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CiclismoGiro d'ItaliaStrada

Ciccone mastica amaro: “Non pensavo che Carapaz facesse un numero così. Ma il Giro è lungo…”

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Giulio Ciccone
Ciccone / Lapresse

Giulio Ciccone ha fatto lavorare alacremente uno scatenato Mads Pedersen e i suoi altri compagni di squadra per riprendere i fuggitivi, con l’obiettivo di vincere l’undicesima tappa del Giro d’Italia. Il forcing del fuoriclasse danese e degli altri uomini della Lidl-Trek ha permesso di rientrare sugli attaccanti di giornata lungo le battute iniziali della salita di Pietra di Bismantova, dove è partito in contropiede lo scatenato ecuadoriano Richard Carapaz.

L’abruzzese, reduce dalla poco brillante cronometro individuale disputata ieri tra Lucca e Pisa, non ha avuto le gambe per replicare allo scatto del sudamericano. Il vincitore della Corsa Rosa nel 2019 ha guadagnato rapidamente una trentina di secondi e si è involato in solitaria verso il successo, mentre Giulio Ciccone è rimasto con gli altri big e ha tagliato il traguardo in terza posizione alle spalle della maglia rosa Isaac Del Toro. Il 30enne ha comunque guadagnato quattro secondi di abbuono ed è settimo in classifica generale.

Giulio Ciccone ha espresso un po’ di amarezza ai microfoni della Rai: “Oggi è stata una tappa dura, a un certo punto abbiamo corso anche per la vittoria di tappa. Devo ringraziare Mads (Pedersen, n.d.r.) e tutti i compagni che hanno fatto un lavoro strepitoso. Carapaz è andato fortissimo, era il più forte. Sull’ultima salita si faceva tanta velocità, non pensavo che potesse fare un numero così e pensavo potessimo chiudere“. L’abruzzese ha poi rilanciato: “Il Giro è lungo, le gambe sono buone“.

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