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Basket femminile: Italia-Belgio, le chiavi tattiche della semifinale
Siamo ormai a poche ore da una semifinale che ha molto di storico: Italia-Belgio è là dove le azzurre non si spingevano da trent’anni. La sfida è di quelle difficili, anzi difficilissime, perché parliamo del confronto con le campionesse in carica, che rispetto a due anni fa (e alle ultime Olimpiadi) hanno cambiato davvero poco. Andiamo a capire quello che può succedere quest’oggi in termini di chiavi tattiche.
La prima: come fermare Emma Meesseman? La domanda è inevitabile, e di solito ha una risposta precisa: non c’è (quasi) modo di fermare la superstar del Belgio. Ma non si parla solo dell’Italia: si parla di praticamente chiunque. L’Italia può provarci con i cambi difensivi e, perché no, tagliando le linee di passaggio. Un lavoro, quello difensivo, che finora è stato la chiave di qualsiasi cosa progettata dalla mente di Capobianco. C’è un’ulteriore alternativa, quasi ribaltata in prospettiva: attaccarla per provare a mandarla subito fuori partita con due falli. Certo, c’è un problema non da poco: un paio di palloni a gara Meesseman li ruba.
La seconda: quali scelte? Il senso è: da una parte si può cercare di fermare Meesseman, tentando di farle realizzare meno punti possibili. L’alternativa ha quasi del paradossale: lasciar stare la superstar belga e fare quadrato su tutte le altre in campo. Non facile, per mille motivi, ma la storia del basket insegna che si può cercare di concentrarsi su alcuni precisi particolari anche a costo di subire in altri, con risultati che possono essere positivi.
La terza: Zandalasini contro Vanloo. Non è neppure una sfida campata per aria. Non solo le due si conoscono bene, ma sono state anche compagne di squadra sia al Galatasaray che alle Golden State Valkyries (anche se in questo caso bisogna usare il presente, dato che torneranno negli States a fine Europei). Sarà fondamentale per l’azzurra riuscire a trovarsi in situazioni favorevoli, quelle che a lungo la Turchia ha provato a negarle, solo per trovarsi con un canestro difficilissimo realizzato anche in una giornata complessa, quello che è valso la semifinale.
La quarta: tipologie di gioco contro. E qui ci vengono in aiuto le questioni portate sia da Andrea Capobianco che da Mike Thibault, una figura storica anche in NBA che ora allena le Belgian Cats con grandi frutti. Tutte e due le squadre sono capaci di applicare una grande pressione difensiva, ma ciò che sarà importante è non consentire al Belgio di giocare a ritmi alti, perché una situazione del genere andrebbe inevitabilmente a sfavorire l’Italia. Che, al contrario, è capacissima di costringere al basso punteggio parecchie squadre.
La quinta: le percentuali. Il Belgio ha davvero tanto: da due 62,2% Linskens e 61,2% Meesseman, da tre 62,5% Claessens, la stessa Meesseman finora MVP dell’intera rassegna con un 30.5 medio che dice tutto. Non per caso il Belgio è terzo per punti realizzati (80.8). L’Italia però è lì: ha Keys che tira con oltre il 66% dall’arco, la quinta percentuale da tre del torneo (33,3%), ha Zandalasini che può fare un po’ tutto e, ancor più, è una squadra quinta per palle rubate. Alla fine, si ritorna sempre lì: alla pressione difensiva.
