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Australian Open, Novak Djokovic: “Giusto che i giovani credano in loro. A Federer non piaceva il mio comportamento all’inizio”

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Dopo due partite zoppicanti, Novak Djokovic ha messo in mostra passi in avanti nel terzo turno degli Australian Open. Il numero 1 al mondo ha battuto in maniera abbastanza agevole l’argentino Tomas Martin Etcheverry, festeggiando nella maniera migliore il suo centesimo incontro a Melbourne Park.

Nole ha trattato numerosi argomenti nella conferenza stampa post match, a partire dalla questione dei match notturni, prendendo in esame Daniil Medvedev che ha finito di giocare quasi alle quattro del mattino contro Emil Ruusuvuori: “Non immagino i tornei del Grande Slam che cambiano il formato della giornata sui campi principali, in particolare su quello centrale, è così che vendono biglietti. Non vedo come si possa arrivare ad un’unica sessione per l’intera giornata. Questo aiuterebbe i giocatori ma non credo possa avvenire“.

Il focus passa poi sull’atteggiamento di Djokovic in mezzo al campo e se qualcuno gli abbia mai chiesto di cambiare metodologia: “So per certo che a Federer non piaceva come mi comportavo i primi tempi, non so do altri. Non credo di essere il ragazzo preferito dai migliori, perché dichiaravo chiaramente che volevo essere il migliore al mondo. Ero fiducioso ma non mi è mai mancato il rispetto, mi è stato insegnato che deve essere sempre presente in maniera indipendente da quello che accade in campo. Ma le critiche mi hanno dato sempre più voglia. Se arrivassero senza motivo, continuerei semplicemente nella direzione che ho scelto. Non si può piacere a tutti“.

Un atteggiamento sicuro, quasi spavaldo, che alcuni hanno rivisto in Ben Shelton:Non mi dispiace affatto, devi crederci. Sostengo sempre un giovane che scende in campo, ma esiste una linea invisibile di comportamento accettabile nei confronti del tuo avversario. Se un giocatore oltrepassa quella linea diventa fastidioso e lì reagisci. In generale sono favorevole ai giovani che hanno fiducia nei loro mezzi e parlano, con rispetto, nei confronti dei più anziani che sono nel circuito. Un bene che credano in loro stessi e nel loro tennis“.

Foto: LaPresse

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