Basket
L’Italbasket ha convinto nella prima fase, ma ora c’è da scalare l’Everest per sognare agli Europei
Adesso serve l’impresa. Con questo pensiero l’Italbasket si imbarcherà nelle prossime ore verso Riga, dove si concluderanno gli Europei. Era davvero difficile pensare ad un cammino così duro per gli azzurri di Gianmarco Pozzecco dopo una prima fase davvero buona e conclusa dall’Italia con un quattro vittorie ed una sconfitta, stesso identico record della Grecia, ma purtroppo quell’unico ko è arrivato proprio all’esordio contro Antetokounmpo e compagni.
L’Italia ha così concluso al secondo posto, finendo nella parte bassa del tabellone, quella decisamente più difficile. Si parte agli ottavi con la Slovenia di Luka Doncic ed in caso di vittoria ecco che ci sarebbe la Germania campione del mondo. Guardando oltre ancora molto probabilmente ci sarebbe la Serbia di Nikola Jokic. Praticamente come scalare l’Everest per la nostra Nazionale, che un cammino così duro per sognare una medaglia (che manca da 22 anni) non poteva di certo immaginarselo.
La squadra azzurra, però, arriva a Riga con tanta consapevolezza di potersela giocare e di poter dare fastidio a squadre che fin da subito sono state inserite nella lotta per la vittoria finale. Non è comunque il caso della Slovenia, che ha mostrato fragilità importanti lungo il suo cammino nella prima fase, nonostante ovviamente un Luka Doncic che si è preso tutta la nazionale sulle sue spalle. L’Italia, però, ha dimostrato di essere più squadra su entrambi i lati del campo e parte probabilmente anche con i favori del pronostico, visto che comunque Pozzecco può contare su più giocatori rispetto al CT sloveno.
Simone Fontecchio resta la principale arma offensiva dell’Italia, nonostante una prima fase in cui il neo giocatore dei Miami Heat ha spesso litigato con il ferro dall’arco, tranne nella magica serata da 39 punti (record di sempre per un azzurro) contro la Bosnia. Fontecchio ha sicuramente sofferto la pressione asfissiante delle difese di Grecia e Spagna, ma la Slovenia non sembra poter mettere in campo quella stessa identica azione difensiva ed ecco che Simone dovrà essere bravo a punire Doncic e compagni.
L’Italia, però, non è solo Simone Fontecchio, ma come detto è un gruppo compatto, coeso, dove in tanti sono riusciti ad emergere in queste cinque partite. È il caso sicuramente di Saliou Niang, clamoroso protagonista contro la Spagna, partita nella quale si è anche procurato un infortunio alla caviglia che ha fatto tremare tutto il gruppo azzurro. La sua fisicità e la sua esplosività possono essere due ulteriori fattori in questa nuova fase degli Europei, dove anche un rimbalzo o una palla recuperata in più conteranno.
Fisico, potenza, energia, caratteristiche tutte anche di Momo Diouf, protagonista anche lui di una prima fase di altissimo livello, forse anche al di sopra delle aspettative. Il centro della Virtus Bologna sarà chiamato ad un’ulteriore conferma contro una Slovenia che nel reparto lunghi sicuramente non eccelle e dunque Diouf può ulteriormente diventare decisivo nello scacchiere offensivo di Gianmarco Pozzecco.
Ma come si ferma Luka Doncic? Ed ecco che qui entrano in azione gli specialisti difensivi azzurri. Ovviamente Doncic è un fuoriclasse e sarà quasi impossibile contenerlo, ma non c’è alcun dubbio che l’azione combinata di Alessandro Pajola e Darius Thompson (potrebbero essere loro i principali indiziati) può mettere un po’ in difficoltà il giocatore dei Lakers. L’obiettivo è mettergli pressione fin dal primo possesso, cercando di asfissiarlo e metterlo se è possibile il più in crisi possibile. Ovviamente sarà fondamentale un lavoro di difesa complessivo, perché uno contro cinque a basket non si vince e dunque non bisogna dimenticare di lavorare al massimo sugli altri quattro compagni di Doncic.
Appuntamento a domenica per cominciare si spera una lunga scalata verso un sogno. L’Italbasket ha spesso saputo andare oltre ogni possibile immaginazione, compiendo imprese quando sembrava ormai segnato il suo destino. A Riga forse servirebbe anche qualcosa in più, ma non c’è alcun dubbio che Melli e compagni ci proveranno fino all’ultimo secondo, perché questa Italia è prima di tutto una squadra, un gruppo, un collettivo e questa è sicuramente la nostra miglior forza.
