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Sci Alpino

Sci alpino, le cancellazioni in Val di Fassa fanno male a Brignone. Lampo di Vinatzer nella seconda manche di Palisades Tahoe

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Federica Brignone
Federica Brignone/LaPresse

Doveva essere un fine settimana di grandi soddisfazioni per lo sci azzurro, soprattutto al femminile, ed invece la cancellazione dei due superG in Val di Fassa hanno certamente lasciato molto amaro in bocca ad una squadra italiana che si presentava al Passo San Pellegrino con ambizioni importanti e con la voglia di proseguire gli ottimi risultati ottenuti a Crans Montana.

La doppia cancellazione ha fatto malissimo a Federica Brignone, che è in piena lotta per conquistare la coppa di superG. Alla valdostana restano ora solamente due gare a disposizione, quella di Kvitfjell del weekend e poi quella delle finali di Saalbach, ma ci sono anche 34 punti da recuperare a Lara Gut-Behrami, senza dimenticare che in mezzo a loro c’è l’austriaca Cornelia Huetter. Sono state davvero troppo le cancellazioni in questa stagione, con un continuo ribaltamento delle condizioni climatiche e con una FIS che dovrà comunque apportare delle soluzioni già dal prossimo anno.

Un weekend di gare dunque dimezzato e sono rimasti solamente gli appuntamenti negli Stati Uniti a Palisades Tahoe, dove erano in programma un gigante ed uno slalom. L’unico lampo azzurro è stato quello tra i rapid gated di Alex Vinatzer, autore di un’eccellente rimonta nella seconda manche, che gli ha permesso di chiudere al sesto posto, miglior risultato della stagione per l’altoatesino.

Ancora una volta, però, è mancata continuità tra le due manche, con una prima davvero deludente e con una seconda strepitosa. Un’incostanza che è sicuramente alla base degli zero podi conquistati ancora dalla squadra azzurra in questa stagione tra le prove tecniche.

Vinatzer è stato anche il migliore in gigante, ma chiudendo solamente al diciannovesimo posto. Una bruttissima seconda manche da parte degli azzurri, che sognavano la Top-10 a metà gara e che invece hanno perso moltissimo nella seconda parte, come dimostrano il crollo di dieci posizioni da parte di Filippo Della Vite, ventiduesimo al traguardo e con un passo indietro deciso rispetto agli ultimi due giganti.