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Ciclismo

L’assurda vicenda Pogacar al Giro d’Italia: minaccia di squalifica esagerata e fuori luogo

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Tadej Pogacar
Pogacar / Lapresse

L’avvio del Giro d’Italia 2024 si è rivelato scoppiettante, forse anche più del previsto, soprattutto grazie al talento e alla fantasia del fenomeno Tadej Pogacar. Il superfavorito della vigilia per la classifica generale ha dato spettacolo nelle prime tre frazioni, prendendosi la maglia rosa dopo il successo di Oropa nella seconda tappa e confermando la sua netta superiorità in salita sul resto della concorrenza.

Il fuoriclasse sloveno, due volte vincitore del Tour de France, è stato però suo malgrado anche protagonista di un’assurda vicenda legata all’abbigliamento che poteva pagare a caro prezzo. L’UCI, prima della quarta frazione andata in scena ieri, avrebbe infatti minacciato Pogacar di essere passibile di squalifica se avesse gareggiato con la divisa bicolore (maglia rosa e pantaloncini granata) indossata nella terza tappa.

I pantaloncini in questione erano stati ricevuti in dotazione dagli organizzatori di RCS Sport e dal loro fornitore dell’abbigliamento, Castelli, per omaggiare la squadra di calcio del Grande Torino in occasione del 75° anniversario della tragedia di Superga. I commissari dell’UCI non hanno voluto fare un’eccezione, costringendo il capitano della UAE Emirates ad indossare i pantaloncini neri del suo team al via della tappa successiva per evitare di essere estromesso dalla Corsa Rosa. Una vera e propria minaccia, decisamente esagerata e fuori luogo.

RCS Sport e Castelli avevano interpretato diversamente il regolamento rispetto all’UCI ritenendo legale l’uso della divisa bicolore, ma poi l’organizzazione del Giro ha preferito attendere che i dirigenti dell’UCI ed il presidente David Lappartient prendessero una decisione definitiva, facendo correre nel frattempo lo sloveno con i pantaloncini neri della sua squadra.

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