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Puppo esalta Sinner: “Medvedev non sapeva dove rifugiarsi. Il paragone con McEnroe e il segreto di Dimitrov…”

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Jannik Sinner
Sinner / LaPresse

La vittoria di Jannik Sinner sul russo Daniil Medvedev è stata commentata nel nuovo appuntamento quotidiano sul canale YouTube di OA Sport con TennisMania Speciale Miami Open, in cui Dario Puppo, giornalista di Eurosport, ha analizzato l’esito del penultimo atto del torneo in Florida ed ha presentato la finale della manifestazione, nella quale l’azzurro sfiderà il bulgaro Grigor Dimitrov.

Una prima analisi sulla vittoria di Sinner ai danni di Medvedev: “C’è un fatto, che Alcaraz non ha la capacità, per esempio con il servizio, di incidere nei momenti importanti, come ha Jannik, ovviamente Alcaraz ha veramente un bagaglio straordinario, è un giocatore fenomenale, però se andiamo ad analizzare poi gli altri giocatori, adesso Medvedev a me ieri sembrava che avesse il rallentatore, o era talmente bravo Jannik ad arrivare un po’ prima sulla palla, e questi scambi lunghi finivano sempre male per lui. In ogni caso Medvedev nel complesso dei quattro colpi fondamentali del gioco a quei livelli, cioè la risposta, il servizio ed i due colpi a rimbalzo, ha qualcosa in meno rispetto a Jannik. Con Djokovic non lo farei come paragone, però alla stessa età anche quei fenomeni là magari potevano avere Federer un po’ il rovescio, Nadal forse il servizio, alla sua età. E Djokovic? Il dritto non aveva ancora assunto quelle proporzioni che poi ha avuto. Questo non per dire che Sinner sia più forte di quei tre, ma la cosa credo che sia proprio evidente, è il livello alto di tutte queste situazioni. E ieri si è visto, cioè non sapeva più dove rifugiarsi Medvedev. Sugli scambi lunghi, dove lui di solito all’inizio dei duelli con Sinner, riusciva a prevalere, proprio perché era più abile a minimizzare gli errori, e poi il servizio era una cosa importantissima. Sarà bravo Sinner a rispondere, però Medvedev col servizio deve ritrovare un po’ la vena migliore. Ecco, questo è il mio pensiero“.

Una delle migliori partite in assoluto di Sinner: “La domanda che io mi ponevo era ‘In generale, nell’arco degli ultimi sei mesi, diciamo da Pechino, qual è stato il miglior Sinner finora?’ Io sinceramente, forse perché ho un ricordo di quei tre match point […], forse perché il ricordo è particolarmente simpatico, però la Coppa Davis e quei tre match point sono clamorosi. Gli Australian Open se non è uguale o superiore siamo lì, ma poi mi dico ‘Qual è l’altro?’, perché ha giocato delle grandissime partite a Pechino con Alcaraz e Medvedev, però a me pare che questo qua di ieri è difficile non metterlo in terza posizione, quantomeno io ho queste tre versioni“.

I punti chiave del primo set: “In realtà ci sono stati quei due turni di servizio di Medvedev nel primo set in cui poteva anche girare la partita se non fosse stato così bravo Sinner a concretizzare. In particolare c’è stato quel punto in cui sembrava che chiudesse con lo smash Medvedev ed invece ha difeso così bene da poi ribaltarlo e finire con un lungolinea di rovescio, che è un colpo che è diventato effettivamente sempre più significativo, perché, ecco, oltre all’aspetto che sottolineavo all’inizio, anche degli angoli dei colpi a rimbalzo, non ce n’è uno debole. Lui gioca lungolinea ormai facilmente da una parte e dall’altra, e con l’incrociato chiaramente sono i colpi più usati, per tutta una serie di motivi che non stiamo qua a spiegare, ma sono anche ovvi, e poi quando ha avuto la palla break, la prima, Medvedev, era lui che stava comandando il punto. Ha sbagliato quel dritto e non è da Medvedev, vuol dire che sei sotto pressione comunque, non giochi, non dico tranquillo, ma con quella freschezza e lucidità, diciamo, cioè sai che se sbagli in quell’occasione poi non ti può magari più capitare in quel set“.

La finale di Miami sarà importante per diversi motivi: “Se vince Sinner si alimenta ancora di più, insomma, il suo inizio di stagione straordinario, perché è il secondo torneo di fila in cui si procura la possibilità di diventare numero due del mondo, e anche di avere questo inizio di stagione che, francamente, se vince Miami, diventa secondo solo a quello di Djokovic, poi c’è stato anche l”84 di McEnroe, però non si va così indietro per fare certi paragoni, perché il calendario era congegnato in modo diverso, McEnroe comunque giocava e non giocava perché veniva squalificato per le cose che faceva e diceva, però vinceva le partite, ne ha perse 3 o 4 in quella stagione tutte insieme“.

Il momento brillante di Grigor Dimitrov: “Ha spiegato che negli ultimi dieci mesi non si è mai allenato così bene, quindi sicuramente è una questione anche legata allo staff tecnico, che evidentemente non è mai stato, forse, anche così giusto per supportarlo, ma è proprio un un periodo straordinario anche, ha detto, della vita privata, sicuramente ha sistemato alcune cose ed adesso si trova proprio ad esprimersi al meglio. Vi ricordate, quando c’è stato il Covid, il torneo, credo, organizzato da Djokovic, comunque in Serbia, l’Adria Tour? Lui ha preso il Covid, e anche pesantemente. Vi ricordate che faceva fatica, aveva problemi di respirazione? Era anche il primo periodo, diciamo così, del Covid, è riuscito ad andare oltre anche a quello, a stare meglio, perché veramente Dimitrov ha sempre avuto un’attenzione per la preparazione atletica. Lo ha spiegato anche, c’erano tante situazioni in cui non riusciva a gestire le partite, invece adesso è completamente libero, dice ‘Non è più un problema gestire la sconfitta e la vittoria, cioè riesco ad essere più equilibrato’“.

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