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Atletica, polemica Mei-Abodi dopo il ritiro della candidatura per i Mondiali di Roma nel 2027

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Stefano Mei
Mei / Grana/FIDAL

Una brutta figura? Sembrerebbe proprio di sì. Il ritiro della candidatura per organizzare i Mondiali di atletica del 2027 è stata accompagnata da uno scontro dialettico piuttosto forte tra l’asset governativo rappresentato dal ministro dello Sport, Andrea Abodi, e il presidente della FIDAL, Stefano Mei.

Alcuni giorni fa, il gruppo di lavoro guidato dal n.1 della Federazione italiana aveva illustrato il dossier della Capitale al Consiglio della World Athletics, attraverso un lungo filmato che ha rappresentato i messaggi a sostegno di Roma 2027. Una candidatura però senza una componetene fondamentale: l’intervento economico dello Stato, quantificato in 85 milioni di euro.

Un modus operandi poco gradito dalle Istituzioni, come sottolineato da Abodi: “Quando chiedi denaro pubblico per organizzare un evento sportivo non lo puoi fare con un approccio da bar. Non puoi pensare che basti una bella presentazione che genera entusiasmo popolare perché arrivi subito il Governo e ti finanzi. Se chi voleva il Mondiale di atletica a Roma avesse avuto un approccio rispettoso delle istituzioni e delle procedure e si fosse mosso per tempo non saremmo arrivati a questo punto“, le dure parole del ministro (fonte: Corriere della Sera).

Abodi, come riporta la testata, aveva avvisato che in assenza di un’autorizzazione normativa la formalizzazione degli impegni di spesa non era tecnicamente possibile. I Mondiali saranno ospitati da Pechino (Cina) alla fine della fiera. “Il Governo ha fatto il possibile, chiedendo nuovamente lo scorso novembre alla Fidal un business plan che sarebbe servito ben prima, ma che è arrivato solo il 24 gennaio. Con tutta la buona volontà è risultato impossibile trovare garanzie pubbliche per coprire gli 85 milioni di euro richiesti“, ha precisato il ministro.

È arrivato, all’ANSA, la risposta di Mei: “Sono incavolato per l’atletica e deluso per il nostro Paese. La ricostruzione del ministro è fantasiosa, io ho gestito il tutto come mi ha chiesto lui, leggere che l’abbiamo fatto da bar non mi sta bene. Non ci sto“.