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Holger Rune, il bue che dice cornuto all’asino: MTO ‘tattico’ a fine terzo set, Sinner se la ride

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Rune / LaPresse

Il bue che dice cornuto all’asino. Ci sia concessa questa espressione per definire quanto fatto da Holger Rune quest’oggi a Melbourne. Il danese è stato sconfitto in quattro set da Jannik Sinner, negli ottavi di finale degli Australian Open. Un’affermazione sullo score di 6-3 3-6 6-3 6-2 dell’altoatesino, in cui tante cose sono accadute. La più importante è quella che si lega allo stato di salute di Sinner.

Il n.1 del mondo si è presentato a questa partita non nelle migliori condizioni. Un malessere, che ha preferito poi non precisare davanti ai microfoni e di cui nessuno si è accorto nel primo set, si è fatto sentire nella seconda metà del secondo parziale. Nell’ottavo game, in particolare, Jannik ha iniziato a manifestare segnali di disagio negli spostamenti.

L’azzurro si è visto sfuggire di mano il secondo set e a inizio terzo era in grandissima difficoltà. Sullo score di 3-2 in proprio favore ha deciso di chiamare il MTO e la pausa è durata 11′ circa. Un break criticato da Rune in conferenza stampa, ritenuto eccessivo, anche perché poi Jannik è tornato a spingere in maniera importante, secondo il parere del danese.

In verità, la potenza dei colpi dell’italiano non si è più rivista, semmai c’è stata l’abilità nel gestire meglio le situazioni delicate da parte del pusterese. Un aspetto in cui Rune, invece, è venuto meno e fa sorridere da un certo punto di vista che lui, lamentatosi del Medical-Time-Out, ne sia andato a chiamare uno subito dopo il break di Sinner nell’ottavo game del terzo set. Un modo anche per togliere ritmo all’azzurro, prima di servire per la frazione. Significativa la reazione di Jannik, ovvero un sorriso verso il proprio angolo a precedere quanto si sa.