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“Saranno Campioni”: Federico Cinà, il ‘Pallino’ che sogna di diventare grande

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Federico Cinà

Alzi la mano chi non ricorda la storica vittoria di Roberta Vinci contro Serena Williams agli US Open 2015, che impedì alla statunitense di conquistare il quarto Grand Slam della stagione tennistica. Ebbene, ad alzarsi in piedi per primo ad applaudire quell’impresa sportiva c’era Francesco Cinà, lo storico allenatore della tarantina che pennellava vere opere d’arte, più che giocare a tennis. Tutto questo lo ha imparato dal coach palermitano, che ora potrebbe avere in famiglia un altro predestinato del tennis azzurro: suo figlio Federico.

Federico Cinà, nato il 30 marzo 2007, è addirittura un doppio figlio d’arte: anche sua madre Susanna ha avuto un buon passato tennistico. Il suo talento cristallino, dunque, lo deve ad entrambi i genitori. “Pallino” (come viene soprannominato) è uno dei prospetti più interessanti del panorama internazionale nella sua categoria. Lo dimostra il fatto che, appena sedicenne, è già al 10° posto dell’ITF World Junior Ranking (classifica mondiale degli Under 18, dunque rendendo ancora due anni a diversi tennisti meglio piazzati). E tutti sappiamo che due anni di differenza non sono pochi nel tennis giovanile, anzi.

Il palermitano si allena presso il Cinà Tennis Institute (e non poteva essere altrimenti). La parte tennistica è a cura del padre e di uno dei maestri dell’accademia, Claudio Garda, mentre a curare la parte atletica è Marco Salerno. Gioca a tennis da quando aveva 6 anni e la sua superficie prediletta è il cemento indoor, fatto abbastanza strano per un ragazzo del Sud cresciuto sulla terra rossa. Tra gli hobby di Federico troviamo il calcio, il padel e la Play Station.

Nonostante la giovanissima età, l’azzurrino ha avuto modo di visitare tantissime località sparse per il mondo, in virtù del fatto che spesso era a fianco del padre durante la sua attività come allenatore di Vinci. Da lì ha incominciato ad apprezzare anche il doppio, vedendo proprio le partite di Roberta e di Sara Errani. Il suo Slam preferito sono gli US Open, per il “fascino del Campo Centrale”, che sogna un giorno di poter vincere. Dal punto di vista tattico-tecnico, il ragazzo ha dei fondamentali completi, una naturalità estrema nell’esecuzione del rovescio ed ottimi margini di miglioramento con il diritto. Inoltre, è capace di non sacrificare la propria idea di tennis nei momenti clou dei match.

Cinà ha ottenuto i primi risultati di un certo prestigio in campo nazionale, con la vittoria alla Coppa Lambertenghi nel 2019 ed il titolo italiano di doppio nel 2020 insieme al romano Andrea De Marchi, prima della lunga pausa a causa della pandemia da Covid-19.

Dopo il ritorno alle gare, ecco i primi exploit in campo internazionale nell’estate 2021: prima la vittoria a luglio con la Nazionale italiana Under 14 nella European Summer Cup / Copa del Sol, disputata a Valencia, per poi arpionare una magica doppietta ad agosto con l’ITF World Junior Under 14 a Prostejov. In parole spicciole, i titoli europei e mondiali a squadre, rispettivamente, per quella categoria d’età. Assieme a Cinà, Andrea De Marchi, Jacopo Vasamì ed il capitano Tomas Tenconi furono gli autori di quell’impresa.

Gli anni 2022 e 2023 sono stati quelli del definitivo exploit per il 16enne: tanti tornei ITF J300 vinti e le semifinali agli US Open Junior, come apice di un 2023 che lo ha portato ad essere tra gli otto protagonisti a disputarsi le ITF World Tennis Tour Junior Finals di Chengdu, l’equivalente junior delle Nitto ATP Finals, conquistando il sesto posto. E per concludere una fantastica stagione, la ciliegina della finale raggiunta (e purtroppo persa 1-2 contro la Repubblica Ceca) assieme ad Andrea De Marchi e Matteo Sciahbasi nelle Junior Davis Cup Finals, sulla terra rossa di Cordoba.

Federico Cinà si sta affacciando al mondo del tennis in uno dei periodi di massimo splendore a livello di giocatori italiani, sperando che la sua stella possa brillare nel firmamento azzurro entro pochi anni.

LE PUNTATE PRECEDENTI DI ‘SARANNO CAMPIONI’

Maurizio Contino

Foto: archivio personale Federico Cinà