (con il secondo che si è strameritato la chiamata a seguito della finale di Shanghai). Certo, resta un problemino: manca Arthur Fils, il migliore dei transalpini che è praticamente fermo dal Roland Garros e di fatto è come se avesse chiuso il 2025 lì. Ma attenzione: anche qui le cose possono cambiare, perché è tutto fuorché certo che Humbert ci sia, dopo il forfait dal 1000 di Parigi causato dall’infortunio di Basilea. E a quel punto si potrebbero aprire scenari vari. Moutet? Muller? Mpetshi Perricard? Atmane? Ai posteri l’ardua sentenza.
Di contro ci sarebbe pure il Belgio, che, per fortuna sua, di questi problemi non ne ha e avrebbe anche il duo praticamente già certo: Zizou Bergs e Raphael Collignon, unito al doppio Gillé/Vliegen. Qui l’Italia avrebbe quasi solo da guadagnare nei singolari, mentre il doppio belga risentirebbe quasi inevitabilmente di una poca pratica al gioco assieme, visto che Gillé e Vliegen hanno cambiato compagnie da tempo.
E poi c’è quel che accade dall’altra parte: la Spagna ha subito la Cechia, e se Alcaraz può portare il punto del singolare, non è propriamente certo che Munar possa farcela, anche nella sua stagione migliore, con uno tra Mensik e Machac (non Lehecka, che è numero 1). E c’è un dettaglio da ricordare: il murciano non si è ancora mai realmente dimostrato quel tipo di doppista che, per rimanere in Spagna, poteva essere Nadal (che capiva molto bene la specialità, come del resto il suo rivale di sempre Federer) quando chiamato all’opera. Infine Argentina-Germania, dove cambia tutto sulla presenza o meno di Zverev (che abbia superato le remore verso l’attuale format?). Resta comunque tutto interessante perché, in caso di doppio, Krawietz/Puetz-Gonzalez/Molteni si lascia vedere eccome. In buona sostanza, in basso potrebbe succedere di tutto.
