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Volley femminile, Conegliano: lo scudetto più bello? Numeri e avversarie dicono di sì!

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Conegliano
Conegliano/Ipa

Il sesto sigillo di Conegliano probabilmente sarà ricordato come il più bello, almeno di quelli apposti finora (del domani non v’è certezza) dalla squadra veneta, dominatrice dell’ultimo decennio pallavolistico al femminile. Le serie contro Novara prima e contro Scandicci poi hanno aggiunto qualcosa e non tolto, all’impresa della Prosecco Doc Imoco che, è vero, ha perso l’imbattibilità stagionale (impresa riuscita un paio di anni fa) ma di contro ha dato un senso più completo ad una stagione trionfale a cui manca ancora l’ultimo tassello.

Conegliano ha vinto una delle serie di finale più avvincenti della storia: è vero, contro Milano lo scorso anno era stato costretto a gara5 ma non sempre lo spettacolo fu di livello stratosferico. Quest’anno ognuna delle quattro partite disputate da Conegliano e Scandicci e all’interno di queste, ognuno dei 18 set giocati, nasconde qualche perla che ricorderemo a lungo e il merito è sicuramente di entrambe le squadre.

Aver vinto in quattro partite questa serie, schiacciata tra due sfide dirette di Champions, nei quarti e nelle semifinali, che hanno portato via una valanga di energie alle venete, è motivo di grande merito perché Scandicci non ha regalato niente a Wolosz e compagne e ha dimostrato, con Ognjenovic in regia, di aver fatto quel salto di qualità che non aveva fatto finora, lo dimostra l’autorità con cui ha affrontato e vinto la semifinale contro Milano.

In campo la diagonale ha fatto la differenza: Wolosz ancora una volta si è dimostrata la “regina in regia” e Haak ha messo a terra un’infinità di palloni, confermando al momento di essere l’opposta più forte del mondo, anche se l’Italia, con Antropova ed Egonu può dormire sonni abbastanza tranquilli se si guardano i numeri della stagione. Sarà molto difficile per Conegliano sostituire le partenti Robinson-Cook e Plummer ma, si sa, quando la “Patria” chiama per uno statunitense è impossibile non rispondere. Arriveranno due giocatrici altrettanto straordinarie, Gabi e Zhu e le sostitute sono sicuramente all’altezza ma la coppia Usa lascia di sé un ricordo magnifico. Al centro Fahr e Lubian, assistite dalle partenti De Kruijf e Squarcini, hanno fatto pienamente il loro dovere, mentre su De Gennaro l’unica domanda da fare è come ha fatto Davide Mazzanti a non chiamarla l’estate scorsa in azzurro: è una giocatrice a cui si può pensare di rinunciare dal tentato omicidio in su e non ci risulta che ci abbia provato con l’ex tecnico azzurro.

L’ultima riflessione, la merita ovviamente Daniele Santarelli. Va in Serbia e vince il Mondiale, va in Turchia e vince Nations League ed Europeo, in Italia vince sempre e solo lui: è il numero uno assoluto e non vederlo sulla panchina dell’Italia ma giocare sempre contro l’Italia in Nazionale è difficilmente accettabile. Lasciamo passare Turchia, lasciamo che Velasco ci provi ma poi, caro presidente Manfredi, portiamolo qua, apriamo il forziere, blindiamolo con un contratto decennale e non ci pensiamo più. Vederlo dirigere l’orchestra, ascoltare e apprezzare come fornisce indicazioni, incoraggia, sprona, le sue ragazze nei time out o da bordo campo dà il senso di quanto in questo momento sia il migliore senza timore di smentita. Standing ovation