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Tennis, Bertolucci: “Sinner andrà tarato anche su altre superfici e sui 5 set. Se Nadal torna, c’è un motivo…”

Paolo Bertolucci analizza le prospettive di Jannik Sinner e degli altri tennisti italiani verso la stagione 2024. Interessante anche la visione nei confronti di Rafael Nadal e Novak Djokovic

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Jannik Sinner
Jannik Sinner / Lapresse

Il 2023 sta per salutarci e il tennis si prepara per ripartire davvero. La United Cup, dal 29 dicembre, rappresenterà un buon test per alcuni tennis, uno su tutti Novak Djokovic. Il n.1 del mondo sarà tra le file della Serbia, desideroso di dare il proprio contributo e magari dimenticare l’esito della semifinale di Coppa Davis contro l’Italia, dove Jannik Sinner è stato capace di batterlo in due circostanze: prima nel singolare, cancellando tre match-point consecutivi, e poi in doppio con Lorenzo Sonego. Piemontese che, tra l’altro, sarà anch’egli nella competizione a squadre per nazioni.

Per tracciare un bilancio di quanto accaduto nell’annata trascorsa ci siamo rivolti a Paolo Bertolucci, ex tennista di alto livello e attuale voce tecnica di Sky Sport e curatore della rubrica “Volèe di rovescio” sulla Gazzetta dello Sport.

Bertolucci, bentrovato su OA Sport. Il 2023 è agli sgoccioli e volevamo anzitutto da lei una valutazione sull’annata di Sinner. Alcuni si sono sbilanciati e il suo grande amico Adriano Panatta ha previsto che l’altoatesino sarà n.1 del mondo. Lei che cosa ne pensa?

Indubbiamente Sinner non è una stella cadente, è una realtà del tennis mondiale. Lui ha avuto un approccio diverso da Alcaraz, capace di scalare i propri gradini con estrema velocità. Jannik l’ha fatto e lo sta continuando a fare un passo alla volta e con costanza. Non ci sono dubbi che negli ultimi mesi sia salito e soprattutto indoor sia a livello di Djokovic e direi che le valutazioni dei suoi colleghi, vedi Alcaraz e Medvedev, la dicono lunga su quello che sta facendo in campo“.

Alcaraz ha parlato di possibile vittoria Slam nel 2024 e Medvedev di tennis da n.1 del mondo. Il russo però ha aggiunto che sarà da verificare se questo rendimento di Jannik sia frutto solo di una fase transitoria oppure un effettivo consolidamento del suo gioco. Lei, su quest’ultimo punto, cosa ne pensa?

La risposta potrà fornircela solo il campo. Indubbiamente, le cose migliori Sinner le ha sempre fatte vedere sul veloce indoor e quindi questi miglioramenti andranno tarati su altre superfici, specialmente nei match 3 su 5. La sua preparazione sarà orientata proprio su questo e, parlandone anche con il suo preparatore (Umberto Ferrara, ndr), potranno caricare perché la crescita in altezza è terminata e quindi dedicarsi al potenziamento“.

E’ pur vero che le vittorie ottenute negli ultimi mesi siano state benzina per il suo motore. Si pensi ai successi in serie contro Medvedev, che fino a Pechino era un tabù, e lo stesso dicasi per Djokovic e Rune. Lei ritiene che l’aver concluso l’anno come il tennista che ha ottenuto più vittorie contro i top-5 sia un fattore importante?

Assolutamente sì, la crescita dell’autostima e la consapevolezza dei propri mezzi sono fondamentali per un giocatore che ha certe ambizioni. L’esperienza di questi incontri non può dartela nessun allenamento, anche il più duro, e per raggiungere la vetta dovrà proseguire su questa strada. La vittoria in Coppa Davis rientra in questo discorso, per il modo in cui ha battuto Djokovic, dimostrando di essere al suo livello e quindi di poter scendere in campo anche contro il serbo e giocarsela alla pari“.

Parliamo ora di Lorenzo Musetti. Il toscano non ha chiuso al meglio la stagione e l’aver subito negli ultimi sei match disputati solo sconfitte ha acuito una situazione non semplice. Sappiamo che dal 2024 al fianco di Simone Tartarini ci sarà Corrado Barazzutti, che lei conosce molto bene. Pensa che questo cambiamento possa aiutare il carrarino nella sua crescita?

Me lo auguro. Sicuramente Corrado è una persona di grande esperienza e competenza e spero che il connubio tecnico funzioni. In questo momento deve mettere insieme tante cose perché, come spesso abbiamo detto, il suo è un tennis difficile. Ricordiamoci che è molto giovane e deve maturare soprattutto dal punto di vista della mentalità“.

Mentalità che sembra essere uno dei punti di forza di Matteo Arnaldi, protagonista di una grande stagione e degno di considerazione per quanto fatto nella Finale di Davis contro l’Australia. Per il ligure la vera difficoltà sarà la riconferma?

Assolutamente sì. Prima si diceva di Sinner e di un giocatore ormai consolidato ad altissimi livelli. Nel caso di Arnaldi, andrà rivisto perché gli avversari lo conosceranno maggiormente nei pregi e nei difetti e lui, per continuare la sua scalata, dovrà crescere ulteriormente. Sicuramente è un giocatore che ha la giusta mentalità, anche per il modo di stare in campo. Il 2024 ci darà ulteriori indicazioni“.

A Malaga abbiamo poi notato la grande partecipazione emotiva di Matteo Berrettini. Il tennis italano ha bisogno comunque del rientro ad alto livello del romano. I continui infortuni però alimentano i dubbi, è d’accordo?

Aver avuto tanti problemi ed essere stato fermo praticamente 12 mesi a 27-28 anni è grave, ma non irrimediabile. Condivido il fatto che si sia preso tutto il tempo necessario per curarsi e rientrare in Australia senza ulteriori inconvenienti. Non sappiamo però ancora chi lo allenerà, vista l’interruzione della collaborazione tecnica con Santopadre, per questo stiamo un po’ alla finestra, ma certamente se in Davis si potesse contare sul miglior Berrettini allora la nostra squadra sarebbe molto più forte“.

A proposito di Coppa Davis, un suo post su Twitter ha evidenziato il mancato invito nella serata dedicata agli “Oscar” del tennis italiano, con la celebrazione della vittoria di Malaga. Solo Nicola Pietrangeli a rappresentare il successo del ’76, è rimasto deluso?

No, deluso non è la parola giusta, la mia è stata una constatazione su quanto è accaduto e non è la prima volta, ricordando il centenario della Federazione. Non voglio fare polemica, come qualcuno ha scritto, ma solo prendere atto della situazione in sé“.

Tornando al tennis giocato, giusto approfondire la questione legata a Rafa Nadal. Sappiamo che il maiorchino giocherà a Brisbane prima degli Australian Open. Qual è il suo reale obiettivo?

A parer mio se Nadal torna in campo è perché si sente competitivo, non è il tipo da fare semplicemente la comparsa. A mio avviso il suo percorso nel 2024 sarà finalizzato a essere al meglio possibile a Parigi. Rafa sa, probabilmente, di non avere ancora molto da dare e quindi ritengo che il target sia quello“.

In Australia quindi il confronto tra vecchia e nuova generazione sarà ulteriormente esaltato. Pensa che Djokovic sia sempre il favorito numero uno?

Nel caso specifico degli Australian Open penso di sì, mentre nella prosecuzione della stagione lo vedremo. Il serbo è un fuoriclasse assoluto, ma il tempo passa anche per lui e i suoi avversari, i vari Alcaraz, Sinner e Rune sono destinati a salire sempre di più di livello. Per questo non so fino a che punto Nole riuscirà a spingere la macchina al 100%“.