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Olimpiadi Scacchi 2024: Italia Open beffata dalla Francia, tra le donne con l’Iran è pari. Magnus Carlsen sconfitto a sorpresa
Nono turno da spettacolo al massimo grado alle Olimpiadi Scacchistiche 2024 in corso di svolgimento a Budapest. Fondamentalmente, è il crocevia decisivo per i posti sul podio per diversi. In chiave Open, per la prima volta l’India non vince: la costringe sul 2-2 l’Uzbekistan, e finisce patta anche la supersfida tra due degli uomini del futuro, D Gukesh e Nodirbek Abdusattorov. Rimane comunque la quota 17 punti, due di vantaggio sul trio Uzbekistan-USA-Cina. E a proposito di USA e Cina, se gli uni (con Fabiano Caruana che spreca e poi tiene contro Richard Rapport) trovano il 2,5-1,5 contro l’Ungheria grazie a Leinier Dominguez Perez, gli altri hanno in Wei Yi l’uomo del destino contro Amin Tabatabaei, vista anche la patta tra Ding Liren contro Parham Maghsoodloo.
La vera notizia, però, è la sconfitta di Magnus Carlsen: per la prima volta da 10 anni a questa parte il numero 1 mondiale perde nella rassegna. A sconfiggerlo, in quota Slovenia (nelle cui fila si è inserito dal 2023), Vladimir Fedoseev, che si rende protagonista di una delle imprese più difficili, anzi la più difficile, negli scacchi a cadenza classica. Tutto in 56 mosse, per quella che poi diventa la sconfitta della Norvegia per 1-3.
In campo femminile, invece, c’è una nuova squadra leader: è quella del Kazakistan, che batte per 2,5-1,5 la Polonia con la vittoria in quarta scacchiera di Alua Nurman su Alicja Sliwicka e approfitta del 2-2 dell’India contro gli USA per effettuare il sorpasso (16 contro 15). Enorme il gruppo a quota 14, con Cina, Armenia, Polonia, USA, Spagna, Germania, Ucraina, Georgia e Vietnam tutte in corsa per la terza posizione, senza scordare quelle poche che si trovano a 13.
Per quanto riguarda l’Italia Open, è quasi beffarda la sconfitta che arriva contro la Francia per 2,5-1,5. E lo è soprattutto perché la giornata parte bene, con Daniele Vocaturo che costringe alla patta per scacco perpetuo Maxime Vachier-Lagrave: l’ex numero 1 del mondo è obbligato a ricorrervi perché in svantaggio di materiale e con posizione complicata, ma ha quell’unica ancora di salvezza. Quando anche Luca Moroni e Laurent Fressinet (a lungo tra i secondi di Carlsen nelle varie sfide mondiali del numero 1) si dividono equamente il punto, le cose cambiano radicalmente, e non in bene per l’Italia.
Sabino Brunello (con il Bianco), in quarta scacchiera, uscito brillantemente dall’apertura e in possesso di una posizione molto dinamica contro Maxime Lagarde, alla 28a e con problemi di tempo (non solo suoi, va detto), si perde in una dannosissima Rh2: come cambiare l’intero esito di una partita in un colpo solo. Il Nero, in un amen, guadagna tutto lo spazio necessario a rendere le Torri potentissime, forzando l’abbandono dell’italiano alla 43a. Rimane a quel punto Lorenzo Lodici, che però, più che vincere, contro il forte classe 2007 Marc’Andria Maurizzi deve pensare a salvare una posizione prima vantaggiosa e poi, dalla 38a, fattasi improvvisamente difficilissima. Il corso, però, a causa della tenace difesa dell’azzurro non converte un finale con pedone in più, che oltretutto arriva fino alla 7a traversa. Tra 62a e 63a mossa gli errori del nativo di Bastia che consentono a Lodici di pattare alla 75a, al termine di due giornate nelle quali, su 48 ore, una dozzina le ha spese alla scacchiera.
Le donne, invece, pareggiano con l’Iran. Ma a lungo si è sperato in una vittoria, che avrebbe davvero lanciato le azzurre in zona alta. Comincia bene Olga Zimina, che punisce l’avversaria, Tannaz Azali, per non aver visto, con il Bianco, una continuazione vincente seguita a un brutto errore alla 19a mossa. Nel giro di altre 11, è proprio l’iraniana a dover abbandonare. In più, per Marina Brunello le speranze sono concrete praticamente dall’inizio, ma bisogna riconoscere a Molina Alinasab il merito di non mollare in una posizione complicatissima, con il Nero ad avere pochissimo spazio e il Bianco non in grado di sfruttarlo. Finisce con lo scacco perpetuo dopo 58 mosse.
Nel frattempo, le cose si fanno molto diverse in terza e quarta scacchiera. In quarta Giulia Sala non sfrutta l’unica chance alla 24a mossa contro Parva Nazif e si divide con lei il mezzo punto. A quel punto tutto ricade sulla terza scacchiera, dove Tea Gueci è praticamente sempre sotto, con il Bianco, ma Setayesh Karimi non riesce a trovare la via per la vittoria più e più volte, lasciando accesa la fiammella di speranza azzurra molto a lungo. Il destino, però, si compie alla 67a mossa: vince l’iraniana, 2-2.
L’Italia Open, che attualmente occupa il 42° posto in classifica nel gruppone a 11, dovrà ora vedersela con il Perù, una squadra con la quale si può vincere. Di fatto, è Jorge Cori, con un ELO di 2609, ad avere una qualità parecchio superiore a quella dei compagni, tutti sotto i 2400. Traduzione: gli azzurri hanno bisogno di vincere per sperare in un ultimo turno capace di proiettare verso l’alto, e ne hanno ogni possibilità. Quanto alle donne, invece, accoppiamento molto favorevole per la quota di classifica: c’è la Finlandia, 50a squadra nel tabellone di partenza per rating ELO medio (2066). In soldoni, è un’occasione imperdibile e forse irripetibile per provare a cercare uno dei migliori piazzamenti di sempre. La migliore è Anastasia Keinanen, che ha un ELO di 2212.