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ArtisticaGinnastica e cultura fisica

Unus pro omnibus, omnes pro uno: l’Italia dei Moschettieri, la certezza di una squadra e specialisti all’orizzonte

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Italia ginnastica
Italia ginnastica / IPA Agency

Per 28 anni l’Italia non era mai riuscita a salire sul podio della gara a squadre maschile agli Europei di ginnastica artistica: la prova che premia la profondità e la caratura del movimento di un intero Paese non ci aveva mai visto sorridere dal 1994 (quando il team event venne inserito nella rassegna continentale) al 2022. Sembrava un evento lontano dalle corde del Bel Paese, che aveva sempre potuto contare su formidabili specialisti ma che non aveva mai puntato più di tanto su una gara in cui occorre inanellare diciotto esercizi di spessore per portare a casa il risultato.

La mancata qualificazione alle Olimpiadi per ben due cicli (Rio e Tokyo 2020) ha indubbiamente portato a dare una svolta e da quel momento tutto è cambiato: quattro podi consecutivi agli Europei, dall’argento di Monaco 2022 al bronzo di ieri sera a Lipsia, passando per la memorabile apoteosi di Antalya nel 2023 e il bronzo di dodici mesi fa a Rimini. Il segreto di questi riscontri, inframezzati da un podio sfiorato ai Mondiali e dal sesto posto alle Olimpiadi di Parigi 2024, è stato spiegato in più occasioni ed è stato evidenziato nuovamente da Nicola Bartolini dopo la festa in Germania: “Il segreto di questo gruppo è l’energia che si crea tra noi con tutti gli allenamenti che facciano insieme. Giuseppe (Cocciaro, n.d.r.) ci fa ritrovare dieci giorni al mese tutti i mesi, ognuno soffre l’esercizio dell’altro come se ci fosse lui sull’attrezzo“.

Unus pro omnibus, omnes pro uno. Uno per tutti, tutti per uno. Il motto non ufficiale della Svizzera (presente anche sulla cupola del Palazzo Federale di Berna), divenuto celebre perché emblema de I Tre Moschettieri (il celeberrimo romanzo di Alexandre Dumas, anche se vi si pronuncia soltanto una volta nella locuzione “tutti per uno, uno per tutti”), descrive perfettamente la compattezza di questa squadra: costanza, solidità, capacità nel supportarsi l’uno con l’altro, abilità nel rimediare a eventuali errori altrui. Questa squadra non avrà grandissimi picchi sui vari attrezzi, ma fa della continuità e dei pochi errori il proprio punto di forza.

E ora sono arrivati anche gli specialisti. Gabriele Targhetta è una novità meravigliosa: ha gareggiato come individualista e il secondo posto in qualifica al cavallo con maniglie fa sognare, anche perché ha soltanto 19 anni e in futuro potrebbe tranquillamente rientrare in squadra. Lorenzo Minh Casali è un pilastro di questo gruppo, ma ha soltanto 22 anni e il primo posto al corpo libero davanti a un mostro sacro come l’israeliano Artem Dolgopyat testimonia una crescita impetuosa su questo attrezzo.

Yumin Abbadini, già bronzo europeo nel concorso generale individuale, si è meritato la finale al cavallo e ha tutti i mezzi per trovare il grande picco alla sbarra (peccato per la caduta di ieri sera sul Cassina). In attesa di ritrovare il miglior corpo libero di Nicola Bartolini, già Campione del Mondo di specialità che da capitano del gruppo si è sacrificato al massimo e ha poi avuto la grinta di andarsi a prendere la finale al volteggio presentando due salti.