Seguici su
LEGGI OA SPORT SENZA PUBBLICITÀ
ABBONATI

Atletica

Simone Bertelli: “Vorrei andare al Mondiale con la mia fidanzata Erika Saraceni. Il ranking va costruito”

Pubblicato

il

Simone Bertelli
Bertelli / Grana FIDAL

Simone Bertelli è stato ospite dell’ultima puntata di Sprint Zone, trasmissione di approfondimento sull’atletica leggera condotta da Ferdinando Savarese e visibile sul canale Youtube di OA Sport. Il torinese classe 2004, in piena corsa per qualificarsi ai Mondiali di Tokyo tramite ranking nel salto con l’asta, si è già tolto una grande soddisfazione quest’estate vincendo gli Europei Under 23 di Bergen con il nuovo primato personale di 5.70 per poi doversi accontentare della seconda piazza agli Assoluti di Caorle con 5.46 dietro a Matteo Oliveri.

Il tempo non era dei migliori, c’era freddo e un po’ di vento. Alla fine il vento era da dietro, quindi non è mai male finché è il giusto. Più che altro sono entrato in gara dopo due ore, perché la finale è iniziata alle 7.00 ed io sono entrato in gara alle 9.00. Quello sicuramente non ha aiutato, però diciamo che ero un po’ scarico sia a livello fisico che a livello nervoso. La settimana dopo gli Europei U23 non mi riuscivo a muovere, ero stanchissimo in allenamento, ero proprio cotto, quindi me la son presa un po’ con calma“, racconta l’astista azzurro.

Ho fatto un weekend al mare con la mia fidanzata Erika (Saraceni, ndr), ad allenarci lì un po’. Lei stava preparando gli Europei Under 20, io mi allenavo in modo un po’ più tranquillo. Poi dalla settimana successiva ho ripreso il livello successivo, ad allenarmi più intensamente per arrivare agli Assoluti. Comunque sì, non è andata proprio come speravo. Mi aspettavo di fare qualcosa meglio, soprattutto per il ranking, perché essendo lì lì se alcune persone mi sorpassano rischio di uscire. Ovviamente lì sul momento ero un po’ arrabbiato, non ero contentissimo, però alla fine arrivavo da un Europeo U23, quindi era scontato che non fossi in formissima“, spiega Bertelli.

Sulla vittoria a Bergen con il personale: “Mi sentivo molto bene. L’obiettivo della stagione era quello di prendere una medaglia agli Europei U23. Non ci eravamo detti di che colore, però l’obiettivo era quello di conquistare una medaglia. Poi tutto quello che veniva dopo era qualcosa in più. Stavo benissimo. Nelle gare precedenti avevo fatto due 5.60 e alcuni 5.50 ma sapevo di poter saltare di più. In allenamento saltavo molto e in gara ogni volta toccavo l’asticella, ballava e poi cadeva. Quindi mi mancava solo proprio il salto in cui l’asticella rimaneva su ed è stato così agli Europei. Alla fine era la gara più importante, quindi non posso che esserne contento“.

Sulla situazione in ottica qualificazione ai Mondiali di Tokyo tramite ranking: “Si spera che nessuno mi sorpassi, ma devo anche mettermi io a costruire il ranking facendo delle belle misure, così almeno guadagno punti. Quindi più che sperare, devo mettermi sotto anch’io. Alla fine sono un atleta, mi sto allenando per questo, quindi sono fiducioso. Sarebbe bello andare al Mondiale insieme ad Erika, infatti ce lo diciamo sempre: ‘Dai che andiamo entrambi, dai che andiamo entrambi’. Più che altro perché lei è andata in Coppa Europa e io no, poi siamo sfalsati di età e quindi non ci troviamo nelle stesse gare internazionali giovanili. Tokyo sarebbe quindi la nostra prima nazionale insieme da fidanzati, quindi speriamo proprio di andarci. Però appena torniamo ce ne andiamo in vacanza una settimana, così almeno stacchiamo un attimo e poi riprendiamo la preparazione invernale“.

Il primatista italiano juniores ha poi ripercorso la stagione indoor: Quest’inverno è stato un po’ problematico in realtà. Ho fatto anche un incidente in scooter che mi ha tenuto fermo una settimana, niente di che, solo qualche taglietto, ma è stato difficile riprendere le rincorse lunghe. Ero molto stabile sulle rincorse un po’ più corte, però i 16 appoggi, che era la mia rincorsa da gara, ho impiegato tantissimo a riprenderli. Non ce la facevo proprio, infatti in inverno ha fatto 5.61 agli Italiani ma sapevo già lì di voler fare di più. Con la preparazione che ho avuto ed i pochi salti che avevo messo in saccoccia in allenamento, è stato il massimo che potessi fare in quel momento“.

All’aperto è stata completamente diversa la cosa. Ho iniziato a saltare con molta più costanza dai 16 appoggi e mi ci trovavo stretto, non mi sembrava di riuscire a prendere abbastanza velocità. Allora ho parlato col mio allenatore Riccardo Frati e abbiamo deciso di andare a 18 appoggi perché io, non pesando neanche tanto e non essendo molto alto, mi serve entrare più veloce rispetto agli altri atleti, quindi con due appoggi in più riuscivo a fare la prima parte di rincorsa più con calma per arrivare molto più veloce alla fine. Arrivo molto più sciolto e molto più alto. Quindi questo è quello che ci ha fatto fare lo step successivo“, ha aggiunto il ventenne di Torino.

CLICCA QUI PER VEDERE L’INTERVISTA COMPLETA

Google News Rimani aggiornato seguendoci su Google News!
SEGUICI