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Atletica

Francesco Pernici: “Il record di Fiasconaro sarà conseguenza del lavoro. Voglio lasciare un segno nell’atletica”

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Francesco Pernici
Pernici / Grana FIDAL

Francesco Pernici è stato protagonista di una stagione fin qui estremamente positiva e si presenterà ai Campionati Mondiali di Tokyo con l’obiettivo di provare a raggiungere la finale negli 800 metri. Il portacolori delle Fiamme Gialle, negli ultimi tre mesi, ha migliorato per ben cinque volte il suo personale togliendo oltre un secondo all’1:45.23 degli Assoluti 2023 di Molfetta e spingendosi fino all’1:44.05 realizzato pochi giorni fa a Bruxelles. Una crescita davvero notevole, che ha proiettato il 22enne bresciano al settimo posto delle liste italiane all-time a meno di quattro decimi dallo storico primato nazionale di Marcello Fiasconaro.

La tua crescita prosegue costante: che tabella di marcia avete studiato per trovare il picco di forma a settembre?
È stata una stagione molto lunga e per arrivare al top a settembre io e il mio allenatore abbiamo pianificato bene le varie tappe a seguito della stagione indoor. Quindi lavorare per arrivare in condizione agli Europei u23 (svolti lo scorso mese), avere più un giusto calo della parabola nelle settimane a seguire, per poi ritornare a farla crescere a fine agosto per poi arrivare ai Mondiali preparati fisicamente, ma soprattutto mentalmente. Chiaramente è stato molto importante anche il selezionare e correre le gare giuste nel momento giusto“.

In quali aspetti pensi di dover ancora progredire per un ulteriore salto di qualità?
Sicuramente l’aspetto legato alla tecnica, l’incremento della difficoltà nei lavori in allenamento, la parte di palestra e l’esperienza di gare“.

Ai Mondiali avrai, si spera, tre gare ravvicinate: quanto questo aspetto muta i valori in campo rispetto ai meeting tradizionali?
I meeting tradizionali sono gare più orientate per correre forte a livello cronometrico. Invece i Mondiali, come Olimpiadi ed Europei, sono gare dove non basta solo correre forte, bisogna saper gestire i vari turni di qualificazione e passarli indipendentemente dal tipo di gara che salta fuori. In poche parole conta passare e vincere“.

Preferisci le gare tattiche, come possono rivelarsi Europei e Mondiali, oppure la presenza delle lepri?
In genere preferisco gare su ritmi alti, indipendentemente che ci sia o meno una lepre, questo mi consente di esprimermi al meglio nella corsa. Le gare tattiche, seppur penso di avere un buon finale di gara, spesso si rivelano un’incognita con situazioni imprevedibili e continui cambi di ritmo che spezzano il passo“.

Il record italiano di Fiasconaro per decenni si è rivelato una sorta di ossessione per gli ottocentisti italiani. Per te cosa rappresenta?
Questo record per me rappresenta un traguardo che prima o poi andrò ad abbattere. Credo molto in me stesso e ho delle grandi ambizioni per il futuro. Superare questo storico risultato non lo vedo in maniera ossessiva, ma come una futura conseguenza del mio duro lavoro“.

Ai Mondiali con l’obiettivo della finale. Sarebbe un risultato eccezionale in una delle gare dalla concorrenza più numerosa ed agguerrita.
Decisamente si, bisognerà gestire bene le energie fisiche e mentali durante l’evento. L’obiettivo è quello di fare un passo alla volta ogni turno per arrivare alla finale. Sono consapevole che sarà difficile visto la grande concorrenza e il livello mondiale sugli 800. Ciò nonostante non temo nessuno. Credo in me stesso e darò anima e corpo lottando con gli artigli per guadagnarmi la semifinale e a seguire la finale“.

Pensare ad una medaglia a Los Angeles 2028 è realistico o al momento poco più di un sogno?
A Los Angeles l’obiettivo non sarà solo quello di partecipare, ma di vincere la medaglia! Lavorerò sodo ogni giorno per poter realizzare questo importante traguardo“.

A quale atleta ti ispiri e come è nata la tua passione per l’atletica?
Non ho un particolare atleta del passato o del presente a cui mi ispiro. Se mi avessero fatto questa domanda qualche anno fa avrei sicuramente risposto Rudisha o Catalin (Tecuceanu, ndr). Oggi la mia risposta è: ciò a cui aspiro è diventare un atleta che un giorno possa lasciare un segno nella storia italiana e mondiale degli 800 metri. Pertanto mi ispiro a un Francesco Pernici capace di realizzare i suoi sogni. A farmi avvicinare per la prima volta a questo sport è stato mio nonno intorno all’età di 9 anni, da lì poi mi sono innamorato e con il tempo quello che inizialmente era un gioco, un divertimento, l’ho trasformato in una passione vera e propria e poi anche nel mio lavoro“.

I risultati dell’atletica italiana di questi anni quanto stanno spronando voi giovani?
Hanno avuto un impatto significativo su noi giovani e la crescita stessa del livello italiano nelle varie discipline ne è la prova“.

Cosa hai pensato quando hai saputo dell’incredibile tempo ottenuto dal 16enne Cooper Luktenhaus?
È stato un risultato davvero straordinario, vederlo mi ha motivato ancora di più ad allenarmi duramente superando ogni giorno sempre di più i miei limiti. Sperando un giorno di poter diventare il numero uno“.

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