Atletica
Antonella Palmisano tuona: “Mi aspetto tutela dalla Federazione per la marcia. Lo sport mi sta togliendo la maternità”
Antonella Palmisano, marciatrice azzurra campionessa olimpica nel 2020 nella 20 km, è intervenuta nella trasmissione OA Focus, andata in onda sul canale Youtube di OA Sport. La pugliese, argento agli ultimi Mondiali di Tokyo nella 35 km, ha espresso le sue considerazioni sui risultati conseguiti in stagione, ponendo anche l’attenzione sulla mancata citazione del suo argento nella presentazione degli Europei 2026.
I primi inizi nella marcia: “La marcia mi ha chiamato a sé. Venivo da un paesino nel quale mancavano le strutture, gli allenatori e le competenze. Il mio primo allenatore aveva la passione della marcia e mi fece provare qualche gara. Nell’arco di sei mesi avevo vinto il primo titolo italiano. Nella corsa non era capitato, nella marcia non sentivo la fatica e mi divertivo, mi sentivo libera. Nella corsa ero da sola, avevo io tutta la responsabilità”.
L’oro olimpico di Tokyo: “È stata la vittoria più bella che ricorderò per sempre. Se mi dovessi voltare indietro questo è il successo di una ragazza che arrivava da un paesino e che tanto si è scontrata ed imposta con la famiglia per poter gareggiare e dimostrare cosa voleva diventare. Le Fiamme Gialle mi hanno dato la possibilità di essere autonoma. Aver vinto un’Olimpiade mi ha fatto capire che avevo fatto la cosa giusta e che avevo raggiunto il mio obiettivo. Avevo dato voce ai miei sogni”.
Le ambizioni dopo l’Olimpiade: “Ricordo che dopo Tokyo avevo sofferto la poco attenzione sulla marcia. Sono stati tanti i ragazzi ed i genitori che mi avevano scritto. Volevo continuare per portare ancora luce sulla marcia, dare un contributo a questo movimento”.
La polemica sulla mancata citazione dell’argento nel video-presentazione degli Europei 2024 e l’attacco alla Federazione: “La marcia vanta 19 medaglie olimpiche ed è una disciplina che ha fatto la storia. I continui cambiamenti non fanno bene al futuro di questo sport. Il mio post andava contro il Direttore Tecnico, ma soprattutto contro la Federazione. Un errore non può capitare due volte, mi aspetto una tutela dalla mia Federazione. Quando ho lasciato il mio allenatore ci sono state mancanze della Federazione, sono due anni che coltivo qualcosa che non mi fa bene. Non mi aspettavo che il DT si dimenticasse delle mie medaglie. Inserire il mio nome in una conferenza stampa e non fanno alterare giornalisti. Non può essere un limite per non fare nulla per la marcia, è una disciplina come le altre. La mia medaglia è stata una delle sette, non può essere dimenticata. Sono anni che porto medaglie e non ho visibilità. Questo non lo accetto più”.
Cosa si può fare in più per la marcia: “Posso solo dire grazie dell’attenzione che si è creata e dell’intervista che rilascio oggi. Vedere che la stampa si è interessata al mio post mi rende fiera”.
Il futuro e la preparazione per i prossimi appuntamenti: “Sono testarda, quest’anno mi sono fatta andare bene la 35 km. Los Angeles non prevede la 42 km, anche se dal prossimo anno ci sarà. Io devo seguire il mio cuore che mi porta verso la 21 km. Voglio dimostrare a me stessa che posso essere ancora competitiva. Per l’Europeo punto alla 21 km in funzione di Los Angeles”.
Il ritiro di Parigi 2024: “Quando penso a Parigi provo una grande tristezza vissuta quasi come depressione. Forse anche quello non mi ha dato fiducia nelle 21 km quest’anno. Avevo capito subito che c’era qualcosa che non andava in quella mattina. Non riuscivo a svegliarmi, al terzo chilometro già avvertivo qualcosa che in realtà non c’era. Quando poi è arrivata la febbre ed il Covid è stata una ferita enorme. Mi sono accorta di aver fatto degli errori che non mi posso perdonare con l’esperienza che ho. Volevo finire con il sorriso ma mi sono cadute certezze. Forse doveva succedere affinché provassi nuove sfide”.
Cosa ti ha dato e tolto lo sport: “Mi ha dato tanto: le emozioni, le medaglie, le amicizie. Mi sta però togliendo una maternità, nessuno mi impedisce di fermarmi, ma penso a quello che potrei perdere. Farei più fatica a fermarmi. Dopo la 20 km è la prima volta che mi sono guardata indietro ed ho visto i risultati che ho raggiunto. Oggi non me lo sarei mai aspettata di aver fatto tutto ciò”.
