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Davide Piganzoli: “Deluso dal Giro d’Italia, ma non è tutto da buttare. Spero di migliorare nel World Tour”

In un panorama ciclistico italiano con crescenti giovani promesse, Davide Piganzoli si sta facendo largo con determinazione. Classe 2002, originario della Valtellina, Piganzoli è uno di quei corridori completi – va forte in salita e a cronometro – che fanno della regolarità e della tenacia le proprie armi migliori. Dopo essersi messo in luce tra gli Under23 con ottimi piazzamenti e prestazioni convincenti nelle corse a tappe, ha fatto il salto nella Professional con la maglia della Polti VisitMalta di Ivan Basso ed Alberto Contador e per il prossimo anno sembrerebbe vicino (con un probabile accordo triennale) alla Visma Lease a Bike al fianco di Jonas Vingegaard. Reduce da un Giro d’Italia al di sotto delle aspettative, lo abbiamo raggiunto telefonicamente a Morbegno per stilare un bilancio della prima parte di stagione, con già uno sguardo al finale di quest’anno prima del probabile grande salto nel World Tour.
Ti aspettavi qualcosa in più dal tuo Giro d’Italia?
“Sì, era un grande appuntamento per questa stagione e mi sarei aspettato di più soprattutto dall’ultima settimana, l’obiettivo era la top10”.
In salita hai fatto fatica: qualcosa non aveva funzionato perfettamente durante la preparazione?
“Non ero al 100% della forma, la preparazione per il Giro è andata bene, non ci sono stati intoppi e dopo il Tour of the Alps, in cui mi sentivo bene, insieme alla squadra abbiamo deciso di lavorare senza esagerare”.
Il Piganzoli visto al Giro 2025 era migliore, peggiore o uguale a quello del 2024?
“Sicuramente sono arrivato con più esperienza, spesso ho cercato la fuga che non ho trovato e quindi ho speso molte energie che poi ho pagato sull’ultima settimana”.
Giulio Pellizzari ha compiuto un salto di qualità notevole in pochi mesi dopo il passaggio ad una squadra World Tour: speri che possa succedere anche a te nel 2026?
“Ne ho parlato con Giulio con cui ho un ottimo rapporto e mi diceva che ha sentito molto la differenza nel cambiare squadra, soprattutto in termini di organizzazione, preparazione e attenzione ai dettagli che poi sono quelli che nel ciclismo moderno fanno la differenza; quindi spero possa succedere anche a me il prossimo anno in modo tale da capire fin dove posso arrivare”.
Sei soddisfatto del tuo Giro?
“C’è un po’ di giusta delusione, ma credo che nel ciclismo – ma nello sport in generale – i momenti difficili siano maggiori delle vittorie, sicuramente fa parte del grande bagaglio d’esperienza e adesso sono già al lavoro per la seconda parte di questa stagione”.
Quale sarà il tuo programma gare sino all’autunno?
“Farò La Route d’Occitanie, poi il Campionato Italiano per poi staccare un paio di settimane prima di andare in altura, quindi Giro di Lussemburgo e poi le gare in Italia di fine stagione; un calendario molto simile a quello della passata stagione”.
Nel 2022 eri sul podio del Tour de l’Avenir insieme a Del Toro e Pellizzari. Il fatto che loro ora siano più avanti di te ti condiziona o sei consapevole che ognuno ha un percorso differente?
“Credo che entrambi abbiano fatto un grande salto di qualità e siano quindi migliorati moltissimo, anche dovuto dal fatto delle squadre in cui sono andati, e spero possa essere un percorso che potrò ricalcare anche io nei prossimi anni”.
Cosa ti ha detto Ivan Basso dopo il Giro d’Italia? E qual é stato il bilancio della squadra?
“Abbiamo parlato e fatto delle riflessioni: sicuramente non è un Giro da buttare, ma anzi da prendere come insegnamento e migliorare sotto alcuni punti di vista come la gestione dell’ultima settimana e delle fughe. Come squadra nel complesso siamo soddisfatti, è stato un buon Giro, ma davvero tosto”.
Pensi che Pogacar al Tour sarà senza rivali?
“Vedendo com’è andato al Delfinato, credo che al Tour Tadej sia nettamente superiore rispetto ai suoi diretti avversari come Vingegaard ed Evenepoel”.