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Basket, i migliori italiani dei quarti di finale dei playoff di Serie A. Hackett, che gara-5! Flaccadori e Della Valle in evidenza

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Daniel Hackett
Hackett / Ciamillo

Sono dei playoff tra i più lottati degli ultimi anni. Se fino a un paio di stagioni fa era abbastanza raro vedere delle serie lottate nella postseason di Serie A, adesso la situazione è totalmente cambiata. Sono più vicini gli equilibri, anzi ci sarà la semifinale che doveva essere finale nell’idea dei più: Virtus Bologna-Olimpia Milano. In questa sede andiamo a occuparci della parte più italiana possibile, intesa come giocatori, ma in un format diverso da quello della stagione regolare: andremo a guardare serie per serie.

VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA-UMANA REYER VENEZIA

Qui bisogna fare un distinguo per tre giocatori in particolare. Uno, naturalmente, è Momo Diouf: conferma non da poco la sua, specie quando dall’altra parte il pacchetto lunghi comprende Mfiondu Kabengele. Al di là della gara-3 praticamente non giocata, nel senso che è stato usato pochissimo, è sempre molto solido, fa parecchio ed è fondamentalmente una chiave importante per capire la serie. Come lo è Alessandro Pajola: al solito, lui non lo si può sempre vedere dalle cifre, ma dal responso del campo, quello che si vede con gli occhi. Eppure un nome senza il quale le V nere in semifinale non ci sarebbero va obbligatoriamente speso: Daniel Hackett. Praticamente silente per tutte le prime quattro gare o quasi, in gara-5 s’inventa 21 punti e un gioco da quattro che anticipa il canestro dalla media di Shengelia che gira completamente l’esito di una gara apparso già segnato. Fuori dunque una Reyer nella quale, in chiave tricolore, a rotazione hanno funzionato Davide Moretti, Amedeo Tessitori e infine Davide Casarin.

DOLOMITI ENERGIA TRENTINO-EA7 EMPORIO ARMANI MILANO

Bisogna subito dirlo: pur se l’Aquila Basket partiva col fattore campo a favore, la serie aveva tutto per andare a favore dell’Olimpia di Messina. E così è stato, con Diego Flaccadori protagonista forse non del tutto atteso, ma certamente meritorio in ragione di quanto realizzato nelle prime tre gare della serie, nelle quali è sempre stato sopra la doppia cifra e ha in generale avuto uno spazio importante. Rimane, invece, un (grosso) dilemma sulla condizione fisica di Nico Mannion. Trento lascia questa stagione con una certezza in più data al basket tricolore chiamata Saliou Niang, che pur avendo giocato dei playoff meno altisonanti rispetto alla stagione regolare può comunque definirsi più che soddisfatto dell’annata che lo ha messo ufficialmente sulla mappa anche della Nazionale.

TRAPANI SHARK-UNAHOTELS REGGIO EMILIA

La serie finita più rapidamente, con il 3-0 a favore dei siciliani di Jasmin Repesa, che sta anche prendendosi una sua rivalsa personale a far capire che lui è sempre quello degli anni della Fortitudo, di Roma e di tante altre storie. Com’è noto, le due squadre si appoggiano per buona misura su un blocco straniero, anche se di fatto Amar Alibegovic, pur bosniaco su tutta la linea (nonché di squadra nazionale), ha pedigree cestistico italiano. Chi in Nazionale ci è già stato e ha avuto impatto è Riccardo Rossato, autore di un’ottima gara-2. Mentre per Reggio Emilia le domande sono parecchie, soprattutto legate al fatto che quel blocco azzurro, pur non altisonante, ha garantito un rapporto qualità capace di portarla forse pure al di là di molte previsioni.

GERMANI BRESCIA-PALLACANESTRO TRIESTE

Forse la serie un po’ più “assurda”, con tre violazioni del fattore campo, gara-4 che ha rischiato di non finire per i problemi di luce a Trieste e gara-3 disputata al PalaVerde di Villorba (TV). Parlando di campo, è inevitabile rimarcare il solito e ottimo ruolo di Amedeo Della Valle, che dopo una gara-1 opaca ha sempre fornito le sue solite prestazioni da prima, seconda o al massimo terza opzione offensiva della Germani, che adesso l’obiettivo finale, Trapani permettendo, lo sogna per davvero. A Trieste la gara-2 che non t’aspetti la gioca Francesco Candussi, trent’anni e tanto tempo passato a sgomitare per farsi notare vicino a canestro. Stavolta con un successo parziale: non è servito al club giuliano, ma sarà sempre un bel ricordo per lui.