Tennis
Zverev: “Essere padre mi ha cambiato; ora voglio essere un buon esempio.”
Nell’incontro valevole per i quarti di finale del torneo ATP di Toronto, primo dei due Masters 1000 in preparazione all’Open degli Stati Uniti, Alexander Zverev supera 6-7(8) 6-4 6-3 l’australiano Alexei Popyrin e si qualifica per la semifinale, turno in cui affronterà il russo Karen Khachanov, testa di serie numero 11.
Nella conferenza stampa post partita il tennista tedesco, testa di serie numero uno del seeding canadese, si è soffermato su come le condizioni del torneo lo abbiano avvantaggiato e sull’eredità che, al di là delle sue prestazioni sportive, intende lasciare alle generazioni future.
Sulla vittoria contro Popyrin: “Sono molto soddisfatto del mio livello tennistico. Battere Popyrin qui è davvero encomiabile. Perdere il primo set è stato frustrante. Penso di essere stato molto sfortunato, ma ho modificato un po’ la mia posizione in risposta e ho giocato in modo più aggressivo. Ha un tennis impressionante quando è ispirato; se riesce a mantenere questo livello fino alla fine dell’anno, potrà scalare la classifica mondiale“.
Sul perché il campo di Toronto avvantaggi il suo tennis: “Guarda, è un campo veloce e anche le palle sono veloci. So che questo è un vantaggio per me, ma mi ci è voluto un po’ di tempo per adattarmi e trovare la giusta sensazione di palla sulla racchetta. Ora ci sto arrivando e sono convinto che giocherò ancora meglio in semifinale. Avere un mese di riposo dopo la sconfitta a Wimbledon è stato fondamentale per arrivare qui in buona forma. Mi sono riposato per un’intera settimana e poi ho fatto un buon blocco di allenamento, e si vede“.
Sulla capacità di gestire i momenti di frustrazione e l’eredità da lasciare alle generazioni future: “Qualche tempo fa, avrei distrutto una racchetta dopo il primo set, ma non lo faccio da tre anni e mezzo, e continuerò a farlo. Mi sono assunto la responsabilità che ho come persona di essere un modello nel tennis. Essere padre mi ha cambiato. Voglio dare il buon esempio e voglio essere ricordato per il mio tennis e per le cose buone che faccio fuori dal campo, come con la mia Fondazione, non per i miei scatti d’ira. In un certo senso, Federer è stato un’ispirazione per questo cambiamento. Vedere come ha perso la pazienza da giovane e poi è diventato la perfezione assoluta mi ha spinto a prendere questa decisione“.
