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Formula 1

F1, Lewis Hamilton: “Passaggio in Ferrari? Una volontà inconscia, è sempre stato un obiettivo”

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Lewis Hamilton
Hamilton/LaPresse

Tra poco meno di un anno, Lewis Hamilton si vestirà ufficialmente di rosso. Come sappiamo, il pilota della Mercedes dalla stagione 2025 correrà per la Ferrari, coronando così un sogno custodito fin da bambino.

Una notizia che ha lasciato a bocca aperta gli amanti della Formula 1 che mai si sarebbero aspettati un approdo del fuoriclasse britannico nella scuderia di Maranello. Qualcosa di fortemente voluto dal diretto interessato, il quale sogna ancora di aggiungere l’ottavo titolo mondiale alla sua bacheca. L’ex Campione del Mondo ha parlato anche di questo in una lunga intervista pubblicata quest’oggi al magazine GQ:

Forse si tratta di una volontà più inconscia, legata al primo periodo della mia vita – ha detto Hamilton -Ma è sempre stato un obiettivo importante per me. Al momento, però, voglio portare la Mercedes al massimo delle sue potenzialità in questa stagione. Per come sono fatto io non la vedo come un’uscita di scena. Il mio impegno con la squadra è esattamente lo stesso degli anni precedenti: voglio battere la concorrenza. Vogliamo vincere. Il mio approccio rimane lo stesso, fino alla fine. Non mi lascio distrarre da ciò che accadrà dopo. Ci penserò l’anno prossimo”. 

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Hamilton è poi tornato al controverso responso del Mondiale 2021, vinto da Max Verstappen all’ultimo giro al GP di Abu Dhabi, svelando un particolare inedito: “Mi hanno derubato? È stato evidente. Voglio dire, la storia la conosci. Però c’è una cosa preziosa che da quel momento porto con me: la presenza di mio padre. Avevamo attraversato insieme le montagne russe della vita, con alti e bassi. E il giorno che mi ha fatto più male, lui era lì. Il modo in cui mi ha cresciuto è stato sempre quello di stare in piedi, a testa alta. Naturalmente sono andato a congratularmi con Max, senza rendermi conto delle ripercussioni negative derivanti da quanto accaduto, ma ero anche consapevole dell’esistenza di un mini-me che mi guardava. È stato il momento decisivo della mia vita. E credo che lo sia stato davvero. Lo sentivo. Non sapevo come l’avrei assorbito. Non l’avevo ancora realizzato. Di una cosa, però, ero certo: nei prossimi 50 metri che percorrerò cadrò a terra e morirò, oppure mi rialzerò“.