Scacchi
Scacchi, Gukesh: “Partita da montagne russe, ringrazio i fan indiani”. Ding Liren: “Domani ci proverò come l’anno scorso”
Gukesh Dommaraju, per adesso, è l’uomo del destino. In una partita durata 29 mosse, l’undicesima del match valido per il Campionato del Mondo di scacchi, l’indiano si è portato in vantaggio per 6-5. E lo ha fatto sfruttando, sostanzialmente, quello che in inglese ha un nome che è una sentenza: “blunder”. Errore fatale. Quello che ha commesso Ding Liren, in una posizione complessissima e con tempo scarso per entrambi.
Così l’indiano in conferenza stampa: “Sono stato contento quando l’ho visto pensare perché ero ancora ben preparato in quella posizione. Non penso fosse facile da comprendere. Certo, sono stato felice di prendermi il vantaggio di tempo. Conoscevo la partita che ha giocato con Adhiban nel 2021. 5. a3 era una nuova mossa, quasi mai giocata prima, credo. Non so se sia una novità, ma è perlomeno molto rara. L’ha preparata il mio team, me l’ha mostrata la scorsa notte e mi è piaciuta molto l’idea. Quindi tutto il merito va al mio team, ma quanto accaduto dopo è stato orrendo da parte mia“.
E il prosieguo della partita ha avuto sensazioni contrastanti: “Sapevo che la mia posizione era un pochino migliore prima della nona mossa, ma dopo l’undicesima non so dove avrei potuto migliorare. Ho speso un sacco di tempo (un’ora, N.d.R.) e mi è venuto in mente questo stupido piano. Ding ha detto che dopo 15… g6 ha pensato di essere nei guai? Beh, sono sorpreso che l’abbia detto, perché quello che pensava di essere nei guai ero io! E probabilmente è vero. Stavo solo cercando di muovere per non perdere il punto. Dopo la 16a ho trovato l’idea di b6, stile ‘ora esco dal peggio’. Fino alla 22a non ho pensato di avere davvero chance per girare la partita a mio favore. Dopo di questo, le cose sono andate molto rapidamente, ma avevamo meno tempo delle mosse rimaste, sembrava una blitz. 25. Ca7 era la sua ultima chance, ho pensato in partita. Quando ha giocato 25… Tb8 ho pensato sarebbe stata dura per lui“.
Pensieri sparsi: “Non penso il mio avversario giocasse per pattare, ha avuto posizioni migliori nel match. Sono 14 partite, non puoi iniziare sapendo di pianificare per andare agli spareggi, perché negli scacchi gli errori ci sono sempre. Questa partita è stata da montagne russe, avrebbe potuto andare da una parte o dall’altra. In questa partita la chiave è che ho potuto accettare di aver combinato un casino in apertura e quindi poter concentrarmi di nuovo. Ho notato i fan indiani cantare il mio nome. Significa tanto per me, gli indiani sono i migliori. Sono grato per il loro supporto“.
Di decisamente diverso umore Ding: “Partita molto difficile per me. Alla quarta mossa già mi chiedevo se fosse quella giusta. Ricordo di aver giocato questa linea con Adhiban in un torneo rapid, ma ho dimenticato cosa fare poi. Ho dovuto pensare ancora. I 40 minuti se ne sono andati chissà dove, ho calcolato varianti senza senso. L’ultima volta alla dodicesima ho recuperato con il Bianco, domani ci proverò ugualmente. Oggi probabilmente avrei dovuto giocare 2… e6 visto quello che è successo“.
Sempre avanti, sempre peggio per lui: “Dopo 15. Td1 è stato il momento critico, dove ho giocato una mossa orribile, 15… g6. Non ho visto 16. a4. Avrei dovuto giocare 15… e6. Forse la posizione non è così male. Dopo 15… g6 il mio Alfiere è andato chiaramente fuori dal gioco e non ho avuto chance dopo. Ho pensato di essere a posto dopo la 20a, ma non ho visto 21. Ca3. Idea molto forte quella di cedere il pedone b6, raddoppiare sulla colonna b e giocare sulle case scure. Il mio Alfiere non sta bene in e7, è mal piazzato in h6. Non so dove migliorare. Dopo 21. Ca3 ho capito che la partita era difficile“.