Pallavolo
Volley femminile, i precedenti dell’Italia ai Mondiali. Unico titolo nel 2002, brucia ancora la finale del 2018
La storia della Nazionale italiana femminile ai Campionati Mondiali di pallavolo è un alternarsi di trionfi memorabili, rimonte emozionanti e finali che lasciano ancora un retrogusto amaro. Tra i momenti più intensi, due date emergono con forza: il 2002, quando le azzurre salirono sul tetto del mondo, e il 2018, quando sfiorarono un’impresa storica cedendo soltanto al tie-break.
L’avventura dell’Italia femminile ai Mondiali è una storia fatta di conquista, pazienza e rimpianto. È un racconto che inizia con l’esordio del 1978 e continua tra grandi traguardi e inseguimenti ardenti di un podio che, a un passo, pare sempre sfuggire.
L’Italia esordisce nella manifestazione iridata nel 1978, piazzandosi al quart’ultimo posto. Un’uscita dignitosa ma lontana dai fasti futuri. Seguono anni di esperienza al massimo livello, senza però risultati di spicco. Sono gli anni Ottanta e Novanta a portare il movimento femminile italiano verso una prospettiva diversa: nel 1998 arriva il quinto posto, preludio a un salto di qualità.
Il 2002 resta l’anno dell’apoteosi. In Germania, alla 14ª edizione del Mondiale, l’Italia di Marco Bonitta partiva senza le luci della ribalta puntate addosso, ma costruì partita dopo partita una cavalcata leggendaria. Superata la Cina in semifinale, le azzurre si trovarono di fronte gli Stati Uniti per l’oro: una finale giocata con lucidità e cuore, chiusa con un trionfo che consegnò alla pallavolo italiana il primo titolo mondiale femminile della sua storia. Quel gruppo, guidato da una generazione di talento e carattere, aprì un’epoca nuova, dimostrando che anche l’Italia poteva essere regina nella competizione più prestigiosa.
Da allora, il Mondiale ha continuato a regalare soddisfazioni e dolori. Nel 2006, in Giappone, l’Italia si fermò ai piedi del podio, quarta, dopo un percorso comunque convincente. Stesso epilogo nel 2014, in casa, davanti a un pubblico caloroso e appassionato: un torneo lungo e combattuto, ma senza il guizzo finale per entrare in zona medaglia.
Il secondo grande capitolo della storia iridata azzurra si scrive nel 2018. In Giappone, le ragazze di Davide Mazzanti giocarono un torneo di straordinaria qualità, trascinate da una Paola Egonu in formato extralusso e da un gruppo coeso e determinato. Dopo aver superato rivali di altissimo livello, l’Italia si guadagnò la finale contro la Serbia, in una sfida che rappresentava anche la prima finale mondiale tutta europea. Il match fu una battaglia di nervi e tecnica: avanti e indietro nei set, fino al tie-break. L’illusione dell’oro durò fino agli ultimi scambi, ma la Serbia si impose 15-12 nell’ultimo parziale. L’argento restò un traguardo enorme, ma anche una ferita aperta, un’occasione sfuggita di un soffio.
L’ultimo Mondiale, nel 2022, ha aggiunto un altro podio al palmarès: il bronzo conquistato con autorevolezza ha confermato la continuità di rendimento di una nazionale che, negli ultimi vent’anni, è sempre rimasta tra le protagoniste, anche se quel torneo lasciò uno strascico doloroso di polemiche poi sfociate con il flop all’Europeo in casa del 2023 e l’esonero di Mazzanti, che aprì la strada all’arrivo sulla panchina azzurra di Julio Velasco. Negli ultimi dieci tornei disputati, comunque, l’Italia non è mai scesa sotto il quinto posto, un segnale di presenza costante ai massimi livelli.
