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Combinata nordica

Combinata nordica, “come segare il ramo su cui si è seduti”. Un nuovo svarione denota come la disciplina abbia poche speranze

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Samuel Costa

Non ci saranno gare di Coppa del Mondo di combinata nordica nel fine settimana. Nelle intenzioni della Fis, l’imminente weekend avrebbe dovuto essere dedicato alla tappa di Chaux-Neuve, che però ha rinunciato all’appuntamento già in autunno. Non è stato trovato alcun rimpiazzo, ammesso sia stato effettuato un tentativo per reperirlo. Di conseguenza la data è rimasta “buca”.

Quanto accaduto merita una riflessione, perché la situazione si protrae da anni. Più di dieci, ormai. Se la combinata nordica “perde per strada” una tappa, fatica a trovare un’alternativa e sovente si limita a cancellare le competizioni, senza recuperarle. Alla luce della piega presa dalla disciplina, è evidente come questa inquietante dinamica sia stata sottovalutata per troppo tempo da chi la gestisce.

Si faceva spallucce, oppure si recitava la parte del “Calimero dell’area Fis”. Ce l’hanno tutti con noi perché siamo piccoli (e non necessariamente neri). In passato si sono viste stagioni terminare già a fine febbraio, senza aver modo di trovare alternative concrete nel caso di croci messe su eventi programmati a marzo. La situazione non è stata sottolineata a sufficienza evidentemente, neppure dai media preposti a farlo (mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa).

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L’assenza di recuperi era il primo sintomo del declino e dell’agonia della combinata nordica, ormai sempre più prossima all’esaurimento del proprio ciclo vitale. Non per caso, questo nobile sport è finito ai margini della famiglia olimpica, tanto da essere quasi “sopportato” dal Cio, come se fosse un anziano parente ormai rincoglionito dall’età (si perdoni il francesismo) verso il quale si provano solo sentimenti di pietà e condiscendenza.

Trovare alternative alle tappe cancellate non è proprio impossibile, ci sono località che recentemente hanno fatto sforzi in tal senso. Una su tutte è Klingenthal, in Germania, dove la combinata nordica vanta una solida tradizione e gode ancora di discreta salute. Cionondimeno, a questo giro non v’è stato nulla da fare. D’altronde il borgo sassone è deputato a organizzare una tappa di Continental Cup (il circuito cadetto) proprio in questi giorni.

Signori, va bene tutto, però questo significa “andarsele a cercare” con il lanternino. Si sa che il comitato organizzatore di Chaux-Neuve ha seri problemi, è una dinamica risaputa. Dunque la rinuncia alla tappa andava messa in conto.

Che geniale idea ha avuto chi ha partorito i calendari? Collocare un appuntamento seriamente a rischio in un weekend in cui il luogo che più di ogni altro si spende per recuperare le competizioni vacanti, Klingenthal appunto, viene incaricato di ospitare altre prove!

In altre parole, ci troviamo di fronte all’ennesimo episodio di “come segare il ramo su cui si è seduti”. Una materia in cui chi dirige la combinata nordica ha molto da insegnare. Inutile stupirsi se la disciplina è finita sull’attuale binario tronco. Si potrebbe salvare il salvabile frenando e innestando la retromarcia, ma il macchinista di questo sgangherato treno non ha neppure capito cosa (non) c’è davanti al convoglio. Un futuro.

Foto: La Presse